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Ricorso inammissibile per contraffazione: la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da una società contro l’assoluzione di un commerciante per reati di contraffazione. Il ricorso è stato respinto perché si concentrava su aspetti secondari della decisione impugnata e chiedeva una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Inoltre, la querela era stata correttamente ritenuta tardiva.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Contraffazione: La Cassazione Chiarisce i Limiti dell’Appello

Recentemente, la Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato dalla parte civile in un processo per contraffazione, fornendo importanti chiarimenti sui limiti del giudizio di legittimità. Questa ordinanza sottolinea come i motivi di ricorso non possano trasformarsi in una richiesta di rivalutazione del merito dei fatti, un compito riservato esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.

I Fatti del Processo: Dall’Accusa di Contraffazione all’Assoluzione

La vicenda giudiziaria ha origine dall’accusa mossa nei confronti di un commerciante per la detenzione e vendita di indumenti con un marchio ritenuto contraffatto. La parte civile, una nota società del settore abbigliamento, lamentava la somiglianza tra il marchio sui prodotti sequestrati e il proprio marchio registrato. Nonostante le accuse relative ai reati di cui agli artt. 473, 474-ter e 648 del codice penale, l’imputato era stato assolto sia in primo grado che in appello.

La Corte d’Appello aveva confermato l’assoluzione basandosi principalmente sulla ritenuta carenza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero la consapevolezza e volontà di commettere l’illecito. Secondo i giudici, al momento dei fatti, non era provato che l’imputato fosse cosciente di vendere merce contraffatta, anche in considerazione di una successiva sentenza civile che aveva fatto chiarezza sulla questione solo diversi anni dopo.

Il Ricorso in Cassazione: I Motivi della Parte Civile

Insoddisfatta della decisione, la società titolare del marchio ha proposto ricorso per Cassazione, articolando due motivi principali.

Travisamento della Prova sul Marchio

Con il primo motivo, la ricorrente lamentava un travisamento probatorio. Sosteneva che i giudici di merito avessero erroneamente qualificato il proprio marchio come ‘debole’, senza considerare una precedente pronuncia di un tribunale civile specializzato in materia di imprese che ne aveva invece riconosciuto la forza distintiva.

Errata Valutazione sulla Tardività della Querela

Con il secondo motivo, la parte civile contestava la decisione della Corte territoriale di considerare tardiva la querela presentata per il reato di cui all’art. 517-ter c.p. (vendita di prodotti industriali con segni mendaci), delitto che, secondo la difesa, non era stato nemmeno formalmente contestato all’imputato.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Suprema Corte ha rigettato entrambi i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile. Le argomentazioni dei giudici di legittimità sono cruciali per comprendere i confini del ricorso in Cassazione.

Il Divieto di Rivalutare il Merito dei Fatti

Sul primo punto, la Corte ha osservato che la parte ricorrente si era concentrata su una ratio decidendi secondaria della sentenza d’appello (la natura del marchio), ignorando quella principale e dirimente: l’assenza dell’elemento soggettivo in capo all’imputato. La ragione fondamentale dell’assoluzione, infatti, risiedeva nella mancata prova del dolo. La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. La Corte non può essere chiamata a riesaminare le prove o a fornire una diversa interpretazione dei fatti, come richiesto dalla ricorrente. Tale richiesta eccede i poteri della Suprema Corte.

La Tardività della Querela Correttamente Rilevata

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha confermato la correttezza della decisione dei giudici d’appello nel ritenere la querela tardiva. Il termine per presentare la querela decorre dal momento in cui la persona offesa ha conoscenza del fatto-reato. In questo caso, la società era venuta a conoscenza della potenziale contraffazione già al momento del sequestro della merce. Era quindi suo onere attivarsi tempestivamente, senza attendere l’esito di successivi accertamenti peritali. L’attesa ha reso la querela irrimediabilmente tardiva.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame ribadisce due principi cardine del nostro sistema processuale penale. In primo luogo, un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile quando si tenta di trasformare la Corte di Cassazione in un giudice del fatto, chiedendole una nuova valutazione delle prove. In secondo luogo, la tempestività della querela è un requisito cruciale la cui mancanza non può essere sanata, e il momento da cui decorre il termine è quello della piena conoscenza del fatto storico che costituisce reato.

Perché il ricorso della società è stato dichiarato inammissibile?
La Cassazione lo ha dichiarato inammissibile principalmente perché i motivi si concentravano su una ragione secondaria della decisione d’appello e, soprattutto, chiedevano una rivalutazione delle prove e dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità.

Cosa significa che la Corte di Cassazione non può riesaminare il merito?
Significa che il suo compito non è stabilire come sono andati i fatti, ma solo controllare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge. Non può quindi riconsiderare testimonianze o perizie per giungere a una diversa conclusione fattuale.

Secondo la Corte, quando doveva essere presentata la querela per essere tempestiva?
La querela doveva essere presentata subito dopo il sequestro della merce. A partire da quel momento, infatti, la società era a conoscenza del potenziale reato e aveva l’onere di attivarsi, senza attendere l’esito di ulteriori accertamenti tecnici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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