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Ricorso inammissibile per spaccio: Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per spaccio di sostanze stupefacenti. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza del ricorso, che si limitava a riproporre questioni già valutate e respinte dalla Corte d’Appello. Le prove a carico dell’imputato, tra cui il possesso di 21 dosi di cocaina, sono state ritenute sufficienti a confermare la condanna, con l’aggiunta del pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma la Condanna per Spaccio

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione gestisce i ricorsi che non presentano validi motivi di diritto, ma cercano semplicemente di ottenere una nuova valutazione dei fatti. Quando un appello si rivela manifestamente infondato, la conseguenza è una declaratoria di ricorso inammissibile, che non solo rende definitiva la condanna ma comporta anche ulteriori sanzioni per il ricorrente. Analizziamo la decisione per comprendere i principi applicati.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da un’indagine della Polizia Giudiziaria su un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Durante le operazioni, un soggetto è stato fermato e trovato in possesso di 21 involucri contenenti cocaina, abilmente occultati negli indumenti intimi. Ulteriori elementi a suo carico derivavano dal fatto che riceveva costantemente chiamate da numeri di telefono sconosciuti, un comportamento tipico di chi gestisce una rete di spaccio.
Sulla base di queste prove, l’individuo è stato condannato nei primi due gradi di giudizio. La difesa ha quindi deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, contestando la valutazione dei fatti operata dalla Corte d’Appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con una motivazione sintetica ma incisiva, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si basa su un principio fondamentale del processo penale: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un giudice di legittimità. Il suo compito non è rivalutare le prove, ma verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica e priva di vizi evidenti.

Le Motivazioni del Ricorso Inammissibile

La Corte ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato per una ragione principale: l’appellante si era limitato a riproporre le stesse questioni già esaminate e risolte in modo esauriente dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, secondo la Cassazione, aveva fornito una motivazione “esente da manifeste illogicità” e coerente con quella del Tribunale di primo grado.
La sentenza di appello aveva spiegato, basandosi su “pertinenti massime di esperienza”, come le condotte osservate dalla Polizia (il possesso della droga suddivisa in dosi, le modalità di occultamento e le continue telefonate sospette) fossero inequivocabilmente riconducibili a un’attività di spaccio. Poiché il ricorso non sollevava nuove questioni di diritto o vizi procedurali, ma si limitava a contestare una valutazione dei fatti già consolidata, è stato considerato inammissibile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La declaratoria di inammissibilità ha comportato due conseguenze dirette per il ricorrente. In primo luogo, la condanna per spaccio è diventata definitiva. In secondo luogo, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha lo scopo di scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La decisione ribadisce un principio cardine: il ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi di legittimità della sentenza e non può essere utilizzato come un tentativo di ottenere una terza valutazione sul merito dei fatti.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché riproponeva le stesse questioni già esaminate e respinte in modo logico dalla Corte d’Appello, risultando quindi manifestamente infondato.

Quali prove sono state considerate decisive per la condanna?
Le prove decisive includevano le osservazioni della Polizia Giudiziaria, il rinvenimento di 21 involucri di cocaina occultati negli indumenti intimi del ricorrente e le continue chiamate ricevute da utenze sconosciute.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la decisione della Cassazione?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Di conseguenza, la sua condanna per spaccio è diventata definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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