LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile per furto: la decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputate condannate per furto aggravato e tentato furto in abitazione. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso, incentrati sulla presunta carenza di motivazione e su una rilettura dei fatti, non rientrano nelle competenze del giudizio di legittimità. Di conseguenza, il ricorso inammissibile ha portato alla conferma della condanna e all’addebito delle spese processuali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Conferma la Condanna per Furto

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da due imputate, confermando la loro condanna per furto in abitazione e tentato furto. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione sui limiti del ricorso in Cassazione e sulla distinzione tra vizi di legittimità e riesame del merito. Analizziamo insieme i dettagli del caso e i principi di diritto applicati.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una sentenza di condanna emessa dal tribunale di primo grado nei confronti di due donne, ritenute responsabili in concorso per i reati di furto aggravato in abitazione e di tentato furto, sempre in abitazione. La decisione è stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Torino.

Le imputate, non rassegnate alla condanna, hanno deciso di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a tre specifici motivi per contestare la sentenza d’appello.

L’Appello in Cassazione e i Motivi del Ricorso

I difensori delle ricorrenti hanno articolato il loro ricorso su tre punti principali, sperando di ottenere l’annullamento della sentenza di condanna.

Primo Motivo: La Presunta Carenza di Motivazione

Le ricorrenti lamentavano che la sentenza di primo grado fosse affetta da una grave carenza di motivazione, tale da renderla nulla. Sostenevano che il giudice non avesse adeguatamente spiegato le ragioni della condanna.

Secondo Motivo: Il Travisamento dei Fatti

Nel secondo motivo, le imputate denunciavano vizi di motivazione riguardo all’affermazione della loro responsabilità per il furto consumato. In sostanza, accusavano i giudici di merito di aver travisato i fatti e le prove emerse durante il processo, proponendo una lettura alternativa delle fonti probatorie.

Terzo Motivo sul Ricorso Inammissibile: Il Tentativo di Furto

Infine, il terzo motivo si concentrava sulla condanna per il tentato furto. Le ricorrenti sostenevano che la Corte d’Appello non avesse colmato le lacune motivazionali della prima sentenza riguardo alla sussistenza dei presupposti del tentativo.

Le Motivazioni della Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato i tre motivi e li ha ritenuti tutti manifestamente infondati, dichiarando di conseguenza il ricorso inammissibile.

Sul primo punto, la Corte ha ricordato un principio consolidato: eventuali lacune motivazionali della sentenza di primo grado possono essere sanate e integrate dalla Corte d’Appello. Il giudice del secondo grado ha il potere di colmare i vuoti argomentativi, rendendo la motivazione complessivamente completa e coerente, senza necessità di annullare la prima decisione.

Riguardo al secondo motivo, i giudici hanno sottolineato che la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è quello di riesaminare le prove o di valutare se sia più plausibile una ricostruzione dei fatti rispetto a un’altra. Un ricorso che si limita a reiterare le stesse argomentazioni già respinte in appello e a proporre una diversa lettura delle prove, senza individuare specifici e decisivi travisamenti processuali, sconfina in un’analisi di merito non consentita in sede di legittimità.

Infine, anche il terzo motivo è stato respinto. La Corte ha ritenuto che la sentenza d’appello avesse chiarito in modo esauriente le ragioni per cui le condotte delle imputate integravano gli estremi del tentativo di furto in abitazione, superando così le presunte lacune della prima sentenza. Il ricorso inammissibile è stata la naturale conseguenza di motivi non conformi ai limiti del giudizio di Cassazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un concetto fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione: il ricorso deve concentrarsi esclusivamente su questioni di diritto. Non è possibile utilizzare questo strumento per ottenere una terza valutazione dei fatti del processo. I motivi di ricorso devono denunciare errori nell’applicazione della legge o vizi logici manifesti nella motivazione, e non semplicemente contestare la valutazione delle prove fatta dai giudici di primo e secondo grado. La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo la definitività della condanna, ma anche l’obbligo per i ricorrenti di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, rendendo l’esito ancora più gravoso.

Una sentenza di primo grado con una motivazione carente è sempre nulla?
No. Secondo la Corte, eventuali lacune nella motivazione della sentenza di primo grado possono essere colmate e integrate dal giudice d’appello, senza che ciò comporti la nullità della prima decisione.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e i fatti del processo?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che il suo compito è valutare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità), non di effettuare una nuova valutazione delle prove o una rilettura alternativa dei fatti, che è compito dei giudici di merito (primo e secondo grado). Un ricorso che tenta di fare ciò è considerato inammissibile.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. La sentenza impugnata diventa definitiva e i ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati