Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara
Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e rigore. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci ricorda un principio fondamentale: la genericità dei motivi rende l’impugnazione destinata al fallimento. Quando un ricorso è inammissibile, non solo la sentenza di condanna diventa definitiva, ma si va incontro anche a sanzioni economiche. Analizziamo questo caso, che riguarda una condanna per il reato di truffa, per comprendere quali sono gli errori da evitare per non vedere la propria impugnazione respinta.
I Fatti del Processo: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione
La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di truffa, previsto dall’art. 640 del codice penale, emessa dalla Corte di Appello di un capoluogo del nord Italia. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione, decideva di proporre ricorso per cassazione, l’ultimo grado di giudizio possibile. Tuttavia, l’atto presentato si rivelava essere il suo punto debole. Il ricorrente, infatti, si limitava a lamentare in modo vago presunte carenze nella motivazione della sentenza di secondo grado, senza però specificare quali fossero le argomentazioni della Corte territoriale che riteneva errate o illogiche.
La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile e le sue Ragioni
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il caso e ha emesso un’ordinanza che non lascia spazio a interpretazioni: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha sottolineato come l’impugnazione non potesse essere accolta perché non rispettava i requisiti minimi di specificità richiesti dalla legge. Anziché contestare punto per punto le argomentazioni della Corte di Appello, il ricorrente si era limitato a proporre una lettura alternativa del materiale probatorio, un’operazione che non è consentita in sede di legittimità. La conseguenza diretta di questa decisione è stata non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Cassazione
La Suprema Corte ha basato la propria decisione su principi consolidati della procedura penale. Vediamo nel dettaglio i due pilastri su cui poggia l’ordinanza.
Genericità dei Motivi
Il primo punto critico evidenziato dai giudici è la genericità delle doglianze. Il ricorso evocava in modo vago delle “presunte carenze motivazionali” senza mai scendere nel dettaglio. Non indicava quali parti della motivazione della sentenza d’appello fossero lacunose o contraddittorie, né spiegava perché le argomentazioni dei giudici di merito fossero errate. Un ricorso efficace deve essere un dialogo critico con la sentenza impugnata, non una lamentela astratta.
Mancato Confronto con la Sentenza Impugnata
Strettamente collegato al primo punto, vi è il mancato confronto con il contenuto effettivo della decisione della Corte d’Appello. La Cassazione ribadisce che un ricorso è inammissibile quando non c’è una correlazione diretta tra le ragioni esposte nell’atto di impugnazione e quelle argomentate nella sentenza che si contesta. In altre parole, il ricorrente non può ignorare ciò che i giudici hanno scritto, ma deve analizzarlo e dimostrare, con argomenti giuridici, dove e perché hanno sbagliato. Proporre semplicemente una propria versione dei fatti, senza demolire la struttura logica della sentenza avversaria, è un esercizio sterile davanti alla Corte di Cassazione.
Conclusioni
Questa ordinanza offre una lezione pratica di grande importanza per chiunque si approcci a un ricorso per cassazione. La specificità non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del giudizio di legittimità. Per avere una possibilità di successo, è indispensabile che l’atto di impugnazione individui con precisione i vizi della sentenza, li colleghi a violazioni di legge o a difetti manifesti di logica e si confronti in modo serrato con ogni passaggio della motivazione dei giudici di merito. In caso contrario, il risultato sarà, come in questo caso, una declaratoria di inammissibilità con l’ulteriore aggravio delle spese e di una sanzione pecuniaria.
Quando un ricorso per cassazione è considerato inammissibile?
Un ricorso è inammissibile quando manca di specificità, evocando genericamente carenze motivazionali senza confrontarsi criticamente con il contenuto e le argomentazioni della sentenza impugnata, oppure quando propone una mera rilettura dei fatti.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende. La sentenza impugnata diventa inoltre definitiva.
È sufficiente proporre una lettura alternativa delle prove per vincere in Cassazione?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Pertanto, non riesamina le prove, ma valuta se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 44165 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 44165 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 12/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a COGNOME il 31/01/1976
avverso la sentenza del 02/05/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME
considerato che l’unico motivo oggetto del ricorso in esame genericamente evoca presunte carenze motivazionali senza precisare, se non in termini del tutto vaghi, quali sarebbero effettivamente le doglianze avanzate con i motivi d’appello trascurate dalla Corte territoriale ed evocando in realtà null’altro che una lettura alternativa del materiale probatorio di cui la stessa non avrebbe tenuto conto, senza ancora una volta confrontarsi con l’effettivo contenuto della motivazione della sentenza (cfr. pag. 2) e contestare in che termini, anche solo implicitamente, la stessa non contenga la confutazione della medesima, dovendosi in proposito ribadire come sia inammissibile il ricorso per cassazione quando manchi l’indicazione della correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’atto di impugnazione, che non può ignorare le affermazioni del provvedimento censurato;
che la corte di appello ha correttamente affermato la penale responsabilità dell’odierno ricorrente per il reato di cui all’art. 640 cod. pen. sulla base degli elementi descritti in modo puntuale ed analitico nella sentenza impugnata;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 12 novembre 2024.