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Ricorso inammissibile per tentato furto: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per tentato furto in abitazione. Il ricorso è stato giudicato generico e basato su una rivalutazione dei fatti, non ammissibile in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Tentato Furto: Analisi di una Decisione della Cassazione

Presentare un’impugnazione in Cassazione richiede il rispetto di rigorosi requisiti di legge. Una recente ordinanza ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile non solo venga respinto, ma comporti anche conseguenze economiche per il ricorrente. Il caso analizzato riguarda una condanna per tentato furto in abitazione, confermata in appello e giunta al vaglio della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato in primo e secondo grado per tentato furto in abitazione, decideva di presentare ricorso per Cassazione. La sua difesa si basava su un unico motivo: l’illogicità della motivazione della Corte d’Appello. Secondo il ricorrente, i giudici di merito avrebbero dovuto interpretare diversamente i fatti, qualificando la sua condotta non come un tentativo di furto, ma al massimo come possesso ingiustificato di strumenti da scasso, un reato meno grave previsto dall’art. 707 del codice penale.

L’imputato sosteneva, in maniera assertiva, che la Corte territoriale avesse errato nella valutazione delle prove, senza però confrontarsi specificamente con gli elementi che avevano portato alla sua condanna.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha comportato due conseguenze dirette per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La Suprema Corte ha ritenuto che l’evidente inammissibilità dell’impugnazione rivelasse profili di colpa, giustificando così l’applicazione della sanzione pecuniaria.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile

La motivazione della Cassazione si fonda su principi consolidati del diritto processuale penale. I giudici hanno stabilito che il motivo di ricorso era del tutto generico e si limitava a proporre una lettura alternativa dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

Genericità e Assertività del Motivo d’Appello

Il ricorso è stato definito ‘versato in fatto’, poiché mirava a ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione del materiale probatorio, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. Il ricorrente non ha contestato un vizio di legge o un’illogicità manifesta della motivazione, ma si è limitato a sostenere che la Corte d’Appello avrebbe dovuto decidere diversamente.

La sentenza impugnata, invece, aveva chiaramente indicato gli elementi fattuali a sostegno della condanna per tentato furto: non solo la disponibilità di strumenti da scasso, ma anche l’accesso ingiustificato a uno stabile in cui i soggetti non risiedevano e il comportamento tenuto all’arrivo di un operante. Questi elementi, nel loro insieme, sono stati considerati ‘primi atti esecutivi’ del delitto di furto, e non meri atti preparatori.

La Condanna alle Spese e alla Sanzione Pecuniaria

La dichiarazione di un ricorso inammissibile comporta, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, quando l’inammissibilità è dovuta a colpa del ricorrente (come nel caso di motivi palesemente infondati o generici), il giudice dispone anche il pagamento di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata equamente determinata in tremila euro.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. È uno strumento volto a verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica delle motivazioni delle sentenze precedenti. Proporre un ricorso generico, che non si confronta analiticamente con la decisione impugnata, è una strategia destinata al fallimento e che espone a sanzioni economiche. La decisione serve da monito sull’importanza di formulare motivi di ricorso specifici, pertinenti e fondati su vizi di legittimità, evitando mere doglianze sulla valutazione delle prove.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo la decisione, un ricorso è inammissibile quando è generico, si basa su una rivalutazione dei fatti (e non su vizi di legge) e non si confronta con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, se l’inammissibilità è evidente e dovuta a colpa, anche al versamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

Quali elementi distinguono il tentato furto in abitazione dal semplice possesso di strumenti atti allo scasso?
La sentenza chiarisce che il tentato furto si configura quando, oltre al possesso degli strumenti, si compiono i primi atti esecutivi del reato. Nel caso specifico, questi atti includevano l’accesso ingiustificato a uno stabile e il comportamento tenuto dagli imputati, elementi che andavano oltre la mera preparazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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