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Ricorso inammissibile per furto: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile per tentato furto aggravato. I motivi, basati su stato di necessità e minor valore del bene, sono stati giudicati aspecifici e manifestamente infondati, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: L’Analisi della Cassazione sul Tentato Furto

L’ordinamento giuridico prevede diversi gradi di giudizio per garantire il diritto di difesa, ma l’accesso a questi non è incondizionato. Un esempio chiaro è la pronuncia di un ricorso inammissibile, una decisione con cui la Corte di Cassazione blocca sul nascere un’impugnazione che non presenta i requisiti minimi per essere discussa nel merito. Con una recente ordinanza, la Suprema Corte ha ribadito questo principio in un caso di tentato furto aggravato, offrendo spunti di riflessione sulla specificità e fondatezza dei motivi di ricorso.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di tentato furto aggravato, emessa in primo grado dal Tribunale e successivamente confermata integralmente dalla Corte di Appello. Nella sentenza di secondo grado, i giudici avevano bilanciato le circostanze attenuanti generiche con le aggravanti contestate e la recidiva reiterata specifica infraquinquennale, condannando l’imputato alla pena ritenuta di giustizia.

Contro tale decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a tre distinti motivi:

1. La configurabilità dello stato di necessità, sostenendo di aver agito per un bisogno impellente.
2. La qualificazione del fatto come furto minore per la particolare tenuità del bene, ai sensi dell’art. 626, comma 1, n. 2 del codice penale.
3. Il mancato riconoscimento della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità, prevista dall’art. 62, n. 4 del codice penale.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi proposti e, senza entrare nel merito della vicenda, li ha rigettati in blocco, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione si basa su una valutazione preliminare della validità stessa delle argomentazioni difensive, che sono state giudicate carenti sotto il profilo della specificità e della fondatezza.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha fornito una motivazione sintetica ma incisiva per ciascuno dei punti sollevati dalla difesa, evidenziando le ragioni che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità.

Primo Motivo: l’Infondatezza dello Stato di Necessità

Il primo motivo, relativo alla presunta esistenza di uno stato di necessità, è stato liquidato come “aspecifico e manifestamente infondato”. La Corte non ha ravvisato negli atti elementi concreti a supporto di tale tesi, che per essere accolta richiede la prova rigorosa di un pericolo attuale di un danno grave alla persona, non altrimenti evitabile.

Secondo Motivo: il Valore del Bene Esclude il Furto Minore

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La configurabilità del reato di furto minore è legata, tra le altre cose, a un valore del bene sottratto commisurato al bisogno immediato del colpevole. Nel caso di specie, i giudici hanno sottolineato che il valore del bene era “ben superiore a quello necessario al proprio sostentamento immediato”, escludendo così la possibilità di applicare la norma più favorevole.

Terzo Motivo: il Danno e le Circostanze Attenuanti

Infine, la richiesta di applicazione dell’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità è stata respinta. La Corte ha basato la sua valutazione non solo sul “valore del bene sottratto”, ma anche sui “danni ulteriori” causati dalla condotta illecita, ritenendo che nel complesso il pregiudizio non potesse essere considerato di lieve entità.

Le Conclusioni

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta conseguenze significative per il ricorrente. La sentenza di condanna della Corte di Appello diventa definitiva. Inoltre, in applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia sottolinea l’importanza di presentare ricorsi basati su motivi solidi e specifici, poiché la manifesta infondatezza non solo non porta al risultato sperato, ma aggrava la posizione del condannato con ulteriori sanzioni pecuniarie.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi presentati sono considerati dalla Corte aspecifici, ovvero generici e non chiaramente collegati alla decisione impugnata, oppure manifestamente infondati, cioè palesemente privi di qualsiasi possibilità di accoglimento.

Lo stato di necessità può giustificare un furto se il valore del bene è elevato?
Secondo questa ordinanza, no. Il furto di un bene il cui valore è “ben superiore a quello necessario al proprio sostentamento immediato” non può essere giustificato dallo stato di necessità, né può essere qualificato come furto minore ai sensi dell’art. 626 c.p.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, il cui importo è fissato dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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