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Ricorso inammissibile: quando è censura in fatto?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10820/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per resistenza a pubblico ufficiale. L’appello è stato respinto perché si basava su una mera rivalutazione dei fatti e delle prove, attività non consentita in sede di legittimità, risultando inoltre manifestamente infondato. La Corte ha confermato la logicità e coerenza della sentenza impugnata, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Rigetta l’Appello sui Fatti

L’accesso alla Corte di Cassazione è un momento cruciale nel percorso giudiziario, ma è regolato da paletti molto rigidi. Non ogni doglianza può essere esaminata dalla Suprema Corte. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di quando un ricorso inammissibile viene respinto perché tenta di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti, un’attività preclusa in sede di legittimità. Analizziamo insieme la decisione per comprendere i confini del giudizio di Cassazione.

I Fatti del Processo

Il caso nasce da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte di Appello di Genova, che aveva confermato la condanna di un individuo per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 337 del codice penale. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di merito, ha deciso di portare il caso davanti alla Corte di Cassazione, contestando la ricostruzione della vicenda e la valutazione delle prove che avevano portato alla sua condanna.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, ma si ferma a un livello precedente, quello procedurale. La conseguenza di tale pronuncia è stata non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’imposizione al ricorrente del pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: il Ricorso Inammissibile per Censure in Fatto

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni. La Corte ha stabilito che il ricorso era inammissibile per due ragioni fondamentali:

1. Oggetto delle Censure: Le critiche mosse dal ricorrente non riguardavano presunte violazioni di legge o vizi logici della motivazione, ma si concentravano su una rilettura alternativa dei fatti e delle prove. In pratica, l’imputato chiedeva alla Cassazione di effettuare una nuova valutazione del materiale probatorio, un’operazione che è di esclusiva competenza dei giudici di primo e secondo grado (i cosiddetti ‘giudici di merito’).

2. Manifesta Infondatezza: Il ricorso è stato giudicato anche manifestamente infondato. La Corte ha sottolineato come la sentenza della Corte d’Appello avesse fornito una spiegazione logica, coerente e puntuale delle ragioni alla base della condanna. Le motivazioni della sentenza impugnata erano solide e ben argomentate, in linea con gli elementi costitutivi del reato contestato. Il ricorrente, d’altro canto, non è riuscito a indicare specifici e decisivi ‘travisamenti probatori’, ovvero errori palesi nella lettura di una prova, che sono gli unici vizi di fatto che possono, a determinate condizioni, essere esaminati in Cassazione.

Conclusioni: Limiti e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione non è un ‘terzo grado di giudizio’ dove si può ridiscutere l’intera vicenda. Il suo ruolo è quello di ‘giudice della legge’ (o di legittimità), con il compito di assicurare la corretta applicazione delle norme e la tenuta logica delle motivazioni, non di rifare il processo. Chi intende presentare un ricorso in Cassazione deve quindi concentrarsi su precise violazioni di legge o su vizi di motivazione gravi e palesi, evitando di proporre una semplice ricostruzione dei fatti a sé più favorevole. Tentare di trasformare la Suprema Corte in un’ulteriore corte d’appello porta quasi inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente aggravio di spese.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, come nel caso di specie, si basa su censure in fatto, ossia cerca di ottenere una nuova valutazione delle prove, e risulta manifestamente infondato, senza indicare specifici e decisivi travisamenti probatori.

Cosa significa che la motivazione della Corte d’Appello è ‘logica, coerente e puntuale’?
Significa che le ragioni esposte nella sentenza di secondo grado sono ben argomentate, non presentano contraddizioni interne e giustificano in modo esauriente la decisione di responsabilità penale sulla base delle prove analizzate nel processo.

Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, a titolo di sanzione, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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