Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea i Requisiti di Specificità
L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi per cassazione, confermando un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è tale non solo quando i motivi sono indeterminati, ma anche quando manca una diretta e specifica critica alle ragioni della decisione impugnata. Analizziamo la decisione della Suprema Corte in un caso di furto in abitazione aggravato.
I Fatti del Caso
Un imputato, già condannato in primo grado e in appello per il reato di furto in abitazione aggravato, decideva di presentare ricorso per cassazione. L’oggetto della sua contestazione era uno solo: la mancata esclusione della recidiva qualificata, un’aggravante legata alla sua precedente condotta criminale.
La Corte d’Appello di Roma aveva confermato la condanna, ritenendo corretta la valutazione del giudice di primo grado. L’imputato, tuttavia, insisteva nel chiedere alla Suprema Corte di riconsiderare questo specifico punto della sua condanna.
Il Ricorso Aspecifico e la Decisione della Corte
La Corte di Cassazione ha esaminato l’unico motivo di ricorso e lo ha liquidato rapidamente, definendolo “aspecifico e manifestamente infondato”. Questa decisione si basa su un consolidato orientamento giurisprudenziale, che impone al ricorrente di confrontarsi in modo puntuale e critico con la sentenza che intende contestare. In questo caso, il ricorso inammissibile non conteneva argomenti in grado di scalfire la logica della decisione della Corte d’Appello.
Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Requisiti per un Ricorso Valido
Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui la Corte spiega perché il ricorso è stato respinto senza un’analisi del merito. La Suprema Corte ha richiamato il principio, già sancito dalle Sezioni Unite (sent. n. 8825/2016), secondo cui un ricorso è inammissibile quando “difetta della necessaria correlazione con le ragioni poste a fondamento del provvedimento impugnato”.
In altre parole, non è sufficiente presentare un’argomentazione astratta; è necessario dimostrare perché il ragionamento del giudice precedente è sbagliato. Nel caso specifico della recidiva, la Corte ha sottolineato che i giudici di merito avevano applicato correttamente i principi di legge. La valutazione non si era basata esclusivamente sulla gravità dei fatti passati o sul tempo trascorso, ma su un’analisi concreta, secondo i criteri dell’art. 133 del codice penale.
I giudici avevano esaminato il rapporto tra il reato attuale e le condanne precedenti, verificando se la condotta passata fosse indicativa di una “perdurante inclinazione al delitto” che avesse agito come fattore criminogeno per il nuovo reato. Poiché il ricorso non contestava specificamente questa analisi, ma si limitava a una richiesta generica di esclusione della recidiva, è stato giudicato privo dei requisiti minimi per essere esaminato.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione per chiunque intenda impugnare una sentenza penale. La redazione di un ricorso per cassazione richiede un’elevata precisione tecnica. Ogni motivo di doglianza deve essere costruito come una critica mirata e argomentata alla sentenza impugnata, evidenziandone gli errori logici o giuridici. Un ricorso generico, che non si confronta con il cuore delle motivazioni del giudice precedente, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna alle spese e al pagamento di una sanzione pecuniaria. La decisione conferma che il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge, che presuppone un’impugnazione specifica e pertinente.
Quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile non solo quando i suoi motivi sono intrinsecamente indeterminati, ma anche quando manca una necessaria correlazione con le ragioni specifiche poste a fondamento del provvedimento impugnato.
Come deve essere valutata la recidiva dal giudice?
La valutazione non può basarsi solo sulla gravità dei fatti o sul tempo trascorso, ma deve esaminare in concreto, secondo i criteri dell’art. 133 c.p., il rapporto tra il nuovo reato e le condanne precedenti, per verificare se la condotta passata indichi una perdurante inclinazione al delitto che abbia influito sulla commissione del nuovo reato.
Cosa significa che un motivo di ricorso è aspecifico?
Significa che è formulato in modo generico e non contesta in modo puntuale e dettagliato le specifiche argomentazioni e il ragionamento logico-giuridico contenuti nella sentenza che si sta impugnando.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 26739 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 26739 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 04/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato il 02/08/1984
avverso la sentenza del 30/10/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Rilevato che NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Roma che ha confermato la condanna dell’imputato per il reato di furto in abitazione aggravato;
Considerato che l’unico motivo di ricorso – che contesta la mancata esclusione della contestata recidiva qualificata – è aspecifico e manifestamente infondato;
Ritenuto che il ricorso è inammissibile dal momento che viene in gioco il principio a lume del quale vanno ritenuti inammissibili i motivi di ricorso per cassazione non solo quando essi risultino intrinsecamente indeterminati, ma altresì allorché difettino della necessaria correlazione con le ragioni poste a fondamento del provvedimento impugnato (principio ribadito da Sez. U, n. 8825 del 27/10/2016, dep. 2017, COGNOME, Rv. 268823); che i giudici di merito hanno fatto corretta applicazione (si veda, in particolare, pag. 5 della sentenza di primo grado e pag. 7 della sentenza di appello) dei principi della giurisprudenza di legittimità secondo cui la valutazione del giudice non può fondarsi esclusivamente sulla gravità dei fatti e sull’arco temporale in cui questi risultano consumati, essendo egli tenuto ad esaminare in concreto, in base ai criteri di cui all’art. 133 cod. pen., il rapporto esistente tra il fatto per cui si procede e le precedenti condanne, verificando se ed in quale misura la pregressa condotta criminosa sia indicativa di una perdurante inclinazione al delitto che abbia influito quale fattore criminogeno per la commissione del reato “sub iudice”;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al
a
pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 04 giugno 2025
Il Consigliere estensore
GLYPH
Il Presidente