LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: perché la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per guida senza patente con recidiva. I motivi sono stati giudicati manifestamente infondati, generici e assertivi, in quanto non affrontavano criticamente la motivazione della sentenza d’appello. La Corte ha ribadito che la valutazione della pena è di competenza del giudice di merito e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi di Appello Generici

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e una critica puntuale della sentenza impugnata. Un ricorso inammissibile è spesso il risultato di motivi generici e assertivi. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la mancanza di specificità possa portare non solo al rigetto dell’appello, ma anche a ulteriori sanzioni per il ricorrente. Analizziamo il caso di una condanna per guida senza patente per capire i principi applicati dai giudici.

I Fatti del Caso

Un soggetto veniva condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello per il reato di guida senza patente, aggravato dalla recidiva nel biennio. Non accettando la decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, decideva di presentare ricorso per Cassazione, contestando diversi aspetti della sentenza.

I Motivi del Ricorso

L’appello si basava su tre punti principali:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione: Una contestazione generale sull’affermazione della sua responsabilità penale.
2. Dosimetria della pena: In via subordinata, il ricorrente lamentava un’errata quantificazione della sanzione applicata.
3. Mancato riconoscimento dell’art. 131-bis c.p.: Si contestava il diniego della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto.

In sintesi, l’imputato chiedeva l’annullamento della sentenza impugnata, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato sia nel giudizio di colpevolezza sia nella determinazione della pena.

La Decisione della Corte: Il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda sulla constatazione che i motivi presentati erano manifestamente infondati, privi di specificità e del tutto assertivi. Vediamo nel dettaglio le motivazioni dietro questa severa valutazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha smontato punto per punto le doglianze del ricorrente, evidenziando le carenze strutturali dell’atto di appello. Innanzitutto, il primo motivo di ricorso è stato giudicato come assolutamente generico. La legge, infatti, non consente motivi di appello che non siano supportati da una critica analitica e specifica delle argomentazioni contenute nella decisione impugnata. Il ricorrente, invece di confrontarsi con la logica della sentenza della Corte d’Appello, si è limitato a riproporre le proprie tesi in modo assertivo.

Anche il motivo relativo al trattamento sanzionatorio è stato ritenuto inammissibile. La Cassazione ha ricordato un principio consolidato: la graduazione della pena, ovvero la sua ‘dosimetria’, rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Questo potere deve essere esercitato seguendo i criteri degli articoli 132 e 133 del codice penale. Un ricorso in Cassazione non può mirare a una nuova valutazione sulla congruità della pena, ma può solo contestare un vizio palese nella motivazione del giudice, come un ragionamento illogico o del tutto assente, cosa che in questo caso non è avvenuta. Il ricorrente non si è confrontato con il percorso motivazionale, corretto e ben sviluppato, della Corte territoriale.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità negli Atti Giudiziari

Questa ordinanza ribadisce una lezione fondamentale per chi opera nel diritto: un ricorso, specialmente in sede di legittimità, deve essere un’argomentazione tecnica e puntuale, non una semplice lamentela. L’incapacità di confrontarsi adeguatamente con la motivazione della sentenza precedente rende l’impugnazione inefficace. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è manifestamente infondato, privo di specificità, meramente assertivo o quando non si confronta criticamente con le argomentazioni della sentenza che si sta impugnando.

La Corte di Cassazione può modificare la pena decisa da un altro giudice?
No, la Corte di Cassazione non può effettuare una nuova valutazione sulla congruità della pena. La determinazione della pena (dosimetria) è un potere discrezionale del giudice di merito. La Cassazione può intervenire solo se la motivazione su tale punto è palesemente illogica, contraddittoria o mancante.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, il cui importo è fissato dal giudice (in questo caso, tremila euro).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati