Ricorso Inammissibile per Recidiva: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione
L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione gestisca un ricorso inammissibile, in particolare quando la questione centrale riguarda il riconoscimento della recidiva. Comprendere i motivi di tale decisione è fondamentale per capire i limiti del giudizio di legittimità e le conseguenze per chi presenta un’impugnazione priva dei requisiti di fondatezza.
I Fatti del Caso
Un individuo, già condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Bari, ha presentato ricorso per Cassazione. L’oggetto della sua contestazione era la decisione dei giudici di merito di confermare la recidiva, una circostanza aggravante che incide notevolmente sulla determinazione della pena. Il ricorrente sosteneva, in sostanza, che la valutazione della Corte d’Appello fosse errata.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte, con l’ordinanza del 6 giugno 2025, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione (cioè, se il riconoscimento della recidiva fosse giusto o sbagliato), ma si ferma a un livello precedente, valutando la stessa ammissibilità dell’impugnazione. La conseguenza diretta di questa declaratoria è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile
La Corte ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato. Secondo gli Ermellini, l’unica censura mossa dal ricorrente era palesemente priva di pregio. La sentenza impugnata non presentava errori nell’interpretazione delle norme di riferimento e, soprattutto, era supportata da una motivazione considerata “sufficiente e non illogica”.
I giudici di legittimità hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva esaminato adeguatamente le argomentazioni difensive, rendendo il suo giudizio di merito incensurabile in sede di Cassazione. Il ruolo della Cassazione, infatti, non è quello di riesaminare i fatti come un terzo grado di giudizio, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Se la motivazione è solida e logica, la Cassazione non può intervenire.
Le Conseguenze del Ricorso Inammissibile
La dichiarazione di inammissibilità fa scattare le disposizioni dell’articolo 616 del Codice di Procedura Penale. Questa norma prevede, oltre alla condanna alle spese del procedimento, il pagamento di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende. Tale misura ha una funzione sanzionatoria e dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il ricorso per Cassazione non è una terza istanza di merito. Per avere una possibilità di successo, un ricorso deve evidenziare vizi specifici della sentenza impugnata, come errori di diritto o difetti manifesti e illogici nella motivazione. Un’impugnazione che si limiti a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dai giudici di merito con motivazione adeguata è destinata a essere dichiarata inammissibile. Per i professionisti legali e i loro assistiti, ciò significa che la strategia difensiva deve essere mirata a individuare vizi concreti e non a sperare in una semplice rivalutazione dei fatti.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso viene dichiarato inammissibile quando la censura prospettata è manifestamente infondata, ovvero appare priva di qualsiasi fondamento giuridico in modo evidente.
Cosa significa che una sentenza è sorretta da motivazione sufficiente e non illogica?
Significa che il giudice di merito ha spiegato le ragioni della sua decisione in modo completo, coerente e logico, esaminando le argomentazioni della difesa. Tale motivazione rende la valutazione dei fatti non sindacabile in sede di Cassazione.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 30961 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 30961 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 06/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a BARI il 24/08/1994
avverso la sentenza del 27/02/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe; esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché l’unica censura prospettata, relativa confermato riconoscimento della recidiva, è manifestamente infondata / atteso che la sentenza impugnata, estranea a profili di erronea interpretazione del dato normativo di riferimento, risu altresì sorretta da sufficiente e non illogica motivazione e da adeguato esame delle deduzioni difensive. sul punto così da rendere il relativo giudizio di merito non censurabile in questa sed t rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 c proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in data 6 Giugno 2025.