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Ricorso inammissibile per parcheggiatore abusivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per l’attività di parcheggiatore abusivo. La Corte ha ritenuto che l’appello fosse una mera riproposizione dei motivi precedenti, senza un confronto effettivo con la sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione sul Caso del Parcheggiatore Abusivo

L’ordinanza della Corte di Cassazione che analizziamo oggi offre uno spunto fondamentale sul concetto di ricorso inammissibile e sulle conseguenze di un’impugnazione presentata senza un effettivo e critico confronto con la decisione contestata. Il caso riguarda un individuo condannato per aver svolto l’attività di parcheggiatore abusivo, una violazione prevista dal Codice della Strada.

I Fatti del Caso

Un soggetto veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Termini Imerese alla pena di quattro mesi di arresto e 1.500 euro di ammenda per aver violato l’articolo 7, comma 15-bis, del Codice della Strada. La condanna veniva successivamente confermata dalla Corte di Appello di Palermo. L’imputato era stato osservato dalle forze di Polizia Giudiziaria per almeno tre volte mentre gestiva un parcheggio, indicando i posti liberi agli automobilisti e chiedendo loro del denaro.

Contro la sentenza di secondo grado, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione riguardo alla valutazione delle prove che avevano portato all’affermazione della sua responsabilità penale.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. Secondo i giudici, il ricorso non faceva altro che riproporre le stesse argomentazioni già presentate nel precedente grado di giudizio, senza però confrontarsi specificamente con le motivazioni addotte dalla Corte di Appello per confermare la condanna. Questo approccio rende l’impugnazione sterile e, appunto, inammissibile.

Il Principio di Diritto della Cassazione

La Corte ha richiamato un importante principio, già affermato dalle Sezioni Unite (sent. Galtelli, n. 8825/2017), secondo cui i motivi di ricorso per Cassazione devono contenere una critica specifica e puntuale delle argomentazioni della sentenza impugnata. Non è sufficiente ripetere le doglianze precedenti; è necessario dimostrare perché la decisione del giudice di merito sia errata, confrontandosi direttamente con il suo ragionamento. In mancanza di questo confronto, il ricorso si rivela un tentativo infruttuoso di ottenere una nuova valutazione dei fatti, compito precluso alla Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni alla base della declaratoria di inammissibilità sono chiare e nette. In primo luogo, il motivo di ricorso è stato giudicato ‘manifestamente infondato’ e una semplice ‘riproposizione di motivo di gravame’. L’imputato non ha instaurato un ‘effettivo confronto con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata’. I giudici di merito, sia in primo che in secondo grado, avevano già compiuto una valutazione completa e logica della condotta dell’imputato, basata sulle osservazioni dirette degli organi di Polizia Giudiziaria. La Cassazione, non potendo riesaminare i fatti, ha constatato come il ricorrente non avesse evidenziato vizi logici o giuridici nel percorso argomentativo dei giudici precedenti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è essenziale che i motivi di impugnazione siano specifici, pertinenti e che si confrontino criticamente con la decisione che si intende contestare. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo il rigetto, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma aggiuntiva alla Cassa delle Ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro, rendendo l’impugnazione un’opzione non solo inefficace ma anche economicamente onerosa.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era una semplice riproposizione dei motivi già presentati in appello, senza un confronto specifico e critico con le argomentazioni della sentenza impugnata, risultando così manifestamente infondato.

Qual era la condotta specifica che ha portato alla condanna?
L’imputato è stato condannato per aver esercitato l’attività di parcheggiatore abusivo. Era stato osservato dalle forze dell’ordine, per almeno tre volte, mentre gestiva il parcheggio, indicava i posti liberi agli automobilisti e chiedeva loro delle monete.

Quali sono le conseguenze economiche della declaratoria di inammissibilità?
Oltre a vedere la sua condanna diventare definitiva, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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