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Ricorso inammissibile per truffa: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per truffa ai danni di un ente previdenziale. Il ricorso è stato giudicato generico e indeterminato, in quanto non specificava in modo adeguato i motivi di contestazione contro la sentenza d’appello. Quest’ultima aveva correttamente identificato gli artifizi e raggiri nella presentazione di una denuncia di manodopera agricola con dati non veritieri, che aveva indotto l’ente a erogare indennità non dovute. La ricorrente è stata quindi condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Truffa: L’Importanza della Specificità dei Motivi

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale penale: la necessità di formulare motivi di ricorso specifici e dettagliati. Il caso in esame riguardava un ricorso inammissibile per truffa ai danni di un ente previdenziale, dichiarato tale proprio per la genericità delle censure mosse alla sentenza di condanna. Questa decisione offre spunti cruciali sull’onere dell’imputato di articolare con precisione le proprie doglianze.

Il Caso: Truffa ai Danni di un Ente Previdenziale

I fatti alla base della vicenda giudiziaria vedono una persona condannata in secondo grado per il reato di truffa. Secondo la Corte d’Appello, l’imputata aveva presentato a un importante istituto di previdenza una denuncia di manodopera agricola contenente dati non veritieri. Questa falsa dichiarazione, qualificata come l’artificio e il raggiro richiesto dalla fattispecie di truffa, aveva indotto in errore l’ente, portandolo a erogare indennità che altrimenti non sarebbero state dovute.

Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, contestando la correttezza della motivazione e sostenendo l’insussistenza degli elementi costitutivi del reato.

L’Analisi del Ricorso Inammissibile per Truffa in Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda essenzialmente sulla violazione dell’articolo 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale, che impone al ricorrente di indicare in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta.

La Genericità come Causa di Inammissibilità

Il motivo centrale della decisione è la genericità del ricorso. I giudici di legittimità hanno osservato che l’atto di impugnazione si limitava a contestare la motivazione della sentenza di condanna senza però indicare quali fossero, nel concreto, gli elementi di illogicità o le contraddizioni nel ragionamento della Corte d’Appello. Una censura così formulata non permette al giudice dell’impugnazione di comprendere appieno i rilievi mossi e, di conseguenza, di esercitare il proprio sindacato.

In sostanza, non è sufficiente affermare che una motivazione sia sbagliata; è necessario spiegare perché, individuando i passaggi specifici ritenuti errati e contrapponendo ad essi una diversa e coerente lettura degli atti processuali.

La Conferma della Logicità della Sentenza d’Appello

La Cassazione ha inoltre evidenziato come la Corte d’Appello avesse, al contrario, costruito una motivazione esente da vizi logici. La sentenza impugnata aveva chiarito puntualmente in cosa consistessero gli artifizi e raggiri (la presentazione della denuncia con dati falsi) e l’induzione in errore (la conseguente erogazione delle indennità non dovute). Di fronte a un percorso argomentativo così chiaro e coerente, un ricorso generico non ha alcuna possibilità di successo.

Le motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si concentrano sul principio secondo cui il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un controllo sulla legittimità e sulla coerenza logica della decisione impugnata. Per questo motivo, la legge impone un rigore formale stringente: il ricorrente deve “dialogare” con la sentenza di secondo grado, smontandone punto per punto i passaggi critici. Nel caso di specie, il ricorso non ha superato questa soglia di specificità, risultando in un’impugnazione astratta e non ancorata agli specifici elementi della motivazione della Corte d’Appello. La Corte ha quindi ritenuto che, non essendo stati individuati vizi specifici, la decisione dei giudici di merito dovesse essere confermata nella sua struttura logico-giuridica. La conseguenza di tale inammissibilità è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le conclusioni

Questa ordinanza è un monito sull’importanza della tecnica redazionale degli atti di impugnazione. Un ricorso inammissibile per truffa o per qualsiasi altro reato, se formulato in modo generico, è destinato a fallire prima ancora di un esame nel merito. Per la difesa, ciò significa che è indispensabile un’analisi approfondita e critica della sentenza impugnata, individuando con precisione chirurgica le eventuali lacune o contraddizioni. Per i cittadini, questa decisione ribadisce che il sistema giudiziario richiede il rispetto di regole precise per garantire efficienza e certezza del diritto, impedendo impugnazioni meramente dilatorie o pretestuose.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile quando è generico e indeterminato, ossia quando non indica in modo specifico i motivi di diritto e gli elementi di fatto che lo sostengono, come richiesto dall’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale.

In cosa consistono gli “artifizi e raggiri” nel caso di truffa a un ente previdenziale analizzato?
Secondo la sentenza, gli artifizi e raggiri consistevano nella presentazione presso l’ente previdenziale di una denuncia di manodopera agricola contenente dati non veritieri, che ha indotto in errore l’ente stesso.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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