LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile per genericità: la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile per genericità contro una condanna per reati legati agli stupefacenti. I motivi dell’appello sono stati giudicati generici, meramente ripetitivi di doglianze già respinte e, in parte, irrilevanti. Di conseguenza, la condanna è stata confermata e il ricorrente sanzionato con il pagamento delle spese e di un’ammenda.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Genericità: Le Regole della Cassazione

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede precisione e rigore. Non è sufficiente contestare una sentenza; è necessario articolare motivi specifici, chiari e pertinenti. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un esempio lampante di come un ricorso inammissibile per genericità venga trattato, sottolineando i principi fondamentali che governano il giudizio di legittimità. Analizziamo il caso per comprendere quali errori evitare.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello per un reato previsto dall’articolo 73 del Testo Unico sugli stupefacenti (d.P.R. 309/1990). L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a tre distinti motivi per chiederne l’annullamento.

L’Analisi della Cassazione e il ricorso inammissibile per genericità

La Corte di Cassazione, esaminati i motivi, li ha ritenuti tutti inammissibili, ciascuno per una ragione specifica che evidenzia un difetto strutturale nell’impostazione del ricorso.

Primo Motivo: L’Accusa di Genericità

Il primo motivo contestava la sussistenza della responsabilità penale. Tuttavia, la Corte ha rilevato come tale contestazione fosse stata formulata in modo del tutto generico. Il ricorrente non ha esplicitato le ragioni di diritto o i dati di fatto concreti che avrebbero dovuto sostenere le sue censure. In sede di legittimità, non è possibile limitarsi a una generica riaffermazione della propria innocenza; è obbligatorio indicare con precisione dove e come la corte di merito avrebbe sbagliato nell’applicare la legge o nel valutare le prove.

Secondo Motivo: La Ripetizione delle Doglianze

Con il secondo motivo, la difesa lamentava il mancato riconoscimento della fattispecie di lieve entità (prevista dal comma 5 dell’art. 73). Anche in questo caso, la Cassazione ha bocciato il motivo, definendolo ‘meramente riproduttivo’ di una doglianza già esaminata e motivatamente respinta dalla Corte d’Appello. Il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove riproporre le stesse argomentazioni. Se la corte territoriale ha già fornito una risposta logica e giuridicamente corretta, limitarsi a ripetere la stessa lamentela senza individuare un vizio specifico nella motivazione della sentenza d’appello rende il motivo inammissibile.

Terzo Motivo: L’Irrilevanza della Questione sulla Recidiva

Infine, il terzo motivo riguardava il bilanciamento tra le attenuanti generiche e la recidiva. Il ricorrente si doleva del fatto che le attenuanti non fossero state considerate prevalenti sulla recidiva. La Corte ha definito questo motivo ‘inconferente’, ovvero irrilevante. La ragione è semplice: la Corte d’Appello aveva di fatto già escluso l’applicazione della recidiva e aveva concesso una diminuzione di pena proprio in virtù delle attenuanti generiche. Contestare un mancato bilanciamento su un presupposto (la recidiva) che la corte di merito aveva già eliminato è, evidentemente, un errore che rende il motivo privo di fondamento.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Cassazione si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non serve a riesaminare i fatti, ma a controllare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso, per essere ammissibile, deve quindi essere specifico, pertinente e non ripetitivo. Deve attaccare vizi concreti della decisione precedente, non limitarsi a riproporre le proprie tesi difensive. La genericità, la ripetitività e l’irrilevanza dei motivi trasformano il ricorso in uno strumento dilatorio e non in un esercizio del diritto di difesa, giustificandone la declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: la redazione di un ricorso per Cassazione è un’attività tecnica che richiede massima cura. Ogni motivo deve essere autosufficiente, cioè contenere tutti gli elementi per essere compreso senza dover fare riferimento ad altri atti, e deve colpire un punto specifico e vulnerabile della sentenza impugnata. In caso contrario, il risultato non sarà la riforma della sentenza, ma una declaratoria di ricorso inammissibile per genericità, con le conseguenti sanzioni economiche.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se manca dei requisiti di legge. Nel caso specifico, i motivi erano generici, cioè non specificavano gli errori di diritto o di fatto; erano una mera ripetizione di argomentazioni già respinte dalla corte precedente; e in parte erano irrilevanti, poiché contestavano un aspetto (la recidiva) che la corte d’appello aveva già escluso.

Cosa significa che un motivo di ricorso è “generico”?
Significa che la critica alla sentenza impugnata è formulata in modo vago e astratto, senza esplicitare le specifiche ragioni di diritto o gli elementi fattuali che dovrebbero sostenere la censura. Non basta affermare che la sentenza è sbagliata, bisogna dimostrare perché, indicando il vizio preciso.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La sentenza impugnata diventa definitiva e non può più essere modificata. Inoltre, il ricorrente viene condannato a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come conseguenza per aver presentato un ricorso non valido.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati