LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile per resistenza: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per resistenza a pubblico ufficiale. L’appello è stato respinto in quanto mirava a una nuova valutazione dei fatti e della pena, attività preclusa in sede di legittimità. La Corte ha ritenuto logica e giuridicamente corretta la decisione della Corte d’Appello, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non riesamina i fatti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non è un terzo grado di merito. La Suprema Corte ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per resistenza a pubblico ufficiale, chiarendo i limiti entro cui è possibile contestare una sentenza di condanna.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza della Corte di Appello che aveva confermato la condanna di un individuo per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’articolo 337 del codice penale. Secondo la ricostruzione dei giudici di merito, la condotta di resistenza si era manifestata attraverso una fuga, ritenuta oggettivamente offensiva e idonea a ostacolare l’operato delle forze dell’ordine. L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la Dichiarazione di Ricorso Inammissibile

Il ricorrente ha basato la sua difesa su due principali argomenti:
1. La contestazione della sua responsabilità penale, sostenendo che la sua condotta di fuga non integrasse gli estremi del reato di resistenza.
2. La critica alla determinazione del trattamento sanzionatorio e al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ritenuto entrambi i motivi non ammissibili, portando a una declaratoria di ricorso inammissibile. Questo perché le censure mosse dal ricorrente non denunciavano vizi di legge o difetti logici della motivazione, ma si risolvevano in una richiesta di rivalutazione dei fatti e delle prove, attività che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha spiegato che il suo ruolo, in sede di legittimità, è quello di verificare la corretta applicazione delle norme giuridiche e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, non di sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito.

Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno osservato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione giuridicamente corretta, coerente e priva di manifeste incongruenze sia sulla sussistenza del reato di resistenza sia sulla dosimetria della pena. La valutazione della Corte territoriale era basata sulle emergenze processuali e supportata da un’analisi adeguata delle argomentazioni difensive. Di conseguenza, il giudizio di merito non era censurabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione sottolinea un principio cruciale: chi intende impugnare una sentenza in Cassazione deve concentrarsi su specifici vizi di legittimità (come l’errata interpretazione di una norma o una motivazione palesemente illogica o contraddittoria) e non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni fattuali già respinte nei gradi di merito. L’esito del ricorso inammissibile comporta, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

Perché un ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile in un caso di resistenza a pubblico ufficiale?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni proposte non contestavano vizi di legge, ma miravano a ottenere una nuova valutazione dei fatti e dell’adeguatezza della pena, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione in sede di legittimità.

La fuga può configurare il reato di resistenza a pubblico ufficiale?
Sì, secondo quanto confermato dalla decisione in esame, che ha ritenuto corretta la valutazione della Corte d’Appello, la fuga può integrare il reato di resistenza ex art. 337 c.p. quando presenta un carattere oggettivamente offensivo tale da ostacolare l’azione del pubblico ufficiale.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile, il ricorrente, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata quantificata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati