LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile per molestie: la Cassazione

Un uomo condannato in primo grado per il reato di molestie ai sensi dell’art. 660 c.p. ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando l’illogicità della motivazione della sentenza. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che l’appello non denunciava vizi di legittimità, ma chiedeva un riesame del merito dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità. La Corte ha ritenuto la motivazione del Tribunale logica e approfondita, confermando la condanna e sanzionando il ricorrente con il pagamento delle spese e di una somma alla Cassa delle ammende.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Molestie: Quando la Cassazione non Riesamina i Fatti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma quello di un giudice di legittimità. Questo caso, riguardante un reato di molestie, è un esempio emblematico di come un ricorso inammissibile venga rigettato quando mira a ottenere una nuova valutazione delle prove, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito.

I Fatti del Caso: La Condanna per Molestie

Un individuo veniva condannato dal Tribunale di Locri alla pena di 300 euro di ammenda, con sospensione condizionale, oltre al risarcimento dei danni in favore delle parti civili. L’accusa era quella di molestie, reato previsto dall’articolo 660 del codice penale, per condotte perpetrate fino all’agosto del 2020.

Insoddisfatto della decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, decideva di presentare ricorso presso la Corte di Cassazione. Le sue doglianze si concentravano su presunti vizi della motivazione della sentenza di primo grado, ritenuta illogica ed erronea sotto diversi profili.

I Motivi del Ricorso e la Questione del Ricorso Inammissibile

Il ricorrente basava il suo appello su quattro punti principali:

1. Errata valutazione testimoniale: Il Tribunale non avrebbe tenuto adeguatamente conto della deposizione di un testimone che, a dire della difesa, escludeva una delle condotte contestate.
2. Percezione soggettiva vs. oggettiva: La natura molesta delle azioni sarebbe stata valutata solo sulla base della percezione della persona offesa, anziché su un piano oggettivo.
3. Incoerenza del racconto: Il giudice avrebbe erroneamente considerato logico e coerente il racconto della vittima.
4. Motivazione apparente: La sentenza avrebbe fornito una motivazione solo apparente riguardo all’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo.

Queste critiche, tuttavia, non attaccavano la violazione di norme di diritto, ma miravano a rimettere in discussione l’interpretazione delle prove già vagliate dal Tribunale. Proprio per questo, la Suprema Corte ha qualificato il ricorso come ricorso inammissibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha rigettato il ricorso ritenendolo inammissibile per due ragioni fondamentali, strettamente connesse tra loro.

La Valutazione Logica del Tribunale

In primo luogo, i giudici di legittimità hanno definito le lamentele del ricorrente ‘palesemente insussistenti’. Hanno evidenziato come il Tribunale avesse, in realtà, valutato in modo approfondito, logico e non contraddittorio tutto il materiale probatorio. Questo includeva non solo le dichiarazioni della persona offesa, ma anche quelle dello stesso imputato, il quale aveva parzialmente ammesso i fatti. Inoltre, la sentenza impugnata aveva esaminato esplicitamente la sussistenza del dolo, concludendo che l’imputato aveva agito con la consapevolezza e la volontà di interferire nella sfera di libertà altrui, pur sapendo che i suoi interventi non erano graditi.

Il Limite del Giudizio di Legittimità

In secondo luogo, e in modo decisivo, la Cassazione ha sottolineato che il ricorso, di fatto, non si confrontava con la struttura logico-giuridica della sentenza, ma chiedeva alla Corte una ‘nuova e diversa valutazione di merito’. Questo tipo di richiesta è incompatibile con la funzione del giudice di legittimità. La Corte di Cassazione, come più volte affermato dalla giurisprudenza (incluse le sentenze citate nell’ordinanza), non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito se la motivazione di quest’ultimo è immune da vizi logici o giuridici. Chiedere di riconsiderare il peso di una testimonianza o la credibilità di una vittima significa invadere un campo che non le compete.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende. Questa decisione è un monito importante: il ricorso in Cassazione deve essere fondato su precise violazioni di legge o su vizi di motivazione gravi e manifesti (come l’illogicità palese o la contraddittorietà), non su un semplice disaccordo con l’interpretazione dei fatti data dal giudice di merito. Tentare di trasformare la Suprema Corte in un’ulteriore istanza di appello è una strategia destinata al fallimento e comporta conseguenze economiche per il ricorrente.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se, invece di contestare vizi di legge o di motivazione, chiede alla Corte di Cassazione di effettuare una nuova valutazione dei fatti e delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito. È inammissibile anche quando i motivi addotti sono palesemente infondati.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione in un processo penale?
Come chiarito in questa ordinanza, il ruolo della Corte di Cassazione è quello di ‘giudice di legittimità’. Il suo compito è assicurare la corretta applicazione e interpretazione della legge, controllando che le sentenze dei giudici di merito siano logicamente motivate e prive di errori di diritto, senza poter entrare nel merito della ricostruzione dei fatti.

Cosa significa che la valutazione del dolo è stata ritenuta corretta?
Significa che il Tribunale ha dimostrato in modo logico e sufficiente che l’imputato ha agito con la coscienza e la volontà di commettere il reato di molestie, interferendo nella sfera privata della vittima pur essendo consapevole che le sue attenzioni non erano gradite. La Cassazione ha ritenuto questa parte della motivazione immune da vizi e quindi non sindacabile in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati