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Ricorso inammissibile per travisamento della prova

Un individuo, condannato in appello per reati quali false dichiarazioni e resistenza a pubblico ufficiale, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione lamentando un’errata valutazione delle prove e una pena eccessiva. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo il principio secondo cui il giudizio di legittimità non consente un riesame dei fatti, competenza esclusiva dei giudici di merito. La decisione sottolinea che la Cassazione può solo verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, senza entrare nel merito delle scelte discrezionali come la quantificazione della pena.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile per travisamento della prova: la Cassazione chiarisce i suoi limiti

Quando è possibile contestare la valutazione delle prove in Cassazione? Con una recente ordinanza, la Suprema Corte ha ribadito i confini del proprio giudizio, dichiarando un ricorso inammissibile e chiarendo che non può trasformarsi in un terzo grado di merito. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere la differenza tra un vizio di motivazione e un tentativo, non consentito, di ottenere una nuova valutazione dei fatti.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna in Appello al Ricorso

Il caso trae origine da una sentenza della Corte di Appello che, pur assolvendo un imputato da un’accusa (guida senza patente) per insussistenza del fatto, ne aveva confermato la condanna per altri reati: false dichiarazioni a un pubblico ufficiale (art. 495 c.p.), rifiuto di sottoporsi agli accertamenti sull’uso di sostanze stupefacenti (art. 187, co. 8, Codice della Strada) e resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.). La pena era stata conseguentemente rideterminata. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione sul ricorso inammissibile: i limiti della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. La Corte non può ‘rileggere’ gli elementi di prova o sostituire la propria valutazione a quella, logica e coerente, espressa dai giudici dei gradi precedenti. Il ricorrente è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha analizzato e respinto punto per punto i motivi del ricorso, fornendo importanti chiarimenti sui poteri del giudice di legittimità.

Il Travisamento della Prova: un motivo di ricorso inammissibile

Il motivo principale del ricorso era basato sul presunto travisamento della prova e vizio di motivazione. L’imputato sosteneva che i giudici di merito avessero valutato erroneamente le prove a suo carico. La Cassazione ha ritenuto questo motivo manifestamente infondato, spiegando che il ‘travisamento della prova’ è un vizio specifico che si concretizza solo quando il giudice utilizza un’informazione inesistente o ignora una prova decisiva. Nel caso di specie, invece, il ricorrente si limitava a proporre una diversa interpretazione del materiale probatorio, un’operazione che esula dai poteri della Corte. Richiedere una ‘rilettura’ degli elementi di fatto per giungere a conclusioni diverse è un tentativo di ottenere un nuovo giudizio di merito, non consentito in sede di legittimità.

La Valutazione della Pena e la Sospensione Condizionale

Anche le censure relative all’eccessività della pena e alla mancata concessione della sospensione condizionale sono state giudicate inammissibili. La Corte ha ribadito che la graduazione della pena, nel rispetto dei limiti fissati dagli artt. 132 e 133 del codice penale, è una valutazione discrezionale del giudice di merito. La Cassazione può sindacarla solo se la motivazione è palesemente illogica, cosa non avvenuta in questo caso. Analogamente, la decisione di negare la sospensione condizionale era stata adeguatamente motivata dalla Corte d’Appello con una prognosi negativa di recidiva, rendendo il relativo motivo di ricorso aspecifico e infondato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato e fondamentale. Chi intende ricorrere in Cassazione deve essere consapevole che non è sufficiente essere in disaccordo con la valutazione dei fatti compiuta dal giudice. È necessario, invece, individuare vizi specifici previsti dalla legge, come la manifesta illogicità della motivazione o l’errata applicazione di una norma di diritto. Proporre una semplice ricostruzione alternativa dei fatti porta inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso in Cassazione per travisamento della prova viene considerato inammissibile?
Un ricorso per travisamento della prova è inammissibile quando, invece di indicare in modo specifico una prova inesistente utilizzata dal giudice o una prova decisiva omessa, si tenta di proporre una diversa ricostruzione dei fatti. La Corte di Cassazione non può riesaminare il merito della vicenda, ma solo la corretta applicazione della legge.

La Corte di Cassazione può ridurre una pena ritenuta eccessiva?
No, la valutazione e la quantificazione della pena rientrano nella discrezionalità del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione del giudice è manifestamente illogica o assente, ma non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice precedente.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la decisione impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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