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Ricorso inammissibile patteggiamento: la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile patteggiamento contro una sentenza per tentato furto aggravato. L’impugnazione, basata sulla presunta mancata motivazione riguardo alle condizioni di assoluzione ex art. 129 c.p.p., è stata respinta. La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile patteggiamento: I Limiti all’Impugnazione secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito i rigidi confini entro cui è possibile impugnare una sentenza di patteggiamento. La decisione sottolinea come un ricorso inammissibile patteggiamento comporti non solo il rigetto dell’istanza, ma anche conseguenze economiche significative per chi lo propone. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere la logica deflattiva del rito speciale e i limiti imposti dal legislatore all’accesso al giudizio di legittimità.

I Fatti alla Base della Controversia

Il caso trae origine da una sentenza emessa dal Tribunale di Roma, con la quale veniva applicata, su accordo delle parti (il cosiddetto ‘patteggiamento’), una pena per il reato di tentato furto aggravato e continuato. Nonostante l’accordo raggiunto, la difesa dell’imputata decideva di presentare ricorso per cassazione avverso tale sentenza.

I Motivi del Ricorso e le Limitazioni Legislative

L’unico motivo di ricorso presentato dalla difesa si concentrava su un presunto vizio di motivazione. In particolare, si lamentava che il giudice di merito non avesse adeguatamente spiegato le ragioni per cui non sussistessero le condizioni per una pronuncia di proscioglimento immediato ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale. La difesa sosteneva che tale censura non rientrasse tra le limitazioni all’ammissibilità del ricorso per cassazione contro le sentenze di patteggiamento, stabilite dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

La Decisione della Suprema Corte sul Ricorso inammissibile patteggiamento

La Corte di Cassazione ha risolto la questione in modo netto e conciso, dichiarando l’inammissibilità del ricorso. I giudici hanno ritenuto di poter adottare tale decisione senza le formalità di procedura, avvalendosi della facoltà prevista dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

Le motivazioni, sebbene sintetiche, sono estremamente chiare nel loro impianto logico-giuridico. La Corte, nel dichiarare il ricorso inammissibile patteggiamento, ha implicitamente confermato che il motivo addotto dalla difesa non superava il vaglio di ammissibilità imposto dalla normativa. L’art. 448, comma 2-bis, c.p.p. elenca tassativamente i motivi per cui una sentenza di patteggiamento può essere impugnata. La presunta omessa motivazione sulla sussistenza dei presupposti per l’assoluzione ex art. 129 c.p.p., secondo l’orientamento consolidato, non rientra in questo elenco. Il patteggiamento, infatti, si fonda su un accordo che presuppone una rinuncia a contestare l’accertamento di responsabilità, salvo vizi eccezionali e specifici. Presentare un ricorso basato su motivi non consentiti dalla legge lo rende, per definizione, inammissibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza funge da importante monito per gli operatori del diritto. Conferma che l’accesso al giudizio di legittimità avverso le sentenze di patteggiamento è un’ipotesi eccezionale e rigorosamente circoscritta. Proporre un’impugnazione al di fuori dei casi previsti non solo è infruttuoso, ma espone il ricorrente a sanzioni pecuniarie rilevanti. La decisione rafforza la natura del patteggiamento come strumento di definizione rapida del processo, la cui stabilità può essere messa in discussione solo per vizi di gravità eccezionale, chiaramente delineati dal legislatore.

È sempre possibile impugnare una sentenza di patteggiamento?
No, la sentenza di patteggiamento può essere impugnata solo per i motivi specificamente ed espressamente indicati dalla legge, come previsto dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
In caso di inammissibilità, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso con una sanzione di quattromila euro.

La mancata motivazione sull’assoluzione secondo l’art. 129 c.p.p. è un valido motivo per ricorrere contro un patteggiamento?
Il provvedimento, dichiarando il ricorso inammissibile, conferma implicitamente che tale censura non rientra tra i motivi ammessi dalla legge per impugnare una sentenza di patteggiamento, esulando dai limiti di cui all’art. 448, comma 2-bis, c.p.p.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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