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Ricorso inammissibile per furto: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per furto aggravato di borse in uno stabilimento balneare. La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso manifestamente infondati e generici, confermando la decisione dei giudici di merito. In particolare, è stato chiarito che anche un valore economico non elevato della refurtiva non esclude il fine di profitto e che il furto si considera consumato quando i beni escono dalla sfera di controllo della vittima.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto e Ricorso Inammissibile: la Cassazione Chiarisce i Limiti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato il tema del furto aggravato, delineando con precisione i confini che rendono un ricorso inammissibile. Il caso riguardava il furto di alcune borse avvenuto in uno stabilimento balneare e offre spunti fondamentali sulla valutazione del fine di profitto, sulla distinzione tra furto tentato e consumato e sui requisiti di specificità dei motivi di ricorso. Questa decisione ribadisce l’importanza di una solida argomentazione legale per poter superare il vaglio di legittimità.

I Fatti del Caso: un Furto in Spiaggia

Un individuo veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di furto aggravato. L’imputato aveva sottratto le borse di alcuni clienti all’interno di uno stabilimento balneare. Insoddisfatto della decisione della Corte d’Appello, che aveva confermato la sua colpevolezza, l’uomo decideva di presentare ricorso per cassazione, affidandosi a diversi motivi per contestare la sentenza.

L’Appello e i Motivi del Ricorso

La difesa dell’imputato articolava il ricorso su quattro punti principali:
1. Mancanza del fine di profitto: Si sosteneva che il valore economico degli oggetti rubati fosse talmente irrisorio da escludere l’intenzione di trarre un profitto, elemento essenziale del reato di furto.
2. Particolare tenuità del fatto: Si lamentava la mancata assoluzione per la lieve entità del reato commesso.
3. Errata qualificazione del reato: La difesa chiedeva di riqualificare il furto da consumato a tentato, poiché i beni erano stati recuperati poco dopo.
4. Eccessività della pena: Infine, si contestava la severità della sanzione e il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche e di quella del danno di speciale tenuità.

La Decisione della Cassazione: un Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettando tutte le doglianze presentate. I giudici hanno ritenuto che i motivi addotti fossero, a vario titolo, manifestamente infondati, generici e aspecifici, non riuscendo a scalfire la logicità e la correttezza della sentenza impugnata. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le Motivazioni della Corte

La decisione della Cassazione si fonda su un’analisi rigorosa di ciascun motivo di ricorso, offrendo chiarimenti importanti su diversi istituti del diritto e della procedura penale.

Fine di Profitto e Valore Irrisorio

La Corte ha respinto la tesi secondo cui un valore economico esiguo della refurtiva escluderebbe il fine di profitto. È stato ribadito che il profitto non deve essere necessariamente di natura monetaria, potendo consistere in qualsiasi utilità o vantaggio, anche non patrimoniale, che l’agente si prefigge di conseguire. Nel caso di specie, il compendio degli oggetti sottratti non era così irrilevante da far venir meno l’intento delittuoso.

La Tenuità del Fatto: un Motivo Generico

Il secondo motivo è stato giudicato generico e indeterminato. La difesa non aveva indicato gli elementi specifici su cui si basava la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, impedendo così alla Corte di svolgere il proprio sindacato. Un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere una critica argomentata e puntuale della decisione che si contesta.

Furto Consumato, non Tentato

Anche la richiesta di riqualificazione del reato è stata respinta. La Cassazione ha sottolineato che il furto si considera consumato nel momento in cui i beni escono dalla sfera di controllo e vigilanza della persona offesa. Nel caso in esame, l’imputato si era già impossessato delle borse ed era fuggito, venendo fermato solo grazie all’intervento di un bagnino e a un inseguimento. La restituzione della refurtiva non muta la natura consumata del reato.

La Valutazione della Pena e le Attenuanti

Infine, la Corte ha ritenuto infondate le censure sulla pena. La negazione delle attenuanti generiche era stata adeguatamente motivata dalla Corte d’Appello sulla base di elementi fattuali e personali. Per quanto riguarda l’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.), i giudici hanno precisato che la valutazione non deve limitarsi al solo valore della cosa sottratta, ma deve considerare il pregiudizio complessivo arrecato alla vittima, inclusi i danni ulteriori e le spese necessarie per rimediare alla sottrazione.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza della Cassazione è un monito sull’importanza della specificità e della fondatezza dei motivi quando si presenta un ricorso inammissibile. Non è sufficiente una critica generica alla sentenza di merito, ma è necessario un confronto argomentato con le ragioni della decisione. La pronuncia ribadisce principi consolidati in materia di furto, come la nozione ampia di ‘profitto’ e il momento consumativo del reato, e sottolinea come la valutazione del danno debba essere complessiva, andando oltre il mero valore commerciale dei beni sottratti. Per i professionisti legali, ciò si traduce nella necessità di costruire ricorsi solidi, dettagliati e strettamente correlati alle motivazioni della sentenza che si intende impugnare.

Quando un furto si considera consumato e non solo tentato?
Secondo la Corte, il furto è consumato quando la cosa sottratta esce dalla sfera di controllo della persona offesa. Il fatto che la refurtiva venga recuperata e restituita in un secondo momento, ad esempio dopo un inseguimento, non è sufficiente a qualificare il reato come semplice tentativo.

Perché un valore economico basso del bottino non esclude il reato di furto?
La Corte ha chiarito che l’elemento soggettivo del ‘fine di profitto’ non richiede necessariamente un vantaggio economico significativo. È sufficiente che l’agente miri a ottenere una qualsiasi utilità o soddisfazione personale dall’impossessamento del bene, anche se di valore modesto.

Cosa rende un motivo di ricorso inammissibile per la Cassazione?
Un motivo di ricorso è inammissibile quando risulta manifestamente infondato, intrinsecamente indeterminato o generico. Inoltre, è inammissibile se manca della necessaria correlazione con le ragioni esposte nel provvedimento impugnato, ovvero se non si confronta specificamente con la motivazione della sentenza che si contesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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