LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile per genericità dei motivi

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per traffico di 290 kg di stupefacenti. I motivi di appello, incentrati sulla richiesta di una pena più mite, sono stati giudicati generici e non specificamente correlati alle motivazioni della sentenza impugnata, che aveva tenuto conto dei precedenti dell’imputato, della recidiva e della gravità del fatto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Genericità: la Cassazione sul Traffico di Stupefacenti

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi in Cassazione, sottolineando come la genericità dei motivi conduca inevitabilmente a una dichiarazione di ricorso inammissibile. Il caso riguarda una condanna per il trasporto di un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti e illustra il rigore con cui la Suprema Corte valuta la specificità delle censure mosse contro le sentenze di merito.

I Fatti del Processo: Traffico di Stupefacenti e Condanna

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un uomo, in esito a un rito abbreviato, alla pena di tre anni di reclusione e 20.000 euro di multa. L’accusa era quella di aver trasportato, a bordo di un autocarro appositamente modificato, ben 290 kg di hashish. La Corte di Appello di Napoli aveva confermato integralmente la sentenza di primo grado, ritenendo la pena congrua rispetto alla gravità del reato commesso.

Il Ricorso in Cassazione: Una Critica alla Pena

Contro la sentenza d’appello, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, articolando un unico motivo di impugnazione. La critica si concentrava sul vizio di motivazione relativo alla determinazione della pena, considerata eccessiva. In sostanza, il ricorrente lamentava che i giudici di merito non avessero adeguatamente valutato la possibilità di applicare in modo più favorevole le circostanze attenuanti generiche.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile?

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su principi consolidati in materia di procedura penale, che meritano un’analisi approfondita.

Genericità e Aspecificità dei Motivi

Il punto centrale della decisione è la natura ‘generica e aspecifica’ delle censure mosse dal ricorrente. La Corte ha evidenziato come il ricorso si limitasse a ribadire una richiesta di applicazione delle attenuanti generiche, senza però confrontarsi criticamente con le specifiche argomentazioni contenute nella sentenza impugnata. La Corte d’Appello, infatti, aveva fornito una motivazione dettagliata e giuridicamente corretta, spiegando perché la pena fosse adeguata.

L’Importanza della Correlazione tra Ricorso e Sentenza

La Cassazione ribadisce un principio fondamentale: un’impugnazione è inammissibile se manca una correlazione diretta tra le ragioni esposte nel ricorso e quelle della decisione che si contesta. L’atto di impugnazione non può ignorare le affermazioni del provvedimento censurato, altrimenti cade inevitabilmente nel vizio di aspecificità. Chi ricorre ha l’onere di smontare, punto per punto, il ragionamento del giudice precedente, non di proporre una tesi alternativa e slegata.

La Valutazione della Personalità e della Recidiva

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente considerato diversi elementi a sfavore dell’imputato: la presenza di precedenti penali, di cui uno specifico in materia di stupefacenti, che delineavano una ‘allarmante personalità’ incline al crimine per profitto illecito. Inoltre, era stata correttamente ritenuta la recidiva. In tale contesto, le attenuanti generiche, pur concesse, non potevano per legge prevalere sulla recidiva e sull’aggravante legata all’ingente quantità di droga. Anche la modifica strutturale del veicolo, finalizzata a occultare il carico, era stata un ulteriore elemento di valutazione della gravità del fatto.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità del Ricorso

La declaratoria di ricorso inammissibile non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la decisione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. In aggiunta, la Corte ha disposto il versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, non ravvisando ragioni per un esonero. Questa pronuncia riafferma con forza che il ricorso in Cassazione è uno strumento di controllo di legittimità e non un terzo grado di giudizio nel merito, richiedendo un elevato grado di specificità e tecnicismo nella formulazione dei motivi.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è dichiarato inammissibile per genericità quando i motivi presentati non si confrontano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, ma si limitano a riproporre richieste o critiche vaghe senza contestare il ragionamento logico-giuridico del giudice precedente.

La presenza di precedenti penali può influenzare la determinazione della pena?
Sì, la sentenza impugnata aveva tenuto conto dei precedenti penali dell’imputato, uno dei quali specifico per stupefacenti, per delineare una ‘allarmante personalità’ e una tendenza a delinquere, giustificando così la congruità della pena inflitta e il corretto bilanciamento con le attenuanti.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati