LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile per minaccia a pubblico ufficiale

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile in un caso di minaccia a pubblico ufficiale. La decisione si fonda sul fatto che l’appello riproponeva le stesse argomentazioni già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza sollevare nuove questioni di diritto. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello è una Semplice Ripetizione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile possa essere definito tale quando si limita a riproporre argomenti già vagliati. Questo principio è fondamentale per comprendere i limiti del diritto di impugnazione e la funzione nomofilattica della Suprema Corte. Il caso analizzato riguarda una condanna per il reato di minaccia a pubblico ufficiale, ma le conclusioni tratte hanno una valenza generale nel diritto processuale penale.

I Fatti di Causa

Il procedimento nasce da una condanna inflitta a un individuo per il reato previsto dall’art. 336 del codice penale, ovvero violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. La sentenza di condanna, emessa in primo grado, era stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello. Non rassegnato, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado.

La Decisione sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, ma si ferma a un livello precedente, quello procedurale. La Corte ha stabilito che l’atto di impugnazione non possedeva i requisiti necessari per essere esaminato, chiudendo di fatto la vicenda processuale e rendendo definitiva la condanna.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella motivazione con cui ha rigettato il ricorso. La Corte ha osservato che i motivi di appello non erano altro che una pedissequa ripetizione delle doglianze difensive già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. I giudici di merito, secondo la Suprema Corte, avevano già fornito una risposta adeguata, con argomentazioni “giuridicamente corrette, puntuali e coerenti”.

In sostanza, il ricorso non introduceva nuovi e specifici vizi di legittimità della sentenza impugnata, ma si limitava a contestare l’interpretazione dei fatti già consolidata nei gradi precedenti. La Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di un “terzo grado di giudizio” dove rivalutare le prove, ma quello di verificare la corretta applicazione della legge e l’assenza di vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza. Poiché il ricorso si limitava a replicare censure già disattese e non evidenziava manifeste incongruenze logiche, è stato ritenuto privo della specificità richiesta dalla legge, configurandosi come un ricorso inammissibile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità è la condanna del ricorrente, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia sottolinea un’importante lezione pratica: un ricorso per Cassazione deve essere fondato su precise critiche di diritto alla sentenza impugnata e non può essere una semplice riproposizione delle argomentazioni fattuali già esaminate. In assenza di tali elementi, non solo il ricorso verrà respinto, ma comporterà anche un ulteriore onere economico per il proponente. Questo meccanismo funge da deterrente contro impugnazioni meramente dilatorie o pretestuose, garantendo l’efficienza del sistema giudiziario.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché si limitava a replicare censure e argomentazioni che erano già state adeguatamente esaminate e respinte dai giudici nei precedenti gradi di giudizio, senza presentare nuovi e specifici motivi di diritto.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro (in questo caso, 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende.

Qual era il reato contestato nel procedimento?
Il reato per cui il ricorrente era stato condannato era quello di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, previsto dall’articolo 336 del codice penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati