LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile per genericità: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per furto aggravato. I motivi del ricorso sono stati giudicati troppo generici e non specifici, poiché contestavano la sentenza d’appello senza individuare errori precisi. La Corte ha ribadito che la motivazione ‘per relationem’ è valida. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Genericità: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: la necessità di specificità nei motivi di impugnazione. La Suprema Corte ha dichiarato un ricorso inammissibile perché basato su contestazioni generiche, confermando la condanna dell’imputato e aggiungendo sanzioni pecuniarie. Questa decisione offre spunti importanti sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi e sulle conseguenze del loro mancato rispetto.

I Fatti Processuali

Il caso trae origine da una condanna per il reato di furto aggravato, emessa in primo grado e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Milano. L’imputato, ritenendo ingiusta la conferma della sua condanna, ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo di impugnazione.

L’Analisi della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha liquidato rapidamente, dichiarandolo inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella valutazione dell’unico motivo presentato, giudicato affetto da “evidente aspecificità intrinseca”.

L’imputato, infatti, si era limitato a contestare in modo generico la sentenza d’appello, lamentando una presunta mancata esposizione delle ragioni di fatto e di diritto che avevano portato alla conferma della condanna. La Cassazione ha respinto tale doglianza, evidenziando come la Corte territoriale avesse, al contrario, adeguatamente motivato la propria decisione. È stato inoltre sottolineato che la Corte d’Appello aveva legittimamente fatto ricorso alla motivazione per relationem, ossia richiamando il contenuto della sentenza di primo grado, una pratica pienamente consentita quando le ragioni sono esposte in modo completo e logico.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Cassazione si fonda su un principio cardine del diritto processuale: il ricorso per cassazione non è una terza istanza di giudizio sul merito dei fatti. Il suo scopo è controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Per questo, i motivi di ricorso devono essere specifici, indicando con precisione quali parti della sentenza si contestano e per quali ragioni giuridiche.

Una critica vaga e generica, come quella mossa nel caso di specie, non permette alla Corte di svolgere il proprio ruolo di giudice di legittimità. Di fronte a un motivo così formulato, il ricorso non supera il vaglio preliminare di ammissibilità. La condanna del ricorrente al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende, prevista dall’art. 616 del codice di procedura penale, agisce come sanzione per aver adito la Suprema Corte con un’impugnazione priva dei requisiti minimi di legge, scoraggiando la presentazione di ricorsi meramente dilatori o esplorativi.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza riafferma con forza che la redazione di un ricorso per cassazione richiede rigore e precisione. Per i professionisti legali, ciò si traduce nella necessità di formulare censure dettagliate, che identifichino chiaramente i vizi della sentenza impugnata, siano essi violazioni di legge o difetti manifesti di motivazione.

Per l’imputato, le conseguenze di un ricorso inammissibile sono severe. Non solo la condanna diventa definitiva, ma si aggiunge un onere economico significativo: il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro. La decisione serve quindi da monito: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, deve essere esercitato con responsabilità e sulla base di argomentazioni giuridiche solide e specifiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile a causa della sua “evidente aspecificità intrinseca”. L’imputato aveva contestato la sentenza d’appello in modo generico, senza indicare specifiche critiche o errori di diritto, rendendo il motivo di impugnazione non idoneo a superare il vaglio di ammissibilità.

È legittimo che una Corte d’Appello motivi la propria decisione richiamando la sentenza di primo grado?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la motivazione per relationem (per riferimento) è una pratica consentita, a condizione che le ragioni richiamate dalla sentenza di primo grado siano adeguate, logiche e puntualmente esposte.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Oltre alla condanna al pagamento delle spese processuali, il ricorrente è stato condannato a versare una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione pecuniaria per aver presentato un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati