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Ricorso inammissibile: perché la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per reati legati agli stupefacenti. Il ricorso è stato respinto perché i motivi erano una mera ripetizione di quelli già presentati e rigettati in appello, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata. Questa decisione sottolinea il principio fondamentale secondo cui l’impugnazione deve contenere una critica argomentata e specifica del provvedimento contestato.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: La Cassazione chiarisce i requisiti di specificità

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima via per contestare una condanna, ma per avere successo non basta dissentire. Con una recente ordinanza, la Suprema Corte ha ribadito un principio cruciale: un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile quando i motivi sono generici e si limitano a ripetere argomenti già respinti in appello. Analizziamo questo caso per comprendere l’importanza di una critica argomentata e puntuale alla sentenza impugnata.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo a tre anni di reclusione e 8.000 euro di multa per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti. La sentenza, emessa in primo grado dal G.I.P. del Tribunale, era stata interamente confermata dalla Corte d’Appello, che aveva anche disposto la confisca del denaro sequestrato.

Contro la decisione di secondo grado, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, articolando due principali motivi di doglianza:
1. Un’errata applicazione della legge in merito alla confisca del denaro.
2. Una motivazione carente e illogica riguardo al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, la condanna dell’imputato è diventata definitiva. Oltre a ciò, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dalla legge in caso di inammissibilità.

Analisi del ricorso inammissibile

Il cuore della decisione risiede nella valutazione dei motivi presentati. La Corte ha osservato che i motivi del ricorso non erano idonei a essere discussi in sede di legittimità. Essi, infatti, non facevano altro che riproporre le stesse identiche considerazioni critiche già sollevate con l’atto di appello e puntualmente respinte dalla Corte territoriale con una motivazione congrua e logica. Mancava, in sostanza, un vero confronto con le argomentazioni della sentenza di secondo grado.

Le motivazioni

La Corte ha ribadito che la funzione tipica di un’impugnazione è quella di sviluppare una critica argomentata avverso il provvedimento che si contesta. Secondo gli articoli 581 e 591 del codice di procedura penale, i motivi di ricorso devono, a pena di inammissibilità, indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta.

L’elemento essenziale è il confronto puntuale e specifico con le argomentazioni della sentenza impugnata. Se i motivi di ricorso, come nel caso esaminato, si limitano a riprodurre le doglianze precedenti senza criticare specificamente la risposta data dal giudice d’appello, il ricorso perde la sua funzione e si destina all’inammissibilità. In pratica, non si può chiedere alla Cassazione di rivalutare questioni già decise in appello senza spiegare perché la motivazione del giudice precedente sia errata.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione fondamentale per la pratica legale: la redazione di un atto di impugnazione, specialmente in Cassazione, richiede precisione e specificità. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso, ma è necessario smontare analiticamente la motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone vizi logici o errori di diritto. Un ricorso che si limiti a ripetere le argomentazioni già sconfitte in appello è destinato a essere dichiarato un ricorso inammissibile, con la conseguenza di rendere definitiva la condanna e di aggravare i costi processuali per l’imputato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice riproposizione delle stesse argomentazioni già sollevate e respinte nel giudizio d’appello, senza un confronto critico e specifico con la motivazione della sentenza impugnata.

Qual è la funzione tipica di un’impugnazione secondo la Corte?
Secondo la Corte, la funzione tipica dell’impugnazione è quella della critica argomentata avverso il provvedimento cui si riferisce. L’atto deve contenere un confronto puntuale con le argomentazioni della decisione contestata, indicando specificamente le ragioni di diritto e di fatto che fondano il dissenso.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la legge prevede la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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