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Ricorso inammissibile per rivalutazione dei fatti

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da due imputati condannati per furto aggravato. La Corte ha stabilito che il ricorso mirava a una non consentita rivalutazione dei fatti e delle prove, compito che esula dalle competenze del giudice di legittimità, confermando la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando la Rivalutazione dei Fatti è Vietata

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. La decisione sottolinea come un ricorso inammissibile sia la conseguenza inevitabile quando la difesa cerca di ottenere una nuova valutazione delle prove, anziché contestare specifici vizi di legge. Analizziamo il caso e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso

Due individui venivano condannati in primo grado e in appello per il reato di furto aggravato. La Corte di Appello di Venezia, con sentenza del 18 marzo 2024, confermava integralmente la decisione del primo giudice, ritenendo provata la loro colpevolezza sulla base delle prove raccolte.

Contro questa sentenza, gli imputati, tramite il loro difensore, proponevano un ricorso congiunto per cassazione. L’obiettivo era ottenere l’annullamento della condanna, contestando la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un pilastro del diritto processuale penale: la netta distinzione tra il giudizio di merito (primo e secondo grado) e il giudizio di legittimità (la Cassazione).

I Limiti del Giudizio di Cassazione

La Corte di Cassazione non ha il potere di riesaminare i fatti o di valutare nuovamente le prove (come le testimonianze o i documenti). Il suo compito è esclusivamente quello di verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e che la motivazione della sentenza sia logica e priva di vizi evidenti. Tentare di sollecitare una diversa lettura delle prove, come fatto nel caso di specie, trasforma il ricorso in un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio nel merito, cosa espressamente vietata.

Le Motivazioni: Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?

La Corte ha spiegato che l’unico motivo di ricorso presentato era diretto a sollecitare “una non consentita rivalutazione delle fonti probatorie e un inammissibile sindacato sulla ricostruzione dei fatti”. I ricorrenti, in sostanza, non hanno evidenziato errori di diritto o palesi illogicità nella motivazione della Corte d’Appello, ma hanno semplicemente proposto una versione dei fatti diversa e a loro più favorevole.

I giudici hanno inoltre precisato, richiamando consolidata giurisprudenza delle Sezioni Unite (tra cui la nota sentenza Filardo del 2020), che non è possibile mascherare una richiesta di riesame del merito dietro la denuncia di un presunto “vizio di violazione di legge”. Se non vi è un’espressa sanzione di inutilizzabilità, nullità o decadenza, la critica alla valutazione delle prove rimane confinata nell’ambito del merito e, pertanto, non può essere oggetto del giudizio di Cassazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza serve come monito per chi intende adire la Suprema Corte. Le implicazioni sono chiare:

1. Focalizzazione sui Vizi di Legittimità: Un ricorso per cassazione ha speranza di successo solo se si concentra su errori di diritto (violazione o errata applicazione della legge) o su vizi di motivazione macroscopici e manifestamente illogici, e non sulla speranza che la Cassazione possa “credere” a una diversa ricostruzione dei fatti.
2. Conseguenze Economiche: La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per i ricorrenti di pagare le spese processuali e una somma di denaro alla Cassa delle ammende, in questo caso quantificata in 3.000,00 euro.

In definitiva, la decisione riafferma la funzione nomofilattica della Corte di Cassazione, custode della corretta applicazione della legge, e non giudice dei fatti per la terza volta.

Perché il ricorso presentato dagli imputati è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché mirava a ottenere una nuova valutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti, attività che non rientrano nelle competenze della Corte di Cassazione, la quale si limita a un controllo sulla corretta applicazione della legge.

Cosa non può fare la Corte di Cassazione quando esamina un ricorso?
La Corte di Cassazione non può riesaminare il merito della vicenda, ovvero non può rivalutare le prove come testimonianze o documenti per decidere se l’imputato sia colpevole o innocente. Il suo compito è verificare che il processo si sia svolto secondo le regole e che la legge sia stata interpretata correttamente.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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