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Ricorso inammissibile per usura: la decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per usura. La sentenza sottolinea che il giudizio di Cassazione non può riesaminare le prove o la valutazione dei fatti già compiuta nei gradi di merito, ma solo verificare la corretta applicazione della legge. Il ricorso è stato respinto perché i motivi sollevati miravano a una nuova valutazione delle prove, come la credibilità della persona offesa e la necessità di una perizia tecnica, compiti che non spettano alla Suprema Corte. La Corte ha confermato la sussistenza del reato e dell’aggravante dello stato di bisogno.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Usura: Quando la Cassazione non Riesamina i Fatti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8938 del 2024, ha fornito importanti chiarimenti sui limiti del giudizio di legittimità, dichiarando un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per usura. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: la Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare le prove, ma un organo che controlla la corretta applicazione della legge da parte dei giudici di merito. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso per capire le ragioni dietro questa pronuncia.

Il Contesto del Caso: una Condanna per Usura

Il ricorrente era stato condannato sia in primo grado dal Tribunale sia in appello dalla Corte territoriale per il reato continuato di usura, previsto dall’art. 644 del codice penale. La pena inflitta era di 5 anni di reclusione e 10.000 euro di multa. Secondo l’accusa, confermata nei primi due gradi di giudizio, l’imputato aveva prestato denaro a una persona in stato di bisogno applicando tassi di interesse usurari.

I Motivi del Ricorso: una Difesa a Tutto Campo

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su quattro motivi principali:
1. Errata valutazione delle prove: Si contestava il mancato accoglimento della richiesta di una perizia tecnica per calcolare con esattezza gli interessi pattuiti, sostenendo che le dichiarazioni della persona offesa e gli accertamenti della polizia giudiziaria fossero inattendibili e contraddittori.
2. Insussistenza di una seconda fattispecie di usura: La difesa contestava la condanna relativa a un presunto secondo episodio, basato su un foglio manoscritto privo di valore probatorio.
3. Mancanza dell’aggravante dello stato di bisogno: Si sosteneva che la persona offesa non si trovasse in un reale stato di bisogno, avendo altre fonti di sostegno economico.
4. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Si lamentava che la pena fosse eccessiva e che i giudici non avessero concesso le attenuanti generiche, nonostante l’assenza di violenza o minacce.

Il Ricorso Inammissibile: l’Analisi della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi, dichiarando l’intero ricorso inammissibile. La ragione di fondo risiede nella natura stessa del giudizio di legittimità. I motivi presentati non denunciavano reali violazioni di legge, ma tentavano di sollecitare una nuova e diversa valutazione del materiale probatorio, un’attività preclusa alla Suprema Corte.

La Valutazione delle Prove nel Giudizio di Legittimità

La Corte ha chiarito che la richiesta di rinnovazione dell’istruttoria in appello (come una nuova perizia) è un istituto eccezionale e la decisione del giudice di non disporla non è sindacabile in Cassazione se motivata in modo logico, come avvenuto nel caso di specie. I giudici di merito avevano ritenuto le prove esistenti – le dichiarazioni della vittima e gli accertamenti della polizia – sufficienti e coerenti per fondare la condanna. Il ricorso si limitava a riproporre le stesse argomentazioni difensive già respinte, senza confrontarsi adeguatamente con le motivazioni delle sentenze precedenti.

La Prova dello Stato di Bisogno

Anche il motivo sull’aggravante dello stato di bisogno è stato ritenuto infondato. I giudici di merito avevano correttamente evidenziato che la vittima, essendo stata “protestata”, non poteva accedere al credito bancario e si trovava in uno stato di necessità che ne comprometteva la libertà negoziale. La Cassazione ha richiamato il principio secondo cui lo stato di bisogno può essere desunto anche dalla stessa misura degli interessi, quando sono così elevati da far presumere che solo un soggetto in difficoltà possa accettarli.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Infine, la Corte ha confermato la correttezza del diniego delle attenuanti generiche. La decisione della Corte d’Appello era basata su elementi concreti: la gravità della condotta, il danno subito dalla vittima e i precedenti penali specifici dell’imputato. La difesa, invece, si era limitata a una generica lamentela, senza fornire elementi validi per una mitigazione della pena.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si fondano sul principio consolidato che il giudizio di legittimità non consente un riesame del merito della vicenda. I giudici di primo e secondo grado hanno valutato le prove in modo logico e coerente, giungendo a una “doppia conforme” affermazione di responsabilità. Il ricorrente, invece di evidenziare vizi di legittimità (come l’errata interpretazione di una norma o una motivazione manifestamente illogica), ha tentato di proporre una propria ricostruzione dei fatti, alternativa a quella accertata in sede di merito. Questa strategia processuale è in contrasto con la funzione della Corte di Cassazione, che non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici che hanno direttamente esaminato le prove.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza ribadisce che un ricorso per cassazione è inammissibile quando si limita a contestare la valutazione delle prove e la ricostruzione dei fatti operate dai giudici di merito, senza individuare specifici vizi di legittimità. La decisione conferma che la credibilità di un testimone e l’analisi del quadro probatorio sono di esclusiva competenza dei giudici di primo e secondo grado, a condizione che la loro motivazione sia esente da vizi logici o giuridici. Per la difesa, ciò significa che il ricorso in Cassazione deve concentrarsi su questioni di diritto e non su tentativi di riaprire il dibattito sui fatti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati non contestavano violazioni di legge o vizi logici della motivazione, ma miravano a ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove e dei fatti, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

La sola testimonianza della persona offesa può essere sufficiente per una condanna per usura?
Sì, secondo la Corte, le dichiarazioni della persona offesa, se ritenute attendibili, logiche e coerenti dai giudici di merito e supportate da altri elementi di prova (come gli accertamenti della polizia giudiziaria), possono essere sufficienti a fondare una sentenza di condanna.

Come si dimostra lo ‘stato di bisogno’ della vittima di usura?
Lo stato di bisogno può essere dimostrato attraverso elementi concreti, come l’impossibilità di accedere al credito bancario (ad esempio, a causa di un ‘protesto’). Inoltre, la stessa entità degli interessi richiesti, se sproporzionata, può essere un forte indizio del fatto che solo una persona in grave difficoltà economica avrebbe potuto accettare tali condizioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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