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Ricorso inammissibile: quando è generico?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa aggravata. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, che si limitavano a richiedere un nuovo esame dei fatti senza criticare specificamente la motivazione della sentenza di merito. La Corte sottolinea che non è possibile un riesame del merito in sede di legittimità e conferma la correttezza della dosimetria della pena e del diniego delle attenuanti generiche, motivati dalla recidività specifica e dall’intensità del dolo. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione e i Limiti della Difesa

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 2383 del 2024 offre un’importante lezione sui limiti del ricorso in sede di legittimità, chiarendo quando le censure difensive si scontrano con la dichiarazione di ricorso inammissibile. Il caso, relativo a una condanna per truffa aggravata, dimostra come la genericità dei motivi e la richiesta di una nuova valutazione dei fatti non trovino spazio davanti alla Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il percorso giudiziario ha inizio con una sentenza del Tribunale di Novara, che riconosce un imputato colpevole del delitto di truffa aggravata, condannandolo alla pena ritenuta congrua. La decisione viene successivamente confermata in toto dalla Corte di Appello di Torino. Ritenendo ingiusta la condanna, l’imputato decide di presentare ricorso per Cassazione, l’ultimo grado di giudizio previsto dal nostro ordinamento.

Analisi del Ricorso e della sua Genericità

I motivi presentati dalla difesa si concentravano su due aspetti principali:
1. Identificazione del colpevole: La difesa contestava gli elementi fattuali che avevano portato all’identificazione dell’imputato come autore del reato. Tuttavia, invece di sollevare vizi logici o giuridici nella motivazione della Corte d’Appello, si limitava a sollecitare un diverso apprezzamento delle prove.
2. Dosimetria della pena e attenuanti: Venivano mosse doglianze generiche riguardo alla quantificazione della pena e al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

Secondo la Suprema Corte, tali censure erano del tutto generiche e riproduttive di rilievi già adeguatamente esaminati e respinti dai giudici di merito.

La Decisione della Cassazione: il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio fondamentale del processo penale: la sede di legittimità non è un ‘terzo grado di merito’. I giudici della Cassazione non possono riesaminare i fatti o sostituire la propria valutazione delle prove a quella compiuta dai giudici dei precedenti gradi di giudizio. Il loro compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Poiché il ricorso si limitava a criticare l’apprezzamento dei fatti, senza evidenziare vizi di legittimità, è stato rigettato.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono state chiare e nette. Per quanto riguarda l’identificazione dell’imputato, i giudici di merito avevano già fornito una motivazione solida e ben argomentata (pagine 3 e 4 della sentenza d’appello), con la quale la difesa non si era confrontata criticamente.

Anche le lamentele sulla pena sono state ritenute infondate. La sentenza impugnata aveva motivato in modo esauriente sia la congruità della sanzione inflitta sia le ragioni del diniego delle attenuanti generiche. In particolare, erano stati valorizzati due elementi a sfavore dell’imputato: la recidività specifica, indice di una persistente inclinazione a delinquere nella stessa tipologia di reato, e la particolare intensità del dolo, ovvero la premeditazione e la determinazione con cui il reato era stato commesso.

Le Conclusioni

La decisione in esame sottolinea l’importanza di formulare ricorsi per Cassazione che si concentrino su specifiche questioni di diritto o su vizi logici manifesti nella motivazione. Un appello che si risolve in una mera richiesta di riconsiderazione dei fatti è destinato all’inammissibilità. Questa pronuncia comporta per il ricorrente non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione di tremila euro a favore della Cassa delle Ammende, a testimonianza della serietà con cui l’ordinamento sanziona l’abuso dello strumento processuale.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando le censure sono generiche, riproducono argomenti già motivatamente respinti nei gradi precedenti e si limitano a sollecitare un diverso apprezzamento dei fatti, attività preclusa alla Corte di Cassazione che è giudice di legittimità e non di merito.

Perché sono state negate le attenuanti generiche all’imputato in questo caso?
Le attenuanti generiche sono state negate perché la sentenza impugnata ha fornito una motivazione adeguata, basata su elementi specifici come la recidività specifica dell’imputato (ovvero la tendenza a commettere reati della stessa natura) e la particolare intensità del dolo (l’intenzione criminale).

Quali sono le conseguenze di una dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna definitiva del ricorrente, che deve pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle Ammende, senza che vi siano ragioni per un esonero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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