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Ricorso inammissibile per spaccio: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da due individui condannati per spaccio di stupefacenti. La Corte ha stabilito che le censure relative alla responsabilità penale e alla qualificazione del reato erano mere doglianze di fatto, non sindacabili in sede di legittimità. È stata inoltre confermata la decisione di non applicare l’ipotesi del fatto di lieve entità e le attenuanti generiche, data la gravità e l’organizzazione dell’attività illecita.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Spaccio: La Cassazione Conferma la Condanna

Quando un imputato si rivolge alla Corte di Cassazione, l’obiettivo è contestare la violazione della legge, non rimettere in discussione i fatti. Un recente provvedimento della Suprema Corte ha ribadito questo principio fondamentale, dichiarando un ricorso inammissibile in un caso di spaccio di stupefacenti. Questa decisione offre spunti cruciali sui limiti del giudizio di legittimità e sui criteri per la valutazione della gravità del reato e la concessione delle attenuanti.

I Fatti del Caso: La Gestione di una “Centrale” di Spaccio

Due soggetti venivano condannati nei gradi di merito per aver gestito un’articolata attività di spaccio in un quartiere di Napoli. Le indagini avevano rivelato un’organizzazione ben precisa: un’unità immobiliare fungeva da base operativa, mentre un vano adiacente era utilizzato come deposito per lo stupefacente. Uno degli imputati era stato osservato fare la spola tra i due locali, un dettaglio che, secondo i giudici, dimostrava il suo pieno coinvolgimento.

L’operazione delle forze dell’ordine aveva portato al sequestro di un ingente quantitativo di droga e di una cospicua somma di denaro, sproporzionata rispetto alla quantità di stupefacente pronto per la vendita immediata. A completare il quadro, l’attività era protetta da vedette e da un sistema di videosorveglianza a circuito chiuso, a testimonianza della professionalità e della sistematicità del traffico.

I Motivi del Ricorso Inammissibile: Tra Fatti e Diritto

Gli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali, tutti respinti dalla Corte perché ritenuti, a vario titolo, inammissibili.

La Responsabilità Penale e le “Mere Doglianze di Fatto”

Il primo motivo contestava la ricostruzione della responsabilità penale di uno degli imputati. La difesa sosteneva che non vi fossero prove sufficienti del suo coinvolgimento. La Cassazione ha bollato questa censura come ricorso inammissibile in quanto si trattava di una “mera doglianza in punto di fatto”. La Corte d’Appello aveva infatti fornito una motivazione logica e non manifestamente illogica, collegando la presenza dell’imputato, i suoi movimenti e la sproporzione tra droga e denaro. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito se questa è coerente e ben argomentata.

Il Reato di Lieve Entità (Art. 73, comma 5): Perché è stato Escluso?

Entrambi i ricorrenti chiedevano che il reato fosse riqualificato come “fatto di lieve entità”, una fattispecie che prevede pene molto più miti. Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile. La Suprema Corte ha ricordato che la valutazione sulla lieve entità deve essere complessiva e tenere conto di tutti gli indici sintomatici previsti dalla legge. Nel caso specifico, l’ingente quantitativo di droga, la notevole somma di denaro e, soprattutto, le modalità organizzate dell’attività (vedette, telecamere) erano elementi ostativi all’applicazione di tale beneficio.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Infine, i ricorrenti lamentavano la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. La Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, ribadendo un principio consolidato: le attenuanti generiche non sono un diritto conseguente alla sola assenza di elementi negativi. Al contrario, richiedono la presenza di “elementi di segno positivo” che giustifichino una riduzione della pena. La difesa non aveva fornito tali elementi, e la gravità del traffico di droga gestito dagli imputati rendeva, secondo la Corte, pienamente giustificato il diniego.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, nel dichiarare il ricorso inammissibile, ha sottolineato come tutti i motivi proposti si risolvessero in una richiesta di rivalutazione del merito dei fatti, preclusa in sede di legittimità. I giudici di secondo grado avevano applicato correttamente i principi di diritto sia nell’affermare la responsabilità penale, sia nell’escludere la lieve entità del fatto e nel negare le attenuanti. La motivazione della sentenza impugnata è stata ritenuta immune da vizi logici e giuridici, rendendo le censure dei ricorrenti mere ripetizioni di argomenti già vagliati e respinti.

Conclusioni: L’Importanza della Logicità della Sentenza di Merito

Questa ordinanza è un chiaro monito sull’ambito del giudizio di Cassazione. Non è una terza istanza di merito dove si possono ridiscutere le prove, ma una sede di legittimità dove si controlla la corretta applicazione delle norme. Quando una sentenza d’appello è basata su una motivazione logica, coerente e completa, un ricorso inammissibile è la conseguenza quasi inevitabile se le censure si limitano a proporre una diversa lettura dei fatti. La decisione conferma inoltre la severità con cui viene valutato il traffico di stupefacenti organizzato, escludendo benefici come la lieve entità o le attenuanti generiche in presenza di una struttura consolidata e di quantitativi importanti.

Quando un motivo di ricorso in Cassazione è considerato una ‘mera doglianza di fatto’ e quindi inammissibile?
Un motivo di ricorso è considerato una ‘mera doglianza di fatto’ quando critica la ricostruzione degli eventi operata dai giudici di merito (primo e secondo grado) senza dimostrare una palese illogicità nella loro motivazione. La Corte di Cassazione non può riesaminare le prove, ma solo verificare la corretta applicazione della legge.

Perché la Corte ha escluso la qualificazione del reato come di ‘lieve entità’?
La Corte ha ritenuto che l’ingente quantitativo di droga, la considerevole somma di denaro sequestrata e le modalità organizzate dello spaccio (con l’uso di vedette e un sistema di videosorveglianza) fossero elementi oggettivamente incompatibili con la fattispecie del fatto di lieve entità, che presuppone una minore offensività complessiva della condotta.

Quali sono i presupposti per la concessione delle circostanze attenuanti generiche?
Secondo quanto ribadito dalla Corte, per concedere le attenuanti generiche non basta l’assenza di elementi negativi sulla personalità dell’imputato, ma è necessaria la presenza di elementi di segno positivo che giustifichino una riduzione della pena. Nel caso specifico, i ricorrenti non hanno fornito tali elementi positivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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