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Ricorso inammissibile per furto: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per furto aggravato. L’appello è stato respinto perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già valutate e respinte dalla Corte d’Appello, senza muovere una critica specifica alla sentenza impugnata. La condanna, basata su un chiaro riconoscimento tramite videosorveglianza, è stata quindi confermata, con l’aggiunta di una sanzione pecuniaria per il ricorrente.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello è una Copia del Precedente

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una semplice opportunità per ridiscutere l’intera vicenda. Un’ordinanza recente della Suprema Corte chiarisce un punto fondamentale: un ricorso che si limita a ripetere argomenti già bocciati è destinato a essere dichiarato ricorso inammissibile. Questa decisione sottolinea l’importanza di formulare censure specifiche e pertinenti contro la sentenza d’appello, anziché sperare in un riesame generale dei fatti.

I Fatti del Processo

La vicenda giudiziaria ha origine da un episodio di furto aggravato, commesso in una località della provincia di Ravenna nell’aprile del 2019. L’imputato, a seguito delle indagini, veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Ravenna. La sua responsabilità veniva confermata anche in secondo grado dalla Corte di Appello di Bologna.

Non rassegnato alla doppia condanna, l’individuo decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando un presunto “vizio di motivazione” nella sentenza d’appello in relazione al riconoscimento della sua responsabilità penale.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito della colpevolezza o meno del ricorrente, ma si è fermata a un livello preliminare, quello procedurale. I giudici hanno constatato che i motivi presentati non erano nuovi, ma costituivano una mera riproduzione delle doglianze già esaminate e rigettate dalla Corte di Appello.

Di conseguenza, la condanna è diventata definitiva e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende.

Le Motivazioni: Perché Ripetere gli Stessi Argomenti non Funziona

La motivazione della Suprema Corte è chiara e didattica. Il ricorso per Cassazione non può essere una semplice fotocopia dei motivi d’appello. Deve, invece, contenere una critica puntuale e specifica al ragionamento logico-giuridico seguito dal giudice del grado precedente. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva solidamente basato la sua decisione su un elemento di prova cruciale: il riconoscimento certo dell’autore del furto da parte dei militari operanti, avvenuto attraverso le immagini di un sistema di videosorveglianza.

Il ricorrente, nel suo atto, non ha contestato specificamente il percorso logico-argomentativo della Corte d’Appello su questo punto, ma si è limitato a riproporre la sua versione in modo generico. Questo approccio è stato definito “meramente riproduttivo” e, come tale, non idoneo a superare il vaglio di ammissibilità della Cassazione. In sostanza, per ottenere un riesame, è necessario spiegare perché la decisione precedente è sbagliata, non solo ribadire di avere ragione.

Conclusioni: Lezioni Pratiche dalla Sentenza

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica. Chi intende impugnare una sentenza di condanna in Cassazione deve essere consapevole che il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. Non si possono ridiscutere i fatti o la valutazione delle prove, se non nei limiti del vizio di motivazione. Per far valere le proprie ragioni, è indispensabile che il ricorso articoli una critica strutturata e mirata alla sentenza impugnata, evidenziandone le presunte illogicità, contraddizioni o violazioni di legge. Un ricorso generico o ripetitivo non solo è inutile, ma comporta anche un’ulteriore condanna economica, come dimostra la sanzione inflitta al ricorrente in questo caso.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, tra le altre ragioni, si limita a essere una mera riproduzione di motivi già esaminati e respinti nel grado di giudizio precedente, senza muovere una critica adeguata e specifica al ragionamento della sentenza impugnata.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso tremila euro) in favore della Cassa delle Ammende. La sentenza impugnata diventa definitiva.

Quale elemento di prova è stato considerato decisivo per confermare la condanna?
L’elemento decisivo è stato il riconoscimento con certezza del ricorrente quale autore del furto, effettuato dai militari sulla base delle immagini registrate da un sistema di videosorveglianza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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