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Ricorso inammissibile per ricettazione: la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione di un erpice agricolo. I motivi del ricorso sono stati giudicati generici, ripetitivi e finalizzati a una non consentita rivalutazione dei fatti. La Corte ha inoltre chiarito che, ai fini della prescrizione, il calcolo dei periodi di sospensione ha correttamente impedito l’estinzione del reato, rendendo il ricorso inammissibile.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile per ricettazione: la specificità dei motivi è cruciale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7487/2024, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare le prove. Questa pronuncia offre spunti importanti sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi e sul corretto calcolo della prescrizione. La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile sottolinea la necessità per la difesa di presentare motivi specifici e pertinenti, anziché limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di ricettazione, avente ad oggetto un erpice agricolo. L’imputato, dopo la conferma della sua responsabilità penale da parte della Corte d’Appello, ha deciso di presentare ricorso in Cassazione, affidandosi a tre distinti motivi per contestare la sentenza di secondo grado.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha basato il ricorso su tre argomentazioni principali:

1. Carenza di prova: Si contestava la sussistenza della prova della responsabilità penale, cercando di ottenere una rivalutazione delle fonti probatorie e una ricostruzione alternativa dei fatti.
2. Mancato riconoscimento della lieve entità: Si lamentava il mancato riconoscimento dell’attenuante della particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 648 del codice penale, in relazione al valore del bene ricettato.
3. Errato calcolo della prescrizione: Si sosteneva che la Corte d’Appello avesse erroneamente incluso un periodo di rinvio di 37 giorni nel computo del tempo di sospensione della prescrizione, chiedendo di dichiarare estinto il reato.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha respinto in toto le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una valutazione critica di ciascun motivo.

Genericità e Reiterazione dei Motivi

I primi due motivi sono stati giudicati privi di ‘concreta specificità’. La Corte ha osservato che l’imputato non ha sollevato vizi di legittimità della sentenza impugnata, ma si è limitato a riproporre le stesse doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Questo approccio trasforma il ricorso in un tentativo di ottenere un nuovo giudizio di merito, compito che non spetta alla Corte di Cassazione, la quale è giudice della legittimità e non dei fatti.

Irrilevanza del Calcolo della Prescrizione

Anche il terzo motivo, relativo alla prescrizione, è stato considerato irrilevante. I giudici hanno spiegato che, anche escludendo il contestato periodo di 37 giorni dal calcolo della sospensione, il tempo totale di sospensione validamente accertato (sei mesi e otto giorni) era comunque sufficiente a impedire il maturare della prescrizione prima della data della sentenza d’appello. Pertanto, la questione sollevata era ininfluente ai fini della decisione.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione dell’ordinanza si concentra sulla funzione del giudizio di legittimità e sui requisiti formali del ricorso. La Cassazione non può riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito. Un ricorso, per essere ammissibile, deve individuare specifici errori di diritto o vizi logici nella motivazione della sentenza impugnata, e non può limitarsi a una generica contestazione. La Corte ha sottolineato come la difesa non sia riuscita a correlare le proprie argomentazioni con la complessa e articolata motivazione della sentenza d’appello, cadendo così in un vizio di mancanza di specificità. Per quanto riguarda la prescrizione, la decisione evidenzia come il calcolo debba essere rigoroso e come anche un errore, se irrilevante ai fini del risultato finale, non possa portare all’annullamento della sentenza.

Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma che la strada verso la Corte di Cassazione è stretta e richiede un’estrema perizia tecnica. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione di merito; è necessario dimostrare che tale decisione viola la legge o è viziata da un’illogicità manifesta. La dichiarazione di ricorso inammissibile non è solo una questione procedurale, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, rendendo ancora più evidente l’importanza di una valutazione attenta prima di intraprendere questa via giudiziaria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici, ripetitivi delle argomentazioni già respinte in appello e miravano a una rivalutazione dei fatti, attività non consentita nel giudizio di Cassazione.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’ o ‘privo di specificità’?
Significa che il motivo non individua un preciso errore di diritto o un vizio logico nella sentenza impugnata, ma si limita a contestare la decisione nel suo complesso o a riproporre le stesse tesi difensive, senza confrontarsi specificamente con le ragioni esposte dal giudice del merito.

La prescrizione del reato era maturata nel caso di specie?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, anche senza considerare un breve periodo di sospensione contestato dalla difesa, il tempo totale di sospensione correttamente calcolato era sufficiente a impedire che il termine di prescrizione scadesse prima della data della sentenza d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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