LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile per droga: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Catania per detenzione di stupefacenti. La Corte ha ritenuto il ricorso un mero tentativo di rivalutazione del merito, già correttamente giudicato, confermando che la quantità e la natura della sostanza (un panetto di cocaina) escludevano la fattispecie di lieve entità. A seguito della declaratoria di inammissibilità del ricorso per droga, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Droga: Quando la Cassazione Chiude la Porta

L’esito di un processo penale spesso dipende non solo dalla sostanza delle accuse, ma anche dalla corretta applicazione delle regole procedurali. Un caso recente esaminato dalla Corte di Cassazione illumina un principio fondamentale: non è possibile utilizzare il ricorso in Cassazione per ridiscutere i fatti già accertati. Questa ordinanza ribadisce la natura del giudizio di legittimità e le conseguenze di un ricorso inammissibile per droga proposto in maniera manifestamente infondata.

I Fatti del Caso: La Difesa Tenta la Strada del Fatto di Lieve Entità

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un individuo condannato dalla Corte d’Appello di Catania per un reato legato agli stupefacenti. La difesa sosteneva che la condotta dovesse essere inquadrata nella fattispecie di lieve entità, prevista dall’articolo 73, comma 5, del D.P.R. 309/90, che comporta una pena significativamente più bassa.

Questa tesi si basava sulla presunta esiguità della sostanza stupefacente. Tuttavia, le corti di merito avevano già accertato che, oltre a un piccolo involucro, era stato rinvenuto un panetto di cocaina, con un peso e un potenziale di confezionamento di plurime dosi tali da escludere la lieve entità del fatto.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile per droga

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha respinto categoricamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri: la natura rivalutativa del ricorso e la sua manifesta infondatezza. I giudici supremi hanno sottolineato come il ricorrente non avesse sollevato questioni relative a errori di diritto, ma avesse tentato di ottenere una nuova e diversa valutazione degli elementi di fatto, attività preclusa in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione della Corte è chiara e diretta. I giudici di merito avevano già fornito una valutazione logica e congrua degli elementi probatori. L’emersione di un panetto di cocaina, il suo peso e il numero di dosi ricavabili erano stati considerati elementi sufficienti per escludere la fattispecie attenuata del fatto di lieve entità. Il ricorso, pertanto, non faceva altro che riproporre una tesi difensiva già motivatamente respinta, senza evidenziare vizi logici o giuridici nella sentenza impugnata. Questo tentativo di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti si configura come una richiesta ‘rivalutativa del merito’, che esula dalle competenze della Corte di Cassazione.

La Corte ha inoltre applicato il principio stabilito dall’articolo 616 del codice di procedura penale. Dato che non sono emersi elementi per ritenere che il ricorso sia stato proposto senza colpa, alla declaratoria di inammissibilità segue la condanna del ricorrente. Questa condanna non riguarda solo il pagamento delle spese del procedimento, ma anche il versamento di una somma, fissata equitativamente in 3.000,00 euro, in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver attivato inutilmente il sistema giudiziario.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre un importante monito sulle strategie processuali. Il ricorso in Cassazione non è una terza istanza di giudizio dove poter ridiscutere l’intera vicenda. È, invece, un rimedio straordinario volto a correggere specifici errori di diritto o vizi di motivazione palesemente illogici. Presentare un ricorso che si limiti a riproporre le stesse argomentazioni fattuali già esaminate e respinte non solo è destinato al fallimento, ma comporta anche conseguenze economiche significative per il ricorrente. La decisione rafforza la funzione nomofilattica della Cassazione, garantendo che il suo intervento sia riservato a questioni di legittimità e non a sterili rivalutazioni del merito.

Per quale motivo principale la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché lo ha considerato un tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti (‘rivalutativo del merito’), attività non consentita in sede di Cassazione, e perché era manifestamente infondato, non presentando validi motivi di diritto.

Quali elementi di fatto hanno impedito di qualificare il reato come di ‘lieve entità’?
La qualificazione del reato come non di lieve entità è derivata dalla valorizzazione, ritenuta congrua, dell’emersione di un panetto di cocaina, oltre a un piccolo involucro, del suo peso e della possibilità di confezionare plurime dosi.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile in ambito penale?
Quando un ricorso penale è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati