Ricorso Inammissibile: L’Analisi di un Caso Pratico in Cassazione
Quando un processo giunge al suo ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, le regole del gioco cambiano. Non si discutono più i fatti, ma solo la corretta applicazione della legge. L’ordinanza in esame offre un esempio chiaro di come un ricorso inammissibile venga trattato, delineando i confini invalicabili del giudizio di legittimità. Analizziamo insieme questo caso per capire quali errori evitare quando ci si rivolge alla Suprema Corte.
I Fatti del Processo
Il caso ha origine da una condanna per il reato di truffa emessa dalla Corte d’Appello. L’imputato, non accettando la decisione, ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, affidandosi a due specifici motivi di doglianza. L’obiettivo era ottenere l’annullamento della sentenza di condanna, ma l’esito è stato ben diverso.
I Motivi del Ricorso Inammissibile in Cassazione
Il ricorrente ha basato la sua difesa su due argomenti principali, entrambi ritenuti non meritevoli di accoglimento dalla Suprema Corte.
Il Tentativo di Rivalutazione delle Prove
Il primo motivo di ricorso criticava la valutazione delle prove che aveva portato alla sua condanna. L’imputato, in sostanza, chiedeva alla Cassazione di riesaminare le testimonianze e i documenti per giungere a una conclusione diversa da quella dei giudici di merito. Tuttavia, la Corte ha prontamente respinto questa richiesta, qualificandola come un tentativo di ottenere una rivalutazione dei fatti. Questo tipo di attività è preclusa in sede di legittimità, dove il compito della Corte non è decidere chi ha torto o ragione nel merito della vicenda, ma solo verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente le norme e motivato la loro decisione in modo logico e coerente.
La Questione della Particolare Tenuità del Fatto
Con il secondo motivo, la difesa lamentava il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’. Questa norma permette di non punire l’autore di un reato quando il danno o il pericolo causato è di minima entità. Anche questa censura è stata giudicata infondata. La Cassazione ha rilevato che la Corte d’Appello aveva già esaminato e respinto questa richiesta, fornendo una motivazione adeguata, logica e conforme alla legge per il suo diniego.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3911/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione è netta: il ricorso non presentava vizi di legittimità, ma si limitava a riproporre questioni di fatto già decise nei gradi precedenti. Il primo motivo è stato considerato estraneo al ‘sindacato di legittimità’, poiché mirava a una riconsiderazione delle prove, compito che spetta esclusivamente al giudice di merito. Il secondo motivo è stato definito ‘manifestamente infondato’, in quanto la decisione della Corte territoriale sul diniego della particolare tenuità del fatto era stata giustificata con argomenti logici e giuridicamente corretti, non lasciando spazio a ulteriori discussioni.
Le Conclusioni: Conseguenze e Implicazioni Pratiche
La dichiarazione di inammissibilità ha comportato conseguenze economiche significative per il ricorrente. Oltre alla condanna al pagamento delle spese processuali, è stato obbligato a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. È uno strumento destinato a correggere errori di diritto o vizi logici evidenti nella motivazione della sentenza impugnata. Chi intende adire la Suprema Corte deve quindi formulare censure specifiche e pertinenti, evitando di trasformare il ricorso in un appello mascherato, pena l’inammissibilità e le relative sanzioni economiche.
Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati non erano validi per un giudizio di legittimità. Il primo motivo chiedeva una rivalutazione delle prove, attività non consentita in Cassazione, mentre il secondo era manifestamente infondato poiché la Corte d’Appello aveva già motivato in modo logico e corretto il diniego della particolare tenuità del fatto.
Cosa significa che un motivo di ricorso è finalizzato a una ‘rivalutazione delle fonti probatorie’?
Significa che il ricorrente sta chiedendo alla Corte di Cassazione di riesaminare e interpretare nuovamente le prove (come testimonianze o documenti) già valutate dai giudici di primo e secondo grado. Questo non è compito della Cassazione, che si limita a un controllo sulla corretta applicazione della legge (sindacato di legittimità).
Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3911 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 3911 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 05/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a PESCARA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 12/01/2023 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME NOME;
ritenuto che il primo motivo di ricorso, con cui si deduce il vizio di motivazione in relazione all’affermazione di penale responsabilità dell’imputato per il reato di truffa contestato, è finalizzato ad ottenere una rivalutazione delle fonti probatorie estranea al sindacato di legittimità e avulsa da pertinente individuazione di specifici travisamenti di emergenze processuali valorizzate dai giudici di merito con motivazione esente da vizi logici e giuridici (si veda pag. 1);
considerato che il secondo motivo di ricorso, con il quale si censura il difetto di motivazione in ordine al mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, è manifestamente infondato poiché la Corte ne ha motivato il diniego con argomenti logici e conformi al dato normativo;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, in data 5 dicembre 2023
Il Consigliere estensore
Il Pre idente