LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile per genericità: le ragioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile per genericità, confermando la condanna per furto con strappo. I motivi del ricorso sono stati ritenuti vaghi e non specifici, senza un reale confronto con le motivazioni della sentenza d’appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Genericità: Analisi di un Caso di Furto con Strappo

Presentare un ricorso in Cassazione richiede il rispetto di requisiti formali e sostanziali molto stringenti. Una delle cause più comuni di rigetto è il ricorso inammissibile per genericità, ovvero quando i motivi di appello non sono sufficientemente specifici. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un’impugnazione formulata in modo vago, confermando una condanna per furto con strappo.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato la responsabilità penale di un individuo per il reato di furto con strappo ai danni di una donna. L’imputato, non accettando la decisione, decideva di presentare ricorso per Cassazione, contestando la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove che avevano portato alla sua condanna.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. La decisione si basa sull’articolo 591, comma 1, lettera c) del codice di procedura penale. Secondo i giudici, i motivi presentati dal ricorrente erano del tutto generici e aspecifici. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro 3.000,00 a favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

Le motivazioni: perché il ricorso inammissibile per genericità è stato respinto

Il cuore della decisione risiede nella valutazione della qualità dei motivi di ricorso. La Corte ha sottolineato che l’impugnazione si limitava a contestare la sentenza di secondo grado in modo superficiale, senza confrontarsi criticamente con le argomentazioni logico-giuridiche su cui si fondava la condanna. La sentenza d’appello, secondo la Cassazione, era ben motivata, basata su acquisizioni probatorie definite e significative, e immune da vizi logici.

I giudici di legittimità hanno ribadito un principio fondamentale: non basta dissentire dalla decisione impugnata, ma è necessario indicare specificamente quali siano stati gli errori di diritto o i vizi di motivazione commessi dal giudice precedente. Il ricorso in esame non specificava le ragioni di doglianza in fatto e in diritto e non si confrontava con la puntuale ricostruzione della materialità e del dolo del reato di furto con strappo operata dalla Corte d’Appello. In assenza di una critica specifica e pertinente, il ricorso si risolve in un tentativo di ottenere un nuovo, non consentito, giudizio di merito, trasformando la Cassazione in un terzo grado di giudizio, cosa che non le compete.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce l’importanza di una redazione tecnica e puntuale dei ricorsi per Cassazione. Un’impugnazione non può essere una mera riproposizione di argomenti già vagliati o una generica lamentela. Deve, invece, essere un’analisi critica e mirata, capace di evidenziare le specifiche violazioni di legge o i difetti logici della sentenza impugnata. In caso contrario, come dimostra la vicenda, il risultato non è solo la conferma della condanna, ma anche l’imposizione di ulteriori sanzioni pecuniarie a carico del ricorrente. La decisione serve da monito sulla necessità di affidarsi a una difesa tecnica qualificata che sappia articolare le proprie ragioni nel rispetto dei rigorosi canoni richiesti dal giudizio di legittimità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti erano del tutto generici e aspecifici, non specificando le ragioni di doglianza in fatto e in diritto e non confrontandosi con le argomentazioni della sentenza impugnata, in violazione dell’art. 591, comma 1, lett. c), del codice di procedura penale.

Quale reato era stato contestato al ricorrente?
Al ricorrente era stato contestato e per il quale era stato condannato il reato di furto con strappo, commesso in danno della persona offesa.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A norma dell’art. 616 c.p.p., il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento della somma di € 3.000,00 a favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati