Ricorso Inammissibile: Quando la Prescrizione Annulla la Discussione
L’esito di un processo penale può essere determinato da molteplici fattori, non sempre legati all’accertamento della colpevolezza o dell’innocenza. Uno di questi è la prescrizione, un istituto giuridico che estingue il reato per il semplice trascorrere del tempo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come la prescrizione possa rendere un ricorso inammissibile, chiudendo di fatto ogni discussione nel merito. Analizziamo questo caso per capire le dinamiche procedurali e le conseguenze pratiche.
I Fatti del Caso
Un imputato proponeva ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Quest’ultima, riformando parzialmente la decisione di primo grado, aveva già dichiarato estinti per prescrizione i delitti a lui contestati, tra cui furto aggravato. Nonostante l’estinzione del reato, l’imputato decideva comunque di impugnare la sentenza, lamentando una violazione della legge penale e un difetto di motivazione in relazione ai criteri di commisurazione della pena (art. 133 c.p.).
La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile
La Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel vivo delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si è fermata a una valutazione preliminare, basata su un presupposto fondamentale: l’avvenuta estinzione del reato per prescrizione.
La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione tipica per i ricorsi giudicati inammissibili.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della Corte è tanto sintetica quanto chiara. Il ricorso è stato definito ‘manifestamente infondato’. Il motivo centrale risiede nel fatto che il reato si era già estinto per prescrizione in una data precedente (6 agosto 2023). Poiché l’oggetto principale del processo penale – l’accertamento di una responsabilità per un reato – era venuto meno, qualsiasi discussione su aspetti correlati, come la motivazione sulla determinazione della pena, perdeva di ogni rilevanza giuridica.
In altre parole, se il reato non esiste più per la legge, non ha senso discutere su come avrebbe dovuto essere punito. La prescrizione ha l’effetto di ‘cancellare’ la rilevanza penale del fatto, rendendo superfluo e quindi inammissibile un ricorso che pretenda di analizzarne gli aspetti sanzionatori.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio procedurale cruciale: l’interesse ad agire. Per poter presentare un ricorso, è necessario avere un interesse concreto e attuale a ottenere una modifica della sentenza impugnata. Nel momento in cui il reato è dichiarato estinto per prescrizione, l’imputato ha già ottenuto il risultato più favorevole possibile (l’assenza di una condanna penale), e quindi viene meno il suo interesse a contestare altri aspetti della sentenza, come la motivazione.
La decisione sottolinea come un ricorso presentato in tali circostanze non solo sia destinato al fallimento, ma comporti anche conseguenze economiche negative per chi lo propone. La condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione alla Cassa delle ammende funge da deterrente contro la presentazione di impugnazioni dilatorie o palesemente prive di fondamento giuridico.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘manifestamente infondato’. Il reato oggetto del contendere era già stato estinto per prescrizione in data 6 agosto 2023, rendendo inutile e priva di interesse ogni discussione sui motivi di appello.
Cosa comporta l’estinzione del reato per prescrizione?
In base a questa ordinanza, l’estinzione del reato per prescrizione fa venir meno l’oggetto stesso del processo penale. Di conseguenza, il giudice non può esaminare nel merito le questioni sollevate dall’imputato, come quelle relative alla motivazione della pena, poiché il reato non è più giuridicamente perseguibile.
Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo specifico caso, quattromila euro) in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1998 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 1998 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: PILLA EGLE
Data Udienza: 04/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a BOLOGNA il 30/11/1972
avverso la sentenza del 17/04/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
Rilevato che COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Bologna, che in parziale riforma della pronunzia di primo grado, ha dichiarato estinti per prescrizione i delitti di cui agli artt. 624, 625 cod. pen. e art. 55 L. 231/2007;
Considerato che il primo ed unico motivo di ricorso, con il quale il ricorrente contesta la violazione della legge penale e carenza di motivazione in relazione all’art. 133 cod. pen., è manifestamente infondato poiché il reato è estinto per prescrizione in data 6 agosto 2023
Ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di quattromila euro in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 4 dicembre 2024 Il consi GLYPH tens GLYPH I rgitinte