LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile per usura: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per usura aggravata ed estorsione. La Corte ha stabilito che l’appello si limitava a una rilettura dei fatti, non consentita in sede di legittimità, confermando il ruolo dell’imputato come ‘dominus occulto’ dei reati, orchestrati dietro le quinte tramite un complice.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Usura: la Cassazione e il Ruolo del ‘Dominus Occulto’

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12233 del 2024, offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso in sede di legittimità, dichiarando un ricorso inammissibile in un caso di usura aggravata ed estorsione. La decisione ribadisce che la Corte non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito, ma deve limitarsi a valutare la corretta applicazione della legge, e sottolinea come si possa essere responsabili di un reato anche senza compiere materialmente l’azione, agendo come ‘dominus occulto’.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla condanna di un individuo, confermata sia in primo grado dal Tribunale sia in appello dalla Corte di Appello, per i reati di usura aggravata ed estorsione. L’imputato, tramite il proprio difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la sentenza di secondo grado su due punti principali:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione in relazione al reato di usura: La difesa sosteneva che dalle dichiarazioni della persona offesa non emergevano gli elementi costitutivi del reato di usura a carico del proprio assistito.
2. Violazione di legge e vizio di motivazione in relazione al reato di estorsione: Si contestava la ricostruzione dei fatti relativi agli episodi estorsivi, affermando che le minacce erano state proferite da un complice e non direttamente dall’imputato.

In sostanza, il ricorrente proponeva una rilettura alternativa delle prove raccolte, in particolare delle testimonianze, per dimostrare la propria estraneità ai fatti.

L’Analisi della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo che i motivi presentati non fossero ammissibili in un giudizio di legittimità. I giudici hanno evidenziato come il ricorso si risolvesse in una mera richiesta di riconsiderare il significato delle prove, proponendo una valutazione dei fatti diversa da quella, logica e coerente, già effettuata dai giudici di merito.

La Corte di Cassazione ha ricordato il proprio ruolo: non è un ‘terzo giudice’ del fatto, ma un ‘giudice della legge’. Il suo compito non è stabilire se la ricostruzione dei fatti operata nei gradi precedenti sia l’unica possibile, ma solo verificare che la motivazione della sentenza impugnata sia logica, non contraddittoria e giuridicamente corretta.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione di inammissibilità si fonda su diversi pilastri argomentativi:

Il Ruolo del ‘Dominus Occulto’

La Corte di Appello aveva già spiegato in modo dettagliato il ruolo dell’imputato. Nonostante il complice fosse colui che materialmente consegnava il denaro e avanzava le richieste di restituzione con interessi usurari, l’imputato agiva come ‘veicolatore-intermediario’ e, soprattutto, come ‘dominus occulto’ dell’intera operazione. Le prove, tra cui una conversazione intercettata e un messaggio scambiato con il complice dopo una perquisizione, dimostravano inequivocabilmente il suo pieno coinvolgimento e il suo ruolo di orchestratore dietro le quinte. Pertanto, anche se non proferiva direttamente le minacce, ne era corresponsabile in concorso con l’altro soggetto.

L’Aspecificità del Ricorso

Il ricorso è stato giudicato ‘aspecifico’ perché reiterava le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza confrontarsi criticamente con la puntuale e adeguata motivazione fornita dalla Corte territoriale. Un ricorso, per essere ammissibile, deve individuare un preciso vizio della sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le proprie tesi difensive.

I Limiti alla Valutazione della Prova

La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: l’attendibilità di un testimone, inclusa la persona offesa, è una ‘questione di fatto’ la cui valutazione spetta al giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica o basata su pure congetture. Nel caso di specie, la valutazione della credibilità della vittima era stata supportata da riscontri documentali e da altre emergenze processuali, rendendo la decisione dei giudici di merito incensurabile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza è un monito importante per chi intende presentare ricorso in Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la valutazione delle prove fatta dai giudici; è necessario dimostrare un errore di diritto o un vizio logico manifesto nella motivazione della sentenza. La decisione conferma inoltre che, nel diritto penale, la responsabilità per un reato in concorso può sussistere anche per chi non compie materialmente l’azione criminosa, ma ne è l’ispiratore o l’organizzatore, come nel caso del ‘dominus occulto’. Infine, la dichiarazione di ricorso inammissibile comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, a causa della colpa nell’aver intrapreso un’azione giudiziaria priva dei presupposti di legge.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando, invece di denunciare violazioni di legge o vizi logici evidenti nella motivazione della sentenza, si limita a proporre una diversa interpretazione delle prove e dei fatti, cosa che non è permessa nel giudizio di legittimità. Inoltre, è inammissibile se non si confronta specificamente con le argomentazioni della sentenza che intende impugnare.

Si può essere condannati per estorsione senza aver pronunciato personalmente le minacce?
Sì. La sentenza chiarisce che si può essere condannati in concorso per un reato anche senza compiere materialmente l’azione. Nel caso specifico, l’imputato è stato ritenuto responsabile perché agiva come ‘dominus occulto’, ovvero l’organizzatore dell’attività criminale, mentre un complice si occupava delle azioni esecutive, come le minacce.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione nella valutazione della credibilità di un testimone?
La Corte di Cassazione non può rivalutare la credibilità di un testimone, poiché questa è una ‘questione di fatto’ riservata ai giudici di primo e secondo grado. Il suo controllo si limita a verificare che la motivazione con cui i giudici di merito hanno ritenuto un testimone credibile non sia manifestamente illogica, contraddittoria o basata su mere congetture.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati