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Ricorso inammissibile per furto: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per tentato furto aggravato. L’imputato, dopo aver forzato un’autovettura, non aveva sottratto nulla per mancanza di oggetti di valore. La Corte ha stabilito che il ricorso era basato su motivi generici, meramente riproduttivi di censure già respinte in appello e volti a una non consentita rivalutazione dei fatti, confermando la condanna e le sanzioni pecuniarie.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Furto: la Cassazione Chiarisce i Limiti dell’Appello

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema del ricorso inammissibile in materia di tentato furto aggravato, offrendo importanti spunti sui requisiti necessari per un’efficace impugnazione. La decisione sottolinea come la genericità dei motivi e la mera riproposizione di argomenti già vagliati nei precedenti gradi di giudizio non siano sufficienti per ottenere una revisione della sentenza in sede di legittimità. Questo caso fornisce una lezione chiara: un ricorso in Cassazione non è una terza istanza di giudizio sui fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione del diritto.

I Fatti del Caso: il Tentato Furto nell’Autovettura

La vicenda giudiziaria ha origine da un episodio avvenuto a Roma nel maggio 2023. Un individuo veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di tentato furto aggravato. Secondo la ricostruzione dei giudici di merito, l’uomo si era introdotto in un’autovettura dopo averla forzata. Una volta all’interno, aveva iniziato a rovistare alla ricerca di beni da sottrarre. Tuttavia, non avendo trovato nulla di valore, si era allontanato a mani vuote. Nonostante il mancato impossessamento di beni, le corti di primo e secondo grado avevano ritenuto integrato il delitto di tentato furto, aggravato dalla violenza sulle cose (la forzatura del veicolo) e dal fatto commesso su cose esposte alla pubblica fede.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

Contro la sentenza della Corte d’Appello, la difesa dell’imputato proponeva ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo di impugnazione. La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, non solo ha confermato la condanna, ma ha anche condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso Inammissibile è Stato Respin

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su principi consolidati della procedura penale. Le motivazioni possono essere riassunte nei seguenti punti chiave:

* Genericità e Ripetitività dei Motivi: Il ricorso è stato giudicato generico e meramente riproduttivo delle censure già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha ribadito che il ricorso non può limitarsi a ripetere le stesse argomentazioni, ma deve individuare vizi specifici nella sentenza impugnata, come errori di diritto o difetti manifesti di logica nella motivazione.
* Divieto di Rivalutazione dei Fatti: Il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che la Corte non può riesaminare le prove e i fatti come hanno fatto i giudici di primo e secondo grado. Il ricorso tentava di sollecitare una “preclusa rivalutazione e/o alternativa lettura delle fonti probatorie”, un’operazione non consentita in questa sede.
* Logicità della Motivazione dei Giudici di Merito: La Suprema Corte ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse completa, logica e priva di vizi evidenti. I giudici di secondo grado avevano spiegato in modo puntuale perché le azioni dell’imputato (penetrare nel veicolo forzandolo e rovistare al suo interno) integravano pienamente il tentativo di furto, a prescindere dal fatto che non avesse trovato nulla da rubare.
* Assenza di Travisamento della Prova: L’unico modo per contestare la valutazione dei fatti in Cassazione è dimostrare un “travisamento della prova”, cioè un errore percettivo del giudice che ha letto una cosa per un’altra. Nel caso di specie, il ricorrente non ha allegato alcun travisamento specifico, decisivo e inopinabile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: è essenziale formulare motivi di ricorso specifici, critici e puntuali, che colpiscano la logica giuridica della sentenza impugnata o la sua aderenza alle norme di diritto. Un’impugnazione che si limita a contestare la valutazione dei fatti operata dai giudici di merito, senza evidenziare vizi di legittimità, è destinata a essere dichiarata inammissibile. La pronuncia serve da monito sulla necessità di una tecnica difensiva rigorosa e consapevole dei limiti strutturali del giudizio di legittimità, evitando di presentare un ricorso inammissibile che comporta unicamente ulteriori costi per l’imputato.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi sono generici, si limitano a riproporre censure già respinte nei gradi precedenti e mirano a ottenere una nuova valutazione delle prove, operazione non consentita nel giudizio di legittimità, in assenza di uno specifico e decisivo travisamento dei fatti.

Cosa costituisce tentato furto in autovettura secondo la decisione?
Costituisce tentato furto il comportamento di chi, dopo aver forzato un’autovettura, si introduce al suo interno e la perquisisce al fine di impossessarsi di beni, anche se poi si allontana senza aver sottratto nulla perché non ha trovato oggetti di valore. L’azione di forzatura e la ricerca sono considerate atti idonei e diretti in modo non equivoco a commettere il furto.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in Euro 3.000,00.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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