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Ricorso inammissibile per genericità: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile per genericità contro una condanna della Corte d’Appello di Venezia. I motivi dell’impugnazione sono stati ritenuti troppo vaghi e non specificamente argomentati, confermando la condanna e addebitando al ricorrente le spese processuali e una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Genericità: La Cassazione Spiega i Requisiti

Quando si presenta un’impugnazione contro una sentenza, non è sufficiente esprimere un generico disaccordo. È fondamentale che i motivi siano specifici, pertinenti e capaci di confrontarsi criticamente con la decisione impugnata. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza di questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile per genericità e delineando le gravi conseguenze per chi non rispetta tale requisito.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’Appello di Venezia, che aveva condannato un imputato per il reato di evasione e per quello previsto dall’art. 495 del codice penale (false dichiarazioni a un pubblico ufficiale). L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, contestando sia l’affermazione di responsabilità per il secondo reato sia la mancata concessione delle attenuanti generiche.

L’Analisi della Cassazione sul Ricorso Inammissibile per Genericità

La Suprema Corte, nell’esaminare l’impugnazione, ha rilevato una carenza fondamentale: la genericità dei motivi addotti. Le doglianze presentate dal ricorrente sono state qualificate come “totalmente generiche”, in quanto si limitavano a mere enunciazioni senza entrare nel merito delle argomentazioni sviluppate dalla Corte d’Appello. In altre parole, il ricorso non ha instaurato un vero e proprio contraddittorio con la sentenza di secondo grado, ma si è limitato a riproporre delle lamentele astratte.

Le Motivazioni della Decisione

Secondo gli Ermellini, un ricorso, per essere ammissibile, deve andare oltre la semplice enunciazione di richieste. È necessario che ogni richiesta sia supportata da specifiche ragioni di diritto e da precisi dati di fatto che la sostengono. Nel caso di specie, il ricorrente non è riuscito a indicare perché la valutazione della Corte d’Appello fosse errata, né ha fornito elementi concreti a sostegno della sua tesi. La Corte ha sottolineato come l’apparato argomentativo della sentenza impugnata fosse “puntuale e logico”, e il ricorso non si è “misurato affatto” con esso. Questa mancanza di specificità ha reso l’impugnazione incapace di superare il vaglio di ammissibilità.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche

La conseguenza diretta della decisione è stata la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questo comporta non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche ulteriori oneri per il ricorrente. La Corte ha infatti condannato quest’ultimo al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale della procedura penale: un’impugnazione non è un’opportunità per un riesame generico del processo, ma uno strumento che richiede precisione, rigore e un confronto puntuale con le motivazioni della decisione che si intende contestare. La mancata osservanza di questi principi porta inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile per genericità, con tutte le conseguenze legali ed economiche che ne derivano.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi di impugnazione erano totalmente generici, limitandosi a mere enunciazioni e non confrontandosi con l’apparato argomentativo puntuale e logico della Corte d’Appello.

Quali erano le contestazioni principali sollevate dal ricorrente?
Il ricorrente contestava l’affermazione di responsabilità per il reato di cui all’art. 495 del codice penale e la mancata concessione delle attenuanti generiche.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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