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Ricorso inammissibile per motivi di merito in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da due soggetti condannati a una pena pecuniaria per violazioni del Codice della Navigazione. La decisione si fonda sul fatto che i motivi di appello erano esclusivamente di merito, contestando l’accertamento della demanialità di un’area e la buona fede degli imputati. La Corte ribadisce che il suo giudizio è di legittimità e non può riesaminare i fatti, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese e di una somma alla Cassa delle Ammende.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando le Questioni di Fatto non Bastano in Cassazione

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio di come funziona il giudizio di legittimità nel nostro ordinamento, evidenziando le ragioni che portano a dichiarare un ricorso inammissibile. Quando si impugna una sentenza davanti alla Suprema Corte, non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione del giudice precedente; è necessario sollevare questioni relative alla corretta applicazione della legge, non semplici contestazioni sui fatti. Questo principio è al centro della decisione analizzata.

I Fatti del Caso: una Condanna per Occupazione Demaniale

Due soggetti erano stati condannati dal Tribunale a pagare una pena pecuniaria (ammenda) per un reato previsto dal Codice della Navigazione. La contestazione riguardava, presumibilmente, l’occupazione abusiva o l’aver eseguito opere non autorizzate su un’area demaniale marittima, in violazione degli articoli 54 e 1161 del suddetto codice.

L’Appello e la Trasmissione alla Corte di Cassazione

Contro la sentenza di primo grado, i due condannati hanno proposto un atto di appello. Tuttavia, poiché la pena inflitta era soltanto un’ammenda, l’impugnazione è stata trasmessa direttamente dalla Corte d’Appello alla Corte di Cassazione. Questa particolare procedura è prevista dall’articolo 568, comma 5, del codice di procedura penale, che qualifica come ricorso per cassazione l’appello proposto contro sentenze che applicano la sola pena dell’ammenda.

Ricorso Inammissibile: La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso e li ha giudicati del tutto inadeguati a instaurare un valido giudizio di legittimità. Di conseguenza, ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

Le Censure Esclusivamente di Merito

Il punto cruciale della decisione risiede nella natura delle doglianze sollevate dai ricorrenti. Le loro critiche erano di natura puramente fattuale, o “di merito”. Essi contestavano:
– Le modalità con cui era stata accertata la natura demaniale dell’area in questione.
– Gli strumenti utilizzati per effettuare le misurazioni.
– La loro presunta buona fede, sostenendo di non essere consapevoli dell’illecito.

L’Impossibilità di un Nuovo Giudizio sui Fatti

La Suprema Corte ha sottolineato che tali questioni non possono essere oggetto del suo esame. Il ruolo della Cassazione non è quello di un “terzo grado” di giudizio dove si possono rivalutare le prove e i fatti. Il suo compito è limitato al cosiddetto “giudizio di legittimità”, ovvero controllare che la legge sia stata interpretata e applicata correttamente dai giudici dei gradi inferiori. Le contestazioni sui metodi di accertamento o sulla valutazione della buona fede sono tipiche del giudizio di merito e non possono essere riproposte in sede di legittimità.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è netta e aderente ai principi fondamentali del processo penale. Poiché i motivi del ricorso si concentravano esclusivamente su aspetti fattuali, senza denunciare alcuna violazione di legge o vizio procedurale, essi sono stati ritenuti “inidonei a radicare un giudizio di legittimità”. In altre parole, le argomentazioni proposte non rientravano nel perimetro delle questioni che la Corte di Cassazione è autorizzata a decidere. Di fronte a censure di questo tipo, l’unica conclusione possibile per la Corte era dichiarare l’inammissibilità del ricorso.

Le Conclusioni

La decisione in commento ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: è imprescindibile formulare motivi di ricorso che attengano a questioni di diritto. Tentare di ottenere dalla Suprema Corte una nuova valutazione dei fatti è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’aggiunta di ulteriori oneri economici, come il pagamento delle spese processuali e della sanzione a favore della Cassa delle Ammende. Per un’efficace difesa in sede di legittimità, è cruciale concentrarsi sulla denuncia di errori nell’applicazione delle norme giuridiche, unico terreno sul quale la Cassazione può e deve intervenire.

Perché l’appello è stato trattato come un ricorso per Cassazione?
Poiché la sentenza di primo grado aveva inflitto ai condannati la sola pena dell’ammenda, la legge (art. 568, comma 5, c.p.p.) prevede che l’impugnazione proposta venga qualificata e trattata direttamente come un ricorso per Cassazione.

Qual è il motivo principale per cui il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i ricorrenti hanno sollevato esclusivamente censure di merito, relative alla valutazione dei fatti (come l’accertamento della demanialità dell’area e la loro buona fede), le quali non possono essere riesaminate dalla Corte di Cassazione, il cui giudizio è limitato alla legittimità.

Quali sono le conseguenze per i ricorrenti a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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