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Ricorso inammissibile per spaccio: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per spaccio di lieve entità. I motivi sono stati respinti perché si limitavano a riproporre questioni di fatto già esaminate e disattese nei gradi di merito, senza sollevare valide questioni di legittimità.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Spaccio: Quando i Motivi non Superano il Vaglio della Cassazione

Presentare un ricorso in Corte di Cassazione richiede la formulazione di censure specifiche, attinenti alla violazione di legge e non alla ricostruzione dei fatti. Un’ordinanza recente ha ribadito questo principio fondamentale, dichiarando un ricorso inammissibile perché i motivi proposti si limitavano a ripresentare questioni già decise dai giudici di merito. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere i limiti del giudizio di legittimità.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Bari. L’imputato era stato ritenuto colpevole del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, qualificato come fatto di lieve entità ai sensi dell’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990. Insoddisfatto della decisione di secondo grado, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa ha basato il ricorso su due principali doglianze:
1. Erronea applicazione della legge penale: Si contestava la mancata prova certa della finalità di spaccio della sostanza rinvenuta, sostenendo che non fosse stata raggiunta una conclusione al di là di ogni ragionevole dubbio.
2. Manifesta illogicità della motivazione: Si lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, ritenendo la motivazione della Corte d’Appello su questo punto carente o illogica.

L’Analisi della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha ritenuto entrambi i motivi non meritevoli di accoglimento, giungendo a una declaratoria di inammissibilità. La Suprema Corte ha ricordato che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio nel merito, ma di un organo di legittimità. Ciò significa che non può riesaminare le prove o la ricostruzione dei fatti come operata dai giudici delle fasi precedenti, ma deve limitarsi a verificare la corretta applicazione delle norme giuridiche e la logicità della motivazione.

Le motivazioni

Nel dettaglio, la Corte ha spiegato le ragioni della sua decisione. Il primo motivo di ricorso è stato considerato inammissibile perché non faceva altro che riproporre profili di censura già ampiamente vagliati e motivatamente respinti dalla Corte d’Appello. Tentare di ottenere una nuova valutazione delle prove in sede di legittimità è un’operazione non consentita. Il ricorso, per essere ammissibile, deve individuare un vizio di legge o un’illogicità manifesta e decisiva nel ragionamento del giudice di merito, non semplicemente offrire una lettura alternativa dei fatti.

Anche il secondo motivo, relativo alle attenuanti generiche, è stato giudicato infondato. La Corte ha osservato che la motivazione fornita dalla Corte d’Appello sul punto era idonea e non illogica. Il giudice di merito aveva adempiuto al suo onere motivazionale, spiegando le ragioni del diniego. Contestare questa valutazione equivale a chiedere alla Cassazione di sostituire il proprio apprezzamento a quello del giudice di merito, cosa che esula dalle sue funzioni.

Le conclusioni

La decisione finale è stata la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza serve come importante monito: un ricorso per Cassazione deve essere fondato su vizi di legittimità specifici e non può trasformarsi in un tentativo di ottenere una terza valutazione dei fatti. La distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità è un pilastro del nostro sistema processuale e il suo rispetto è essenziale per l’ammissibilità dell’impugnazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati si limitavano a riproporre censure sui fatti già adeguatamente valutate e respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare reali questioni sulla corretta applicazione della legge (vizi di legittimità).

È possibile contestare in Cassazione il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche?
Sì, ma solo se la motivazione del giudice di merito è manifestamente illogica, contraddittoria o inesistente. Non è possibile contestarla semplicemente perché non si condivide la valutazione discrezionale fatta dal giudice, qualora questa sia supportata da una motivazione adeguata.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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