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Ricorso inammissibile per motivi già esaminati

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3910/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per ricettazione. Il motivo risiede nel fatto che l’appellante ha riproposto le medesime censure di fatto già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare nuove questioni di diritto. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

L’ordinanza n. 3910 del 2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso inammissibile. Quando un’impugnazione si limita a ripetere argomenti di fatto già valutati nei precedenti gradi di giudizio, la Suprema Corte non può fare altro che dichiararne l’inammissibilità. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio i confini del giudizio di legittimità e le conseguenze per chi presenta un ricorso non fondato su vizi di legge.

Il Percorso Giudiziario: Dalla Condanna alla Cassazione

Il caso in esame ha origine da una sentenza di condanna per il reato di ricettazione, confermata dalla Corte d’Appello di Palermo. L’imputato, ritenuto responsabile di aver ricevuto beni di provenienza illecita, decideva di presentare ricorso per Cassazione. La sua difesa si concentrava su un unico motivo: una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione riguardo alla sussistenza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero la consapevolezza dell’origine delittuosa della merce.

Il Principio del Ricorso Inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha stroncato sul nascere le argomentazioni difensive. I giudici hanno rilevato che il motivo del ricorso era ‘meramente riproduttivo’ di censure già sollevate e respinte dalla Corte d’Appello. In altre parole, l’imputato non ha evidenziato un errore nell’applicazione della legge o un’illogicità manifesta nel ragionamento dei giudici di merito, ma ha tentato di ottenere una terza valutazione dei medesimi fatti. Questo tentativo si scontra con la natura stessa della Corte di Cassazione, che è un ‘giudice di legittimità’ e non un ‘giudice di merito’. Il suo compito non è rivalutare le prove, ma assicurare che la legge sia stata interpretata e applicata correttamente.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La motivazione della Corte è netta e si fonda su un orientamento giurisprudenziale consolidato. I giudici hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva già esaminato in modo approfondito e con argomenti logici e corretti le questioni sollevate dalla difesa, giungendo a una conclusione ben motivata sulla colpevolezza dell’imputato. Riproporre gli stessi argomenti in sede di legittimità, senza individuare specifici vizi di diritto, trasforma il ricorso in un tentativo inammissibile di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. La Corte ha richiamato la propria giurisprudenza costante in materia di elemento soggettivo della ricettazione, confermando la correttezza della decisione impugnata.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato due conseguenze dirette per il ricorrente. In primo luogo, la condanna è diventata definitiva. In secondo luogo, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario. La decisione, quindi, non solo definisce un caso specifico, ma ribadisce un monito importante: il ricorso in Cassazione è uno strumento per far valere errori di diritto, non un’ulteriore opportunità per discutere i fatti.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso viene dichiarato inammissibile quando si limita a riproporre censure in punto di fatto che sono già state vagliate e respinte dalla corte di merito, senza dedurre reali violazioni di legge o vizi logici della motivazione.

Cosa significa che la Corte di Cassazione non è un giudice di merito?
Significa che la Corte non può riesaminare le prove o ricostruire i fatti del processo. Il suo compito è esclusivamente quello di verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme di legge e abbiano giustificato la loro decisione con una motivazione logica e coerente.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Oltre a rendere definitiva la condanna, la dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione non consentita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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