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Ricorso inammissibile per motivi generici: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna a quattro mesi di arresto. Il motivo, basato sull’eccessività della pena, è stato ritenuto generico e assertivo, in quanto non si confrontava con la motivazione della sentenza d’appello, che aveva già concesso le attenuanti generiche nella massima estensione pur a fronte di numerosi precedenti penali. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, una fase delicata che richiede precisione e argomentazioni solide. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un’impugnazione mal formulata possa portare a un esito sfavorevole, culminando in un ricorso inammissibile. Questo non solo rende definitiva la condanna, ma comporta anche ulteriori conseguenze economiche per il ricorrente. Analizziamo il caso per capire gli errori da non commettere.

I Fatti del Caso

Il procedimento trae origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Bologna. L’imputata era stata giudicata colpevole per la violazione dell’art. 10, comma 2, del D.L. n. 14 del 2017, e condannata alla pena di quattro mesi di arresto. Nonostante la condanna, i giudici di merito avevano riconosciuto e applicato le attenuanti generiche nella loro massima estensione possibile, un elemento chiave per comprendere la successiva decisione della Cassazione.

L’Unico Motivo di Ricorso: Eccessività della Pena

Contro la sentenza della Corte d’Appello, l’imputata ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo: l’eccessività della pena inflitta. Sostanzialmente, la difesa lamentava che la sanzione fosse sproporzionata, chiedendone una mitigazione. Tuttavia, come vedremo, il modo in cui questa doglianza è stata presentata si è rivelato fatale per l’esito del ricorso.

Le Motivazioni della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere le speranze della ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione è netta: il motivo presentato era manifestamente infondato, generico e assertivo.

Cosa significa in pratica? La difesa si è limitata ad affermare che la pena era eccessiva, senza però confrontarsi specificamente con la motivazione della sentenza impugnata. La Corte d’Appello, infatti, aveva giustificato la misura della pena evidenziando i numerosi precedenti penali dell’imputata. Proprio questi precedenti rappresentavano l’ostacolo principale a un’ulteriore riduzione della sanzione.

I giudici di legittimità hanno sottolineato che, nonostante il profilo non incensurabile dell’imputata, i giudici di merito le avevano già concesso il massimo beneficio possibile, ovvero le attenuanti generiche nella loro massima estensione. Il ricorso, non argomentando su questo punto cruciale, si è dimostrato debole e incapace di scalfire la logicità della decisione precedente. In sostanza, non basta dire ‘la pena è troppa’; bisogna spiegare perché la valutazione del giudice di secondo grado sarebbe errata, illogica o contraddittoria, cosa che in questo caso non è avvenuta.

Le Conclusioni

La declaratoria di inammissibilità ha avuto due conseguenze dirette, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale. In primo luogo, la condanna a quattro mesi di arresto è diventata definitiva. In secondo luogo, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: un ricorso in Cassazione deve essere specifico, puntuale e criticare in modo pertinente le argomentazioni della sentenza che si intende impugnare. In assenza di tali requisiti, l’esito più probabile è una dichiarazione di ricorso inammissibile, con aggravio di spese e la fine di ogni possibilità di revisione della condanna.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato, relativo all’eccessività della pena, è stato ritenuto generico e assertivo. La ricorrente non ha contestato in modo specifico le ragioni esposte nella sentenza d’appello, la quale aveva già giustificato la pena alla luce dei suoi precedenti penali, pur concedendo le attenuanti generiche nella massima estensione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La Corte di Cassazione ha esaminato se la pena fosse giusta?
No. Dichiarando il ricorso inammissibile, la Corte non è entrata nel merito della questione, cioè non ha valutato se la pena fosse effettivamente eccessiva o meno. La sua decisione si è fermata a una valutazione preliminare sulla validità formale e sostanziale dei motivi del ricorso, giudicandoli non idonei a procedere con un esame più approfondito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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