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Ricorso inammissibile per ricettazione: la Cassazione

Un individuo ha impugnato in Cassazione una sentenza di condanna per ricettazione di un ciclomotore, contestando l’elemento del dolo. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, giudicando il motivo di impugnazione come generico e meramente ripetitivo di argomentazioni già respinte in appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non entra nel merito

Un ricorso inammissibile rappresenta una delle barriere procedurali più significative nel sistema giudiziario italiano. Significa che l’impugnazione non viene nemmeno esaminata nel suo contenuto, ma viene respinta per motivi di forma o di sostanza. L’ordinanza in commento della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica, in un caso relativo al reato di ricettazione, mettendo in luce l’importanza di formulare motivi di ricorso specifici e non meramente ripetitivi.

Il Contesto del Caso: Ricettazione e Dolo

La vicenda processuale trae origine da una condanna per il reato di ricettazione, emessa dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato ritenuto colpevole di aver ricevuto un ciclomotore di provenienza illecita. Il fulcro del ricorso per Cassazione, presentato dalla difesa, verteva proprio sull’elemento psicologico del reato: il dolo. La difesa contestava l’inosservanza della legge penale, in particolare dell’articolo 533 del codice di procedura penale, sostenendo che non fosse stata raggiunta la piena prova della consapevolezza, da parte dell’imputato, che il veicolo fosse rubato.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente, quello della validità stessa dell’impugnazione. La conseguenza diretta di tale pronuncia è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione prevista proprio per i casi di inammissibilità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua scelta in modo netto e conciso. Il motivo di ricorso è stato qualificato come “generico e reiterativo”.

* Genericità: Il ricorso non individuava specifici vizi di legittimità nella sentenza impugnata, ma si limitava a contestare in modo astratto la valutazione sul dolo.
* Reiteratività: Le argomentazioni presentate erano, in sostanza, le stesse già esposte e debitamente esaminate (e respinte) dalla Corte d’Appello. Il ricorso non introduceva nuovi profili di critica giuridica, ma tentava di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, cosa che esula dai suoi poteri.

La Suprema Corte ha sottolineato come la sentenza d’appello avesse fornito una “congrua e non illogica motivazione” e avesse condotto un “adeguato esame delle deduzioni difensive”. In altre parole, il giudice di secondo grado aveva già risposto in modo esauriente alle obiezioni della difesa, rendendo la loro riproposizione in Cassazione un atto processualmente inutile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è quello di riesaminare i fatti come se fosse un terzo grado di giudizio, ma di verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato le loro decisioni in modo logico e coerente. Un ricorso che si limiti a lamentare un presunto errore di valutazione delle prove, senza dimostrare un vizio logico-giuridico palese nella motivazione, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Per gli operatori del diritto, questo serve da monito: un ricorso per Cassazione deve essere un’analisi critica e puntuale della sentenza impugnata, non una semplice ripetizione delle difese già svolte.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte di Cassazione lo ha ritenuto generico e reiterativo, ovvero si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e motivatamente respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare valide censure sulla legittimità della sentenza.

Qual era l’oggetto principale del ricorso presentato?
L’oggetto principale del ricorso era la contestazione del dolo nel reato di ricettazione di un ciclomotore, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nel ritenere provata la consapevolezza della provenienza illecita del bene.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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