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Ricorso inammissibile per calunnia e falsa testimonianza

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile per i reati di calunnia e falsa testimonianza. L’imputato aveva falsamente accusato una persona di appropriazione indebita per mascherare un assegno senza provvista. I motivi del ricorso sono stati giudicati ripetitivi e la questione sulla recidiva inammissibile, confermando la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello Non Supera l’Esame della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato un ricorso inammissibile, confermando la condanna per i reati di calunnia e falsa testimonianza. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono semplicemente riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso per capire le ragioni dietro la severa pronuncia dei giudici.

I Fatti alla Base della Vicenda Giudiziaria

La vicenda trae origine da una controversia economica. Un soggetto, per evitare di onorare un assegno privo di fondi, aveva sporto querela cinque anni prima, accusando falsamente il creditore di essersi appropriato indebitamente della somma di tremila euro. Non contento, durante un’udienza del 21 gennaio 2010, aveva ribadito le stesse false accuse in qualità di testimone, commettendo così i reati di calunnia e falsa testimonianza.

La Corte d’Appello aveva già accertato la falsità di tali dichiarazioni, ritenendole strumentali e finalizzate unicamente a eludere un’obbligazione civile e a reiterare le accuse infondate. La condanna per entrambi i reati era quindi basata su una ricostruzione chiara e motivata dei fatti.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione del ricorso inammissibile

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su cinque motivi. I primi quattro contestavano la valutazione della sua responsabilità penale. Tuttavia, la Suprema Corte li ha liquidati rapidamente, definendoli come una mera riproduzione delle stesse questioni già affrontate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello. Quest’ultima aveva fornito ampie motivazioni sulla falsità delle affermazioni rese in udienza e sulla sussistenza dell’elemento soggettivo dei reati.

Il quinto motivo, invece, riguardava la recidiva, contestata al fine di ottenere la prescrizione dei reati. Anche questo punto è stato giudicato inammissibile, poiché la questione non era stata sollevata adeguatamente nelle sedi di merito, ma solo accennata nelle conclusioni finali del processo d’appello.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione sul principio secondo cui il ricorso di legittimità non può essere una semplice ripetizione delle argomentazioni già esaminate e rigettate nei precedenti gradi di giudizio. I motivi di ricorso devono sollevare questioni di diritto nuove o criticare specifici errori logico-giuridici nella sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre una diversa interpretazione dei fatti.

Nel caso specifico, i primi quattro motivi non introducevano alcun elemento di novità, ma si limitavano a contestare la valutazione delle prove operata dai giudici di merito, un’attività preclusa in sede di legittimità. Per quanto riguarda la recidiva, la Corte ha sottolineato che le questioni procedurali devono essere sollevate tempestivamente e nelle forme corrette; la sua tardiva e informale presentazione l’ha resa inammissibile.

Le Conclusioni

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha reso definitiva la condanna per calunnia e falsa testimonianza. Oltre a ciò, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: il ricorso in Cassazione è uno strumento straordinario, da utilizzare per denunciare vizi di legittimità della sentenza e non per tentare, senza nuovi argomenti, di ottenere una revisione del giudizio di fatto. La strumentalizzazione della giustizia attraverso false accuse si conferma una condotta grave, severamente punita dall’ordinamento.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché i primi quattro motivi erano una semplice riproposizione di questioni già correttamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, mentre il quinto motivo sulla recidiva è stato giudicato indeducibile perché non sollevato adeguatamente nel precedente grado di giudizio.

Quali reati sono stati contestati all’imputato?
All’imputato sono stati contestati i reati di calunnia e falsa testimonianza, commessi durante un’udienza testimoniale in cui aveva falsamente accusato un’altra persona di appropriazione indebita.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
In conseguenza della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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