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Ricorso inammissibile per ricettazione: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da due individui condannati per ricettazione. L’inammissibilità è stata motivata dalla genericità e manifesta infondatezza dei motivi, che si limitavano a riproporre argomentazioni già respinte nei gradi di giudizio precedenti. La Corte ha confermato la condanna, sottolineando come la responsabilità penale derivasse non solo da testimonianze, ma anche dalla mancata dimostrazione della lecita provenienza di merce con marchi noti.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile per ricettazione: la Cassazione chiarisce i requisiti

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce importanti chiarimenti sui motivi che portano a dichiarare un ricorso inammissibile, specialmente in casi di ricettazione. La decisione sottolinea come la genericità e la ripetitività dei motivi di appello costituiscano un ostacolo insormontabile per l’accesso al giudizio di legittimità, confermando la condanna emessa nei gradi precedenti. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere i requisiti di specificità richiesti dalla legge per un’efficace impugnazione.

I Fatti del Caso: La Condanna per Ricettazione

Due soggetti venivano condannati in primo e secondo grado per il reato di ricettazione. La Corte d’Appello aveva confermato la loro responsabilità penale sulla base di diversi elementi. Tra questi, le dichiarazioni testimoniali e, soprattutto, la mancata allegazione da parte degli imputati di una licenza per l’uso dei marchi o di una prova della legittima provenienza della merce. La merce in questione era caratterizzata da una vasta gamma di prodotti con marchi notori, un fattore che ha pesato significativamente sulla valutazione dei giudici.

I Motivi del Ricorso e l’Analisi della Corte

Gli imputati proponevano ricorso in Cassazione basandosi su quattro motivi principali:
1. Nullità del capo di imputazione per presunta genericità.
2. Vizio di motivazione riguardo alla prova della responsabilità penale.
3. Violazione di norme procedurali in materia di testimonianze.
4. Mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La Suprema Corte ha esaminato ciascun motivo, giungendo a una conclusione netta di inammissibilità per tutti.

Le Motivazioni della Decisione: un ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su argomentazioni precise e rigorose, evidenziando le carenze strutturali del ricorso presentato.

La Genericità e Ripetitività dei Motivi

Il primo motivo, relativo alla nullità dell’imputazione, è stato ritenuto manifestamente infondato, in quanto la Corte di merito aveva già rigettato la stessa eccezione con argomenti logici e giuridici corretti. I secondi e terzi motivi sono stati giudicati privi di specificità. Gli appellanti, infatti, non hanno fatto altro che riproporre le medesime ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice d’appello, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che, ai sensi dell’art. 591, comma 1, lett. c), cod. proc. pen., l’inammissibilità deriva proprio dalla mancanza di correlazione tra le argomentazioni della decisione impugnata e quelle poste a fondamento del ricorso.

L’Inapplicabilità della Causa di Non Punibilità

Anche il quarto motivo, concernente la particolare tenuità del fatto, è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte territoriale aveva escluso tale causa di non punibilità con una motivazione esente da vizi logici, sottolineando la “sistematicità delle condotte”. Questo elemento indicava un’attività non occasionale ma organizzata, incompatibile con il requisito della particolare tenuità richiesto dalla norma. Anche in questo caso, i ricorrenti avevano omesso di confrontarsi con tale specifica argomentazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: un ricorso, per essere ammissibile, deve essere specifico e confrontarsi puntualmente con le ragioni della decisione che si intende impugnare. Non è sufficiente riproporre doglianze generiche o già respinte. La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per i ricorrenti di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria. Questo serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione rigorosi e ben argomentati, capaci di superare il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi sono privi di specificità, ovvero si limitano a riproporre le stesse ragioni già discusse e respinte nei gradi di giudizio precedenti senza un confronto critico con la sentenza impugnata, oppure quando sono manifestamente infondati.

Perché la Corte ha rigettato la richiesta di applicare la “particolare tenuità del fatto”?
La richiesta è stata rigettata perché la Corte territoriale ha riscontrato una “sistematicità delle condotte”, indicando che le azioni degli imputati non erano un episodio isolato e di lieve entità, ma parte di un’attività reiterata e organizzata, caratteristica che esclude l’applicabilità di tale causa di non punibilità.

Quali elementi hanno fondato la condanna per ricettazione in questo caso?
La condanna si è basata su più elementi: non solo sulle dichiarazioni di un testimone, ma anche sulla mancata dimostrazione, da parte degli imputati, della titolarità di una licenza per l’uso dei marchi o della legittima provenienza della merce, considerata anche la vasta e variegata tipologia di prodotti con marchi notori in loro possesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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