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Ricorso inammissibile per motivi generici: il caso

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un’imputata, condannata per rapina. I motivi sono stati giudicati una mera ripetizione di argomentazioni già respinte in appello, sia riguardo a un’istanza di rinvio che alla qualificazione del reato. La decisione sottolinea che un ricorso inammissibile non può essere esaminato nel merito se non presenta critiche specifiche e nuove alla sentenza impugnata.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Cassazione e il Ricorso Inammissibile: Quando la Ripetizione Non Paga

Nel processo penale, l’impugnazione di una sentenza è un diritto fondamentale, ma deve seguire regole precise. Quando queste non vengono rispettate, si può incorrere in una declaratoria di ricorso inammissibile, che impedisce alla Corte di Cassazione di esaminare il caso nel merito. Una recente ordinanza ci offre un esempio pratico, chiarendo perché la mera riproposizione dei motivi d’appello non è sufficiente per ottenere una revisione della decisione.

I Fatti del Caso: Dalla Richiesta di Rinvio alla Contestazione del Reato

Il caso ha origine dal ricorso presentato da una donna avverso una sentenza della Corte d’Appello che la condannava per rapina. La difesa sollevava diverse questioni. In primo luogo, lamentava il mancato accoglimento di una richiesta di rinvio dell’udienza per legittimo impedimento del difensore. In secondo luogo, contestava la qualificazione giuridica del fatto, sostenendo che dovesse essere considerato furto aggravato (art. 624 bis c.p.) e non rapina (art. 628 c.p.), e chiedeva il riconoscimento di diverse circostanze attenuanti.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni della ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione ha comportato non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per la ricorrente di pagare le spese processuali e una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La Corte ha ritenuto che i motivi presentati fossero o manifestamente infondati o semplici ripetizioni di quanto già valutato e respinto dalla Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Cassazione: Analisi del ricorso inammissibile

La Suprema Corte ha analizzato punto per punto i motivi del ricorso, spiegando nel dettaglio le ragioni dell’inammissibilità.

Sulla richiesta di rinvio dell’udienza

Il primo motivo, relativo al rigetto dell’istanza di rinvio, è stato giudicato manifestamente infondato. Dagli atti processuali emergeva che:
1. Il giudice aveva concesso un breve rinvio (cd. ad horas) per consentire la produzione della documentazione a supporto dell’impedimento, che non era stata depositata.
2. La richiesta di rinvio era stata inviata a un indirizzo PEC errato (quello della cancelleria del Tribunale anziché dell’ufficio GIP).
3. Di conseguenza, la documentazione non era reperibile al momento della decisione. Il giudice, pertanto, ha legittimamente rigettato l’istanza.

Sulla qualificazione del reato e le attenuanti

Anche il secondo e il terzo motivo sono stati considerati inammissibili perché si limitavano a riproporre le stesse argomentazioni dell’appello, già puntualmente disattese. La Corte di merito aveva infatti chiarito che:
* La violenza c’era: L’imputata aveva spinto la vittima su una poltrona e le aveva cinto il collo con una sciarpa per sottrarle il denaro. Questa condotta integra pienamente la violenza fisica richiesta per il reato di rapina.
* Niente attenuanti: L’applicazione delle attenuanti generiche con un giudizio di prevalenza era preclusa dalla legge (art. 628, co. 5 c.p.). Inoltre, l’attenuante del danno di lieve entità (art. 62 n. 4 c.p.) non poteva essere riconosciuta. Sebbene la somma sottratta fosse di soli 28 euro, il danno complessivo includeva lo ‘stato di timore non irrisorio’ causato alla persona offesa, specialmente in considerazione della sua età.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità dei Motivi di Ricorso

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono semplicemente ripresentare le stesse difese. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, i motivi devono essere specifici e contenere una critica argomentata e puntuale contro le ragioni della sentenza impugnata. Limitarsi a una ‘pedissequa reiterazione’ di quanto già esposto equivale a non assolvere alla funzione critica che la legge richiede, rendendo l’impugnazione destinata al fallimento e comportando ulteriori costi per il ricorrente.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è inammissibile quando i motivi sono una ‘pedissequa reiterazione’ di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi, senza muovere una critica specifica e argomentata alla sentenza impugnata.

Perché la richiesta di rinvio per legittimo impedimento del difensore è stata respinta?
È stata respinta perché la documentazione a supporto non era stata depositata e la richiesta stessa era stata inviata a un indirizzo PEC errato, rendendo di fatto impossibile per il giudice reperire la documentazione e valutare il presunto impedimento.

Perché non è stata riconosciuta l’attenuante del danno di lieve entità nonostante la somma rubata fosse di soli 28 euro?
Perché la Corte ha valutato il danno nella sua interezza, considerando non solo l’aspetto patrimoniale (i 28 euro), ma anche il grave stato di timore causato alla vittima, ritenuto ‘non irrisorio’ anche in considerazione dell’età della persona offesa. Questo danno non patrimoniale ha impedito di qualificare il fatto come di lieve entità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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