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Ricorso inammissibile patteggiamento: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza di patteggiamento. I motivi, relativi alla mancata concessione di attenuanti e alla confisca, sono stati ritenuti eccentrici rispetto all’accordo processuale. La sentenza sottolinea come un ricorso inammissibile per patteggiamento non possa vertere su aspetti concordati tra le parti, confermando la condanna dell’imputato al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile Patteggiamento: Quando l’Accordo non si può Impugnare

La sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, comunemente nota come patteggiamento, rappresenta un accordo tra accusa e difesa. Ma quali sono i limiti per impugnarla? Una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il ricorso inammissibile patteggiamento è una conseguenza inevitabile quando si contestano elementi che sono stati oggetto dell’accordo stesso. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una sentenza del Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Firenze, che accoglieva una richiesta di patteggiamento presentata nell’interesse di un imputato. Le accuse erano gravi: illecita detenzione di sostanze stupefacenti, detenzione di farmaci per alterare le prestazioni sportive, porto abusivo di armi e di strumenti atti a offendere. L’accordo prevedeva, oltre alla pena principale, l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, la confisca della droga e di una somma di denaro di 53.000,00 euro.

Nonostante l’accordo, la difesa dell’imputato proponeva ricorso per cassazione, sollevando due specifiche doglianze.

I Motivi del Ricorso e il ricorso inammissibile patteggiamento

Il ricorso si fondava essenzialmente su due motivi, entrambi destinati a scontrarsi con la natura stessa del patteggiamento:

1. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Il ricorrente lamentava una violazione di legge e un vizio di motivazione per la denegata concessione delle attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.), sostenendo che la decisione non fosse adeguatamente argomentata.
2. Carenza di motivazione sulla confisca: Il secondo motivo criticava la motivazione del provvedimento di confisca, ritenuta irragionevole perché basata sulla difficoltà di individuare i legittimi proprietari dei beni da restituire.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21573/2024, ha dichiarato il ricorso palesemente inammissibile in ogni sua parte. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende. Vediamo ora le motivazioni alla base di questa netta presa di posizione.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha definito i motivi del ricorso come “eccentrici” rispetto alla decisione impugnata. Questa valutazione si basa su una considerazione logica e giuridica ineccepibile.

Primo Motivo: L’Accordo sul Trattamento Sanzionatorio

La Corte ha smontato il primo motivo evidenziando una contraddizione di fondo. La sentenza impugnata era un’applicazione di pena su richiesta, ovvero un patteggiamento. In questo rito, l’intero trattamento sanzionatorio, che include anche la valutazione delle circostanze come le attenuanti generiche, è frutto di un accordo tra le parti. È illogico e processualmente scorretto contestare in Cassazione la mancata concessione di attenuanti che non facevano parte dell’accordo raggiunto e ratificato dal giudice. L’accordo sul patteggiamento cristallizza la pena e le relative circostanze, rendendo inammissibile un successivo ripensamento su tali punti.

Secondo Motivo: La Carenza di Interesse sulla Confisca

Anche il secondo motivo è stato giudicato palesemente inammissibile. La Corte ha osservato che la doglianza era, ancora una volta, eccentrica, poiché la sentenza di patteggiamento non aveva affatto disposto la confisca di beni appartenenti a terzi. Il ricorrente, pertanto, mancava di uno specifico interesse ad agire, requisito fondamentale per qualsiasi impugnazione. Non si può contestare un provvedimento su un punto che non produce effetti diretti e negativi sulla propria posizione giuridica.

Le Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione è un importante promemoria sui confini del ricorso inammissibile patteggiamento. La natura consensuale del rito speciale implica una rinuncia a contestare nel merito gli elementi che formano oggetto dell’accordo. Non è possibile utilizzare il ricorso per cassazione per rimettere in discussione la pena concordata o la valutazione delle circostanze che hanno portato a quella determinazione. La sentenza riafferma la stabilità degli accordi processuali e sanziona l’uso improprio dell’impugnazione, condannando il ricorrente non solo alle spese, ma anche a una sanzione pecuniaria per aver presentato un ricorso senza fondamento giuridico.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento lamentando la mancata concessione delle attenuanti generiche?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, essendo il patteggiamento un accordo tra le parti sul trattamento sanzionatorio, non è possibile contestare successivamente la valutazione delle circostanze, come le attenuanti, che sono state oggetto di tale accordo.

Perché il motivo di ricorso sulla confisca è stato dichiarato inammissibile?
Il motivo è stato dichiarato inammissibile per carenza di interesse da parte del ricorrente. La sentenza impugnata non aveva disposto la confisca di beni appartenenti a terzi, quindi l’imputato non aveva un interesse giuridicamente rilevante a sollevare tale questione.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che il ricorso non venga esaminato nel merito. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, determinata equitativamente dalla Corte, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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