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Ricorso inammissibile per furto aggravato: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per furto pluriaggravato in un supermercato. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di ricorso, che riproponevano questioni già valutate nei gradi di merito, e sulla corretta esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la modalità organizzata del crimine e i precedenti specifici dell’imputata. Il caso evidenzia i requisiti di specificità per un ricorso inammissibile in Cassazione.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta

L’ordinanza n. 6644/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio dei rigorosi criteri di ammissibilità dei ricorsi in sede di legittimità. Il caso riguarda una condanna per furto pluriaggravato, ma la lezione che se ne trae è di carattere prettamente processuale: un ricorso inammissibile è tale quando non si confronta specificamente con le motivazioni della sentenza impugnata. Questo principio, ribadito con forza dalla Suprema Corte, sottolinea come il giudizio di Cassazione non sia una terza istanza di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge.

I Fatti del Processo

L’imputata era stata condannata in primo e secondo grado per aver partecipato, insieme ad altri due complici, a un furto aggravato ai danni di un supermercato. Le aggravanti contestate erano il numero di persone coinvolte e la destrezza, utilizzata per distrarre il personale addetto alla vendita e sottrarre merce per un valore di circa 570 euro. La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, contestando sia la sussistenza delle aggravanti sia il trattamento sanzionatorio, inclusa la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Analisi del Ricorso Inammissibile della Corte

La Corte di Cassazione ha stroncato il ricorso, dichiarandolo inammissibile per diverse ragioni. In primo luogo, ha evidenziato come i motivi proposti fossero meramente riproduttivi di censure già esaminate e respinte dai giudici di merito. La difesa, secondo gli Ermellini, non ha operato un ‘effettivo confronto’ con le argomentazioni della sentenza d’appello, limitandosi a riproporre le stesse doglianze. Questo vizio procedurale è sufficiente, da solo, a rendere un ricorso inammissibile.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

Un punto cruciale del ricorso riguardava la richiesta di applicare l’art. 131-bis c.p. La Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito di escludere tale beneficio. La motivazione si basa su due pilastri:
1. Modalità della condotta: Il furto non è stato un gesto estemporaneo, ma il risultato di una ‘dettagliata organizzazione’ tra tre persone, indice di una non episodica dedizione all’attività criminosa.
2. Precedenti specifici: La presenza di numerosi precedenti penali specifici a carico dell’imputata ha confermato questa valutazione, escludendo la possibilità di considerare il fatto come ‘tenue’.

Inoltre, il valore della merce rubata (570,48 euro) è stato ritenuto ‘non modesto’, contribuendo a giustificare sia la pena inflitta sia l’esclusione dell’art. 131-bis c.p.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato e, in parte, riproduttivo di censure già adeguatamente vagliate e disattese. I giudici territoriali avevano correttamente motivato sia sulla sussistenza delle aggravanti (la presenza dei tre concorrenti e la messinscena per distrarre gli addetti alla vendita) sia sulla mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p. Le modalità della condotta, indicative di una dettagliata organizzazione e di una non episodica dedizione al crimine, supportate dai numerosi precedenti specifici, giustificavano pienamente il bisogno di pena. Anche il trattamento sanzionatorio è stato ritenuto congruo, data la non modesta offensività del fatto e il valore della refurtiva. Infine, la Corte ha chiarito che il diniego della prevalenza delle attenuanti generiche, in un contesto in cui la pena è superiore al minimo edittale, diventa un mero elemento di calcolo e non costituisce violazione di legge o vizio di motivazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame è un monito per la prassi legale: un ricorso per cassazione deve essere chirurgico, specifico e deve dialogare criticamente con la sentenza che intende demolire. La semplice riproposizione di argomenti già sconfitti in appello conduce inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La decisione ribadisce inoltre che la valutazione sulla ‘particolare tenuità del fatto’ non può prescindere da un’analisi complessiva della condotta e della personalità dell’autore del reato, dove l’organizzazione e la pregressa carriera criminale assumono un peso determinante.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché era una semplice riproposizione di motivi già esaminati e respinti nei precedenti gradi di giudizio, senza un effettivo confronto critico con le argomentazioni contenute nella sentenza della Corte d’Appello.

Per quale motivo non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
La non punibilità è stata esclusa perché le modalità del furto, caratterizzate da una dettagliata organizzazione e dal concorso di più persone, e i numerosi precedenti penali specifici dell’imputata indicavano una non episodica dedizione all’attività criminosa, incompatibile con la ‘particolare tenuità’ del fatto.

Qual è il valore dei beni rubati e perché è stato considerato rilevante?
Il valore della merce rubata ammontava a 570,48 euro. Questo importo, definito ‘non modesto’, ha contribuito, insieme alla gravità della condotta, a giustificare la sanzione penale applicata e a escludere la possibilità di considerare il reato di particolare tenuità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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