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Ricorso inammissibile per lesioni: la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile relativo a una condanna per lesioni colpose. L’imputato aveva posizionato un ostacolo non visibile su una proprietà privata accessibile, causando un infortunio. La Corte ha stabilito che l’appello era una mera ripetizione di argomenti già respinti e che la condotta della vittima, entrata in un’area non recintata, era prevedibile e non interrompeva il nesso causale. Di conseguenza, l’inammissibilità ha impedito anche la dichiarazione di prescrizione del reato.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Responsabilità per Ostacoli non Segnalati

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento su quando un ricorso inammissibile in Cassazione possa precludere non solo l’analisi del merito, ma anche la dichiarazione di estinzione del reato per prescrizione. La vicenda riguarda una condanna per lesioni colpose a seguito di un incidente causato da un ostacolo non segnalato in una proprietà privata, ma di libero accesso. La Suprema Corte, nel confermare la decisione dei giudici di merito, ribadisce principi fondamentali sia in materia processuale che sostanziale.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per il reato di lesioni personali colpose, previsto dall’art. 590 del codice penale. L’imputato era stato ritenuto responsabile per aver causato lesioni a una persona che, durante un’escursione in una zona di aperta campagna, si era introdotta nella sua proprietà privata e si era imbattuta in un ostacolo non visibile e non segnalato. La difesa dell’imputato aveva sostenuto che la responsabilità dovesse essere esclusa a causa della condotta imprevedibile della parte offesa, la quale si era introdotta in un fondo privato, configurando a suo dire un’ipotesi di caso fortuito.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso proposto dall’imputato inammissibile. La decisione si fonda su una ragione prettamente processuale: il ricorrente si era limitato a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza muovere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata. Questo tipo di ricorso, definito ‘pedissequo’ o ‘reiterativo’, non assolve alla funzione tipica dell’impugnazione di legittimità e viene, pertanto, considerato solo apparentemente specifico.

Le Motivazioni: Analisi del Principio di Diritto sul Ricorso Inammissibile

La Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: un ricorso per cassazione è inammissibile quando non si confronta criticamente con la sentenza di secondo grado, ma si limita a replicare i motivi d’appello. Tale pratica svuota di contenuto l’impugnazione, trasformandola in un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, non consentito in sede di legittimità.

Nel merito, sebbene non esaminato a fondo per via dell’inammissibilità, la Corte ha comunque evidenziato la correttezza della decisione impugnata. I giudici territoriali avevano correttamente accertato la grave negligenza dell’imputato, il quale aveva creato un pericolo concreto e non evitabile con l’ordinaria diligenza, data l’invisibilità dell’ostacolo. Inoltre, è stato escluso che la condotta della persona offesa potesse interrompere il nesso causale. L’assenza di recinzioni, cancelli o segnali di divieto rendeva del tutto prevedibile che qualcuno, passeggiando in aperta campagna, potesse accedere alla proprietà e imbattersi nell’ostacolo. La Corte ha quindi confermato che gli elementi costitutivi del reato, sia oggettivi che soggettivi, erano stati correttamente vagliati.

Un’ulteriore e cruciale conseguenza del ricorso inammissibile è stata l’impossibilità di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione. La Corte ha applicato il principio secondo cui l’inammissibilità del ricorso per manifesta infondatezza dei motivi non consente la formazione di un valido rapporto di impugnazione e preclude la possibilità di rilevare cause di non punibilità, come appunto la prescrizione maturata.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Dall’analisi di questa ordinanza emergono due importanti implicazioni pratiche. La prima riguarda i proprietari di fondi: la responsabilità per la creazione di pericoli occulti può sussistere anche all’interno della proprietà privata se questa è liberamente accessibile al pubblico. L’assenza di adeguate delimitazioni o segnalazioni rende prevedibile l’accesso di terzi e impone un dovere di diligenza per evitare danni.

La seconda implicazione è di natura processuale e si rivolge ai difensori: la redazione di un ricorso per cassazione richiede un’analisi critica e puntuale della sentenza impugnata. Limitarsi a riproporre i motivi d’appello senza un confronto specifico con le argomentazioni del giudice di secondo grado espone al serio rischio di una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, oltre all’impossibilità di far valere eventuali cause di estinzione del reato come la prescrizione.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, tra le altre ragioni, si limita a riproporre gli stessi motivi già presentati e respinti nel precedente grado di giudizio, senza confrontarsi criticamente e in modo specifico con le argomentazioni della sentenza che si sta impugnando.

La condotta della persona danneggiata esclude sempre la responsabilità di chi ha creato il pericolo?
No. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la condotta della vittima (entrare in una proprietà privata non recintata né segnalata durante un’escursione) fosse del tutto prevedibile. Pertanto, tale comportamento non è stato considerato sufficiente a interrompere il nesso causale e a escludere la responsabilità del proprietario per l’ostacolo invisibile.

Se un ricorso è inammissibile, il giudice può dichiarare la prescrizione del reato?
No. Secondo la sentenza, l’inammissibilità del ricorso dovuta a manifesta infondatezza dei motivi preclude la formazione di un valido rapporto processuale di impugnazione. Di conseguenza, il giudice non può rilevare e dichiarare le cause di non punibilità come la prescrizione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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