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Ricorso inammissibile per motivi generici: Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per guida senza patente con recidiva. La decisione si fonda sulla genericità e aspecificità dei motivi di appello, che non rispettavano i requisiti procedurali. L’ordinanza sottolinea come le critiche puramente oppositive, senza una precisa indicazione degli errori di diritto o di fatto, non possano essere esaminate nel merito, comportando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando i Motivi Generici Costano Caro

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e rigore. Non basta semplicemente dissentire da una decisione; è necessario articolare critiche specifiche, fondate su elementi di diritto e di fatto. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di un’impugnazione che non rispetta tali requisiti, come dimostra una recente ordinanza della Suprema Corte. Analizziamo un caso che illustra perfettamente perché la genericità dei motivi porta non solo al rigetto, ma anche a sanzioni economiche.

Il Contesto del Caso: Guida Senza Patente e Recidiva

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna per il reato di guida senza patente, aggravata dalla recidiva nel biennio. L’imputato era stato giudicato responsabile sia in primo grado che in appello per un fatto accertato l’11 gennaio 2021.

I Fatti Contestati e la Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Lecce, con sentenza del 26 gennaio 2024, aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato. La decisione si basava su prove documentali, in particolare su una comunicazione di notizia di reato pienamente utilizzabile nel contesto del rito abbreviato scelto dalla difesa. Da tale documento emergeva una precedente e analoga violazione del Codice della Strada, commessa il 2 giugno 2020, che non era stata estinta tramite oblazione né impugnata davanti al Prefetto. Questo elemento provava la recidiva e, di conseguenza, la sussistenza dell’aggravante contestata.

L’Appello in Cassazione e i Rischi di un Ricorso Inammissibile

Contro la sentenza di secondo grado, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. In particolare, si contestava l’inadeguatezza delle argomentazioni della Corte di merito e un presunto travisamento della prova riguardo alla definitività della precedente violazione.

I Requisiti di Specificità del Ricorso

Il Codice di Procedura Penale (artt. 581 e 591) stabilisce che i motivi di ricorso devono essere specifici. Ciò significa che devono indicare con chiarezza le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta. Non sono ammesse censure generiche o semplici manifestazioni di dissenso rispetto alla valutazione del giudice. L’atto di impugnazione deve individuare il punto della decisione che si contesta e spiegare perché è errato, pena, appunto, l’inammissibilità.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso del tutto aspecifico e, pertanto, lo ha dichiarato inammissibile. I giudici hanno osservato che le doglianze erano state formulate in termini ‘assolutamente generici’ e si risolvevano in ‘critiche puramente oppositive’. In altre parole, la difesa non ha evidenziato un errore logico o giuridico concreto nel ragionamento della Corte d’Appello, ma si è limitata a contestarne l’esito.

La Suprema Corte ha ribadito che la prova della recidiva era stata correttamente desunta dagli atti del fascicolo, pienamente utilizzabili grazie alla scelta del rito abbreviato. La precedente violazione, non essendo stata oggetto di oblazione o di ricorso amministrativo, era da considerarsi definitiva ai fini della contestazione dell’aggravante.

Le Conclusioni: Lezioni Pratiche dalla Sentenza

Questa ordinanza offre un importante monito: l’impugnazione in Cassazione è un rimedio straordinario che richiede un’altissima specializzazione tecnica. Un ricorso inammissibile non solo priva l’imputato della possibilità di vedere esaminata nel merito la propria posizione, ma comporta anche conseguenze economiche significative. In questo caso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La decisione sottolinea l’importanza di affidarsi a una difesa che sappia articolare motivi di ricorso precisi, dettagliati e giuridicamente fondati, evitando contestazioni generiche destinate a un inevitabile fallimento processuale.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano stati formulati in termini del tutto aspecifici e generici, senza indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto a sostegno delle richieste, come invece richiesto dal codice di procedura penale.

Cosa significa che le critiche erano ‘puramente oppositive’?
Significa che le critiche mosse alla sentenza impugnata non individuavano un vizio specifico (come un errore di diritto o un difetto logico nella motivazione), ma si limitavano a esprimere un dissenso generico rispetto alla conclusione a cui erano giunti i giudici di merito, senza argomentare in modo specifico il perché tale conclusione sarebbe stata errata.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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