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Ricorso inammissibile per resistenza a pubblico ufficiale

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per resistenza a pubblico ufficiale. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso erano una mera riproduzione di argomentazioni già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, la quale aveva confermato la responsabilità dell’imputato per la sua condotta violenta (calci e pugni) durante un tentativo di identificazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello è Solo una Ripetizione

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione affronti i ricorsi che non presentano validi motivi di diritto, confermando la condanna per resistenza a pubblico ufficiale e dichiarando il ricorso inammissibile. Questo caso sottolinea un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma una sede per verificare la corretta applicazione della legge.

I Fatti alla Base della Vicenda Giudiziaria

La vicenda trae origine da una condanna per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’articolo 337 del codice penale. L’imputato era stato ritenuto responsabile di aver tenuto una condotta violenta nei confronti di un agente che, dopo un tentativo di fuga da parte dell’individuo, lo aveva fermato per procedere alla sua identificazione. La violenza si era manifestata attraverso calci e pugni, un comportamento che integra pienamente la fattispecie criminosa contestata.

La decisione era stata confermata dalla Corte d’Appello, che aveva valutato attentamente le prove e ritenuto provata la responsabilità penale dell’imputato. Nonostante ciò, l’imputato ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della condanna.

La Decisione della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, con la presente ordinanza, ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente, dichiarando il suo ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza, ma si ferma a un’analisi preliminare dei motivi di ricorso. La Corte ha stabilito che le argomentazioni presentate non erano idonee a giustificare un esame più approfondito, portando a una condanna definitiva e all’imposizione di ulteriori sanzioni economiche.

Le Motivazioni della Decisione

Il fulcro della decisione della Corte risiede nella natura dei motivi di ricorso. I giudici hanno osservato che l’unico motivo presentato era “meramente riproduttivo” di censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. In altre parole, il ricorrente non ha sollevato nuove questioni di diritto o vizi procedurali, ma ha semplicemente riproposto le stesse argomentazioni difensive già ritenute infondate nel precedente grado di giudizio.

La Corte di Cassazione non ha il compito di riesaminare i fatti come un giudice di merito. Il suo ruolo è quello di “giudice della legittimità”, ovvero di controllare che i giudici dei gradi inferiori abbiano applicato correttamente le norme di legge e abbiano motivato le loro decisioni in modo logico e coerente. Un ricorso che si limita a contestare la valutazione delle prove fatta dal giudice d’appello, senza individuare un errore di diritto, è destinato all’inammissibilità. La Corte ha ribadito che la valutazione delle modalità della condotta violenta era stata compiuta correttamente dal giudice di merito, rendendo superflua ogni ulteriore discussione.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza serve da monito: per accedere al giudizio della Corte di Cassazione è indispensabile formulare censure specifiche, che attengano a violazioni di legge o a vizi logici manifesti della motivazione. La semplice riproposizione di doglianze già vagliate e respinte in appello non costituisce un motivo valido di ricorso. Tale strategia processuale si rivela non solo inefficace, ma anche controproducente, poiché comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie con una sanzione di tremila euro.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato ritenuto una mera riproduzione di motivi di censura già adeguatamente esaminati e respinti dalla Corte d’Appello, senza sollevare nuove questioni di diritto.

Qual era il reato contestato al ricorrente?
Al ricorrente è stato contestato il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 337 del codice penale, per aver usato violenza (calci e pugni) contro un agente che cercava di identificarlo.

Quali sono state le conseguenze economiche della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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