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Ricorso inammissibile per genericità dei motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per furto aggravato. I motivi del ricorso, relativi all’esclusione della recidiva e alla richiesta di sanzioni sostitutive, sono stati giudicati manifestamente infondati e intrinsecamente generici. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando i Motivi d’Appello sono Troppo Generici

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, ma per avere successo è fondamentale che i motivi siano specifici e ben fondati. Un ricorso inammissibile è l’esito che si ottiene quando le doglianze presentate sono generiche o palesemente prive di fondamento. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la superficialità nella formulazione dei motivi possa portare non solo al rigetto, ma anche a sanzioni economiche per il ricorrente.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per furto aggravato, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Napoli. L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo principalmente su due punti: la richiesta di esclusione della recidiva e la mancata applicazione di una sanzione sostitutiva pecuniaria.

La Decisione della Corte di Cassazione: il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha analizzato entrambi i motivi e li ha giudicati entrambi ‘manifestamente infondati’. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione non solo rende definitiva la condanna emessa dalla Corte d’Appello, ma comporta anche conseguenze economiche dirette per l’imputato. È stato infatti condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La decisione della Cassazione si fonda su un’analisi rigorosa dei motivi presentati, evidenziandone la debolezza strutturale.

La Genericità del Motivo sulla Recidiva

Il primo punto contestato riguardava il riconoscimento della recidiva. La Corte ha osservato che il motivo d’appello su questo punto era ‘intrinsecamente generico’. In altre parole, la difesa non aveva fornito argomentazioni specifiche e dettagliate per contestare la recidiva, limitandosi a una richiesta generale. La Corte d’Appello aveva già fornito una risposta adeguata alla debolezza di tale argomentazione e, secondo la Cassazione, la motivazione della sentenza impugnata era già sufficientemente chiara nel giustificare la condanna.

Il Rifiuto della Sanzione Sostitutiva

Anche il secondo motivo, relativo alla richiesta di una pena pecuniaria in sostituzione di quella detentiva, è stato respinto. La Corte territoriale aveva già spiegato adeguatamente le ragioni per cui non riteneva applicabile tale sanzione. La Cassazione ha sottolineato che il giudice di merito non aveva alcun obbligo di fissare una nuova udienza per discutere questa richiesta, dato che era già stata formulata per iscritto nei motivi d’appello. La decisione era quindi stata presa correttamente sulla base degli atti.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche di un Ricorso Inammissibile

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: i motivi di ricorso devono essere specifici, pertinenti e non manifestamente infondati. Un ricorso basato su doglianze generiche è destinato a essere dichiarato ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La decisione insegna che, per contestare efficacemente una sentenza, è necessario articolare argomentazioni giuridiche solide e dettagliate, capaci di mettere in discussione il ragionamento del giudice di merito, e non limitarsi a riproporre richieste vaghe già respinte in precedenza.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i suoi motivi sono stati ritenuti ‘manifestamente infondati’. In particolare, il motivo sull’esclusione della recidiva è stato giudicato ‘intrinsecamente generico’ e la Corte territoriale aveva già fornito una motivazione adeguata al rifiuto di applicare la sanzione sostitutiva richiesta.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione?
Oltre a rendere definitiva la sentenza di condanna impugnata, la dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro.

Il giudice d’appello è obbligato a fissare una nuova udienza se l’imputato chiede una sanzione sostitutiva?
No. Secondo quanto chiarito dalla Corte, il giudice del merito non ha alcun obbligo di fissare un’ulteriore udienza se la richiesta di applicazione di una sanzione sostitutiva è già stata formulata dall’imputato con i motivi di appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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