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Ricorso inammissibile per evasione: la Cassazione spiega

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per il reato di evasione ai sensi dell’art. 385 c.p. La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso generici, in quanto non si confrontavano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, la quale aveva già valutato l’adeguatezza dei controlli e smentito l’uso di un braccialetto elettronico. Inoltre, è stata confermata la decisione di non concedere le attenuanti generiche a causa dei numerosi precedenti penali del ricorrente e della durata dell’allontanamento.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Evasione: Quando le Impugnazioni Sono Troppo Generiche

Con l’ordinanza n. 4986 del 2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema fondamentale della procedura penale: i requisiti di ammissibilità di un ricorso. Il caso in esame riguarda una condanna per evasione e offre spunti cruciali per comprendere perché un’impugnazione possa essere definita un ricorso inammissibile. La decisione sottolinea l’importanza di formulare motivi di ricorso specifici, che si confrontino direttamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, pena la reiezione dell’atto senza un esame nel merito.

I Fatti di Causa

Un soggetto, precedentemente condannato dalla Corte d’Appello di Messina per il reato di evasione previsto dall’articolo 385 del codice penale, ha presentato ricorso per Cassazione. La condanna era scaturita dalla violazione delle prescrizioni relative alla sua misura cautelare, essendosi allontanato dalla propria abitazione.

I Motivi del Ricorso e la Tesi Difensiva

La difesa del ricorrente si basava su due principali motivi di doglianza:

1. Vizi di motivazione sulla responsabilità: Il primo motivo lamentava una presunta carenza nella motivazione della sentenza d’appello riguardo l’accertamento della sua colpevolezza. In particolare, si contestava la valutazione dei giudici sull’adeguatezza del controllo effettuato dalle forze dell’ordine, anche in relazione al funzionamento del citofono dell’abitazione. Inoltre, la difesa sosteneva che la Corte non avesse considerato la presenza di un braccialetto elettronico che avrebbe potuto confermare la sua posizione.
2. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Il secondo motivo criticava la decisione della Corte d’Appello di non concedere le circostanze attenuanti generiche, ritenendo la motivazione inadeguata.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, dichiarandolo inammissibile sulla base di argomentazioni procedurali molto precise.

La Genericità come Causa di un Ricorso Inammissibile

Il primo motivo è stato giudicato generico e, pertanto, inammissibile. La Corte Suprema ha evidenziato come il ricorrente non si fosse realmente confrontato con la motivazione della sentenza impugnata. La Corte d’Appello, infatti, aveva già spiegato perché il controllo fosse da ritenersi adeguato e aveva esplicitamente smentito che l’imputato fosse dotato di braccialetto elettronico. Il ricorso, ignorando queste argomentazioni, si è limitato a riproporre una propria versione dei fatti senza indicare in cosa la decisione dei giudici di merito fosse errata in diritto. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: un’impugnazione è inammissibile se manca una correlazione tra le ragioni della decisione contestata e quelle poste a fondamento del ricorso.

La Ripetitività del Secondo Motivo

Anche il secondo motivo è stato dichiarato inammissibile. I giudici hanno osservato che si trattava della mera riproduzione di una censura già sollevata in appello e adeguatamente confutata. La Corte territoriale aveva chiaramente motivato il diniego delle attenuanti generiche sulla base di due elementi concreti: la durata non breve dell’allontanamento e, soprattutto, la presenza di numerosi e gravi precedenti penali a carico dell’imputato. Di fronte a una motivazione logica e completa, la semplice riproposizione della stessa doglianza in Cassazione non è sufficiente.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, ribadisce che per presentare un ricorso efficace non basta essere in disaccordo con una sentenza, ma è necessario articolare critiche specifiche e puntuali che attacchino la logica giuridica della decisione impugnata. In secondo luogo, un ricorso inammissibile comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro. Questa ordinanza serve da monito: l’accesso alla giustizia di ultima istanza richiede rigore e specificità, non la semplice e sterile ripetizione di argomenti già vagliati e respinti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente per genericità. I motivi presentati non si confrontavano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, ma si limitavano a riproporre tesi difensive già adeguatamente confutate dalla Corte d’Appello.

È sufficiente ripetere in Cassazione gli stessi motivi dell’appello?
No. Come chiarito dalla Corte, il ricorso che si limita a riprodurre una censura identica a quella già adeguatamente respinta nel grado precedente è inammissibile. È necessario che il ricorso contesti la logica giuridica della decisione impugnata.

Quali elementi hanno giustificato il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche?
La Corte ha confermato la decisione di non concedere le attenuanti generiche sulla base di due elementi specifici: la durata non breve dell’allontanamento illecito e la presenza di numerosi e gravi precedenti penali a carico del ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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